Pregiudizi della cultura: Luigi Einaudi – Eugen Galasso


Di Luigi Einaudi, da “rosso sfegatato” (così mi definivano, ma in realtà non lo sono o non credo di esserlo) ho sempre avuto una pessima opinione: apologeta del capitalismo, vegliardo laudator temporis acti, roboante scrittore ed economista, ma anche uomo politico (non a caso giunto ad essere Presidente della Repubblica…), anticipatore dell’iper-liberismo o neo-liberismo; persino il non certo sovversivo Benedetto Croce era entrato in polemica con lo stesso, distinguendo tra liberalismo (concezione politica, religione della libertà etc.) e liberismo (spazio al privatismo economico, all’iniziativa privata quasi senza freno). Ma non farò qui un’analisi economica, anche perché non ne sarei capace. Vorrei segnalare, invece, la nota n.6, dello stesso Einaudi, a “Lezioni di politica sociale” (ora in edizione libri del Corriere della sera, Milano, 2011, p.255): “La legislazione lascia fuori dal proprio campo quello che gli inglesi chiamano il submerged tenth, il decimo sommerso degli incapaci (sic!-nota di Eugen Galasso, chiaro) , dei costituzionalmente deboli (ri-sic!), dei deficienti (…!), dei criminali, dei vagabondi, degli oziosi(…).  A parte l’accostamento di “vagabondi” e “oziosi” ai “criminali”, c’è da notare che “vagabondi” non si sa che cosa voglia dire, anzi meglio non capirlo, “oziosi” è il classico incasellamento che dai “liberali autoritari” è sempre stato fatto…”Uomo d’ordine”, ovviamente, il “grande Einaudi”, come oggi lo è “l’uomo del loden” Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 26 February, 2012
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo