sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( VI parte)






Gli occhi
gli occhi
gli occhi
non li vedono


Gli occhi
gli occhi
gli occhi
non li vedono
non li hanno mai visti


altrimenti non ucciderebbero


La mia disperazione
è cominciata
allora
quando per la prima volta
ho guardato negli occhi


Impossibile
vivere
senza urlare
finchè la gola resiste


Impossibile
vivere
senza
urlare.


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Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho sfegiato il sergente


ma dico sul serio
avrei voluto ucciderlo
avrei voluto ucciderlo
e l’ucciderei ancora


se potessi
se potessi


Quando mi hanno portato
qui dentro
piangevo di rabbia


Quando mi hanno portato
qui dentro è
piangevo di rabbia


E ancora la rabbia da anni
mi brucia le viscere
e mi consuma il cervello


e ancora
la rabbia
la rabbia
da anni
da anni
mi brucia
le viscere
e mi consuma il cervello


Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho sfregiato il sergente


E ancora la rabbia da anni
mi brucia le viscere
e mi consuma il cervello.


Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho tirato un coltello


in direzione del sergente
in direzione del sergente
in direzione del sergente


ma purtroppo
ma purtroppo
ma purtroppo
non l’ho preso
ma purtroppo
non l’ho ammazzato


Dovevo ucciderlo
Dovevo ucciderlo


Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho tirato il coltello


in direzione del sergente.


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La testa fra i ceppi


Li hanno modellati
per i pazzi


a forma
concava


sul modello del cranio


Certamente non possono
essere precisi


Ce ne vorrebbero
troppi


Ce ne vorrebbero
a molte dimensioni


Bisognerebbe tagliarli
con curvature
diverse


Non so se m’intendi
il nostro
lavoro
è un pò complicato


Però io non c’entro
sono
un semplice
sorvegliante


io faccio il mio mestiere


faccio il mio mestiere
e basta!


Ma anch’io ho una testa
per riflettere!


Anch’io
ho un’esperienza


Sono qui da vent’anni
e so
molte cose


Bisognerebbe tagliarli
con curvature
diverse


Non so se m’intendi
il nostro
lavoro
è un pò complicato


Si tratta
di matti!


La testa
capisci?


La povera
testa
malata!


Mi parlava
con aria competente
con atteggiamento da lunga esperienza
con qualche
sguardo
malizioso
con occhiate
d’intesa


La testa
capisci?


La povera
testa
malata!


Se vieni
ti porto
a vedere


ti porto
a vedere
Vincenza


“la nostra
bimbetta”


La chiamiamo così
in modo affettuoso
perchè ci fa pena


perchè l’abbiamo
accolta
qui
da bambina


aveva
quattro anni


Ebbene è malata
è molto malata
ti porto a vedere
vedrai la sua cella


vedrai che è legata


La testa fra i ceppi
a capo del letto


E poi se la sleghi
(ci abbiamo provato!
ci abbiamo provato!)


ti guarda impaurita
(lo sai non capisce)


e cade per terra


e batte la fronte


e grida


e non parla


Mi ha detto il dottore
(un grande scienziato
un grande scienziato
che sa quasi tutto)


tenetela ferma!


perchè la slegate?


Ha male qui dentro
Ha male alla mente
Ha male al cervello


tenetela ferma
tenetela fissa!


Guardate il suo sguardo


Lo sguardo è smarrito


Ha male qui dentro
Ha male alla mente
Ha male al cervello


tenetela ferma
tenetela fissa!


La testa fra i ceppi.


—————————————————


A Primo Levi


Come fai a dire – proprio tu che ne sei stato vittima –


Come fai a dire
che sono parole
che sono opere
non più comprensibili?


Tu dici: Auschwitz non è in noi
Io dico: Noi siamo Auschwitz


Anche noi
Anche noi
Siamo diligenti
Siamo tranquilli
Siamo volgari
Siamo piatti
Siamo indifferenti


E non è l’ira
non è la collera
che ha capovolto
il comandamento
– Tu non ucciderai!


E non è l’ira
non è la collera
che ha capovolto
il comandamento
– Tu non ucciderai!


Continuiamo a vivere
Continuiamo a vivere
sugli esclusi


proprio come Stark
proprio come Heidegger
proprio come Faulhaber
proprio come Eichmann


Continuiamo a vivere
continuiamo a vivere
sugli esclusi


E per me
E per te
E per tutti
risuona
ancora


risuona ancora


La tragica denuncia dell’Apocalisse


– Poichè tu non sei
nè caldo
nè freddo
io ti vomiterò –


—————————–


Eppure noi qui dentro
non possiamo far altro che rantolare
mentre voi ci strozzate.

Pubblicato il 15 March, 2017
Categoria: Notizie

sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( V parte)



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La vita per cui sei nato

 

Ti spiegherò io

come funziona

la fabbrica


e sicuramente capirai

e capirai senz’altro

che la tua vita è quella


che quella è

la tua vita


la vita per cui sei nato


D’altra parte

non hai altra scelta


d’altra parte
non hai altra scelta


a meno che tu

non voglia

ribellarti


ma non te lo consiglio


a meno che tu

non voglia

ribellarti


ma non te lo consiglio


Potresti essere solo

Poresti essere ridicolo

tutti ci stanno e tu no:


pensa

che risate!


pensa

che vergogna

per te


pensa

che disagio

per noi


e forse

chi sa? chi sa?


forse

ti porterebbero

via


al manicomio


Ti spiegherò io

come funziona

la fabbrica


e sicuramente capirai

e capirai senz’altro

che la tua vita è quella


che quella è

la tua vita


La vita per cui sei nato


D’altra parte

non hai altra scelta


d’altra parte

non hai altra scelta


a meno che tu

non voglia

ribellarti

ma non te lo consiglio


a meno che tu

non voglia

ribellarti


ma non te lo consiglio


perchè sono ancora

tuo amico


e voglio

continuare

a esserlo


nei limiti del possibile.

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Tensione interna nella testa e nelle membra

Ansia

Capogiro

La morte intravista con paura

e vagheggiata con gioia

Violento desiderio di vivere

e profondissimo desiderio di riposo.

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Se esco da questo squallore

da questo squallore senza nome


da questo squallore

da questo squallore


siamo giovani vecchi bambini


tutti senza futuro

tutti ammassati

tutti isolati


tutti senza futuro

tutti senza tempo


tutti senza futuro

tutti senza tempo


tutti vuoti

tutti vuoti


Li hai visti i manichini?


Li hai visti come sono?

Li hai visti come sono?


Specialmente la sera

Specialmente la sera


quando sembrano ancora

più vuoti


quando sembrano ancora

più vuoti


nella luce finta


nei bagliori delle insegne


che s’accendono


che si spengono


che s’accendono


che si spengono


come i ritocchi

di una campana


che t’impedisce

di dormire


come i rintocchi

d’una campana


che t’impedisce

di dormire


Se esco da questo squallore

da questo squallore


Se esco fuori

mi ammazzo


Per tornare

finalmente

nel nulla


Per tornare

finalmente

nel nulla


Voi direte: gesto insano

di un pazzo

fuggito

dal manicomio


Io non so perchè il sole

non scappa


Come fa a sopportarvi?

Come fa a sopportarvi?


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I miei occhi non vedono

Le mie labbra

Le mie labbra

Le mie labbra tremano

e loro colpiscono ferocemente


Se la testa mi duole

Se la testa mi duole

Se la testa mi duole

le mie labbra tremano

e loro colpiscono ferocemente


Se non grido mi picchiano

e se grido

e se grido


Se la gola si stringe

Se la gola si stringe

Se la gola si stringe

Se la gola

Se la gola

Se la gola si stringe

non solo loro che strozzano


Mi strozzava l’angoscia

già da prima


Io capisco

capisco

capisco

capisco

Ma non posso parlare


Io non so che succede


Non ricordo che cosa


Se potessi

Se potessi


Se potessi spaccare

la mia fronte


correrei contro il muro

e sarebbe un sol colpo

nella cella di pietra

dove vivo da anni.

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Non dobbiamo

leggere

la storia

con animo

spassionato


Dobbiamo leggerla

con la disperazione

col furore

con la rivolta


Dobbiamo leggerla

con le passioni

che ci consumano.

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L’ordine è uccidere


uccidere sempre

uccidere in qualunque condizione


uccidere tutti


uccidere gli ebrei

uccidere gli slavi

(ci vorrà molto tempo per sterminarli tutti!)

uccidere i comunisti

uccidere i disertori

uccidere gli incerti

(il dubbio è delitto contro il partito!

il dubbio è una debolezza imperdonabile!)


L’ordine è uccidere


uccidere sempre

uccidere in qualunque condizione


uccidere tutti


E noi uccidiamo

E noi uccidiamo

E noi uccidiamo tutti

E noi uccidiamo in qualunque condizione

e noi uccidiamo


Io ho sparato

ho sparato

ho sparato

ho sparato e continuo a sparare

anche se la testa mi duole

anche se la testa

anche se la testa

anche se la testa mi duole


Se la testa mi duole

22 Ottobre 1941

Dopo la ricognizione delle strade

effettuata personalmente dal comandante

della prima brigata

fanteria SS.

le unità proseguono

la marcia

in direzione Konotop.


Le condizioni delle strade

continuano

continuano

continuano a mantenersi

eccezionalmente cattive


Anche se la testa mi duole.

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Pubblicato il 11 March, 2017
Categoria: Notizie

sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( III parte)






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I guardiani del campo


Io volevo ammazzarmi
e me l’hanno impedito
e me l’hanno impedito


Io volevo ammazzarmi
e me l’hanno impedito
e me l’hanno impedito
Senza noi che fareste?


Io volevo morire
e me l’hanno impedito
Senza noi che fareste?
Che fareste?


Mancherebbe il lavoro
ai guardiani del campo.
Mancherebbe il lavoro
ai guardiani del campo
ai guardiani del campo.
—————————————————


Il sole


diventa rosso


ogni sera


perchè si vergogna
il sole
diventa
rosso
ogni sera
perchè si vergogna


perchè si vergogna
di aver
fatto
il giro


di aver
fatto
il giro
di questa
nostra
terra


di questa
nostra
terra
schiava


di questa
nostra
terra
che muore


Il sole


diventa
rosso


ogni sera


perchè si vergogna


perchè si vergogna
di avere
fatto
il giro
di questa
nostra
terra
di questa
nostra
terra
schiava


di questa
nostra
terra
che muore


Tra le colline
livide di polvere


tra le vallate
aspre di pietre


io ho
lavorato


ho lavorato molto


poi
quando
avevo
lo sguardo
spento


come
un cavallo
stanco


mi hanno
messo da parte
nella paglia


come
un cavallo
stanco


poi
quando
avevo
lo sguardo
spento
come
un cavallo stanco


mi hanno
messo da parte
nella paglia
come
un cavallo
stanco


Il sole


diventa
rosso


ogni sera


perchè si vergogna


il sole
diventa
rosso
ogni sera
perchè si vergogna


perchè si vergogna
di aver
fatto
il giro


di aver
fatto
il giro
di questa
nostra
terra


di questa
nostra
terra
schiava


di questa
nostra
terra
che muore
————————————————————


Non conosco la gioia
da quel giorno


Li ho incontrati
Li ho incontrati per caso?


Mi han detto
ti prendiamo con noi


Mi prendete con voi?
ti prendiamo con noi


Non conosco la gioia
da quel giorno.
—————————————————


Lo so che tutto quello che mi è accaduto
vi è sembrato strano


Ma so anche
che non avete
capito
nulla


Non avete capito nulla e non me ne importa nulla


Vi ho incontrati sulla Neckar e vi ho detto:
non esistono più
i fiumi


Mi avete incontrato sulla Neckar
e volevate sapere
e volevate sapere
e volevate sapere


ma non vi ho risposto
e non vi risponderò


ma non vi ho risposto
e non vi risponderò mai


Mi avete aggredito
e non mi sono difeso


Sapevo anche troppo bene
che sarebbe stato inutile


Mi avete interrogato
e non mi sono difeso


Sapevo anche troppo bene
che sarebbe stato inutile


Mi avete serrato le braccia
e trascinato in Manicomio


e sono venuto senza nemmeno protestare


Non ho protestato
Non ho protestato


Apparentemente
Apparentemente


Mi ero chiuso in me stesso


Mi ero chiuso in me stesso
per sottrarmi
a un’esistenza
divenuta
sempre
più
assurda


Mi avete chiuso in cella
e non mi sono difeso


Sapevo anche troppo bene
che sarebbe stato inutile


Grida pure
vi sarà
qualcuno
che ti risponde?


Grida pure
vi sarà
qualcuno
che ti risponde?


Così diceva
Temanita


Così diceva
Elifaz Temanita
a Giobbe.
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Grande incertezza, inquietudine, senso di
disorientamento.


In sogno corpi che bruciano.
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Vorrei avere la rapidità della luce
per attraversare lo spazio
senza ostacoli


Se la terra avesse la velocità della luce!


Se la luce
Se la luce
Se la luce del sole ci raggiungesse
non saremmo come siamo
sempre disperati
e continuamente feroci


Non saremmo come siamo
sempre feroci
e continuamente disperati


Mi pesano i sassi che ho dentro
mi pesano i sassi che ho dentro


Mi hanno detto – il Sole!
io non conosco il sole
perchè i lupi
la notte
perchè i lupi
la notte
mi spaventano con le loro grida
m’inseguono
mi uccidono
mi divorano


e ridono come nei giorni di festa


Io non capisco
non parlo
non mi muovo
non fuggo


non parlo
non mi muovo
non vedo
aspetto di ritornare
aspetto di ritornare nel sole
per morire
per morire nel fuoco
per morire come sono nato
per morire
per morire come sono nato
per morire nel fuoco bruciando
bruciando
bruciando come i soldati
come i negri
come i soldati
come i negri
come i buddisti
come i bambini


Come i bambini di Londra e di Desdra
come tutti
come tutti nel fuoco
come tutti nelle fiamme di Hiroschima
come tutti nella serenità della morte


Io sono un sasso
sono una torre
sono un uomo di pietra


perchè ho guardato negli occhi
perchè ho guardato negli occhi


perchè ho sputato
perchè ho vomitato
perchè ho battuto la testa nel muro
perchè volevo vivere
e mi sbagliavo
e mi sbagliavo sul serio


e loro lo hanno capito
e mi hanno chiuso qui dentro
e dovrebbero soffocarmi ogni giorno


e dovrebbero soffocarmi
perchè io sono colpevole


colpevole di essere nato
colpevole di vivere
colpevole
colpevole perchè un giorno morirò
e non potrò più gridare
e sarò disperato
senza saperlo.
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Pubblicato il 7 March, 2017
Categoria: Notizie

sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( I parte)




Pubblicazione sulla Rivista “Psico-terapia e scienze umane“, aprile-giugno 1974



I moderni sistemi d’indebolimento o di annullamento della volontà individuale con i metodi psicologici e farmacologici sono molto efficaci e più radicali di tutte le torture antiche e moderne.
Si può togliere il pensiero e la volontà in modo silenzioso rapido e pratico senza bisogno di sporcarsi le mani.
Non c’è bisogno di mutilare, non è necessario uccidere, basta consumare i cervelli fino a ridurli all’assenso costante definitivo, fino a portarli alla sottomissione più completa.
Parallelamente le possibilità di guidare le moltitudini come e dove si vuole sempre senza violenza fisica e senza versare sangue.
Questo uno degli aspetti più minacciosi dell’applicazione della scienza nella civiltà contemporanea e futura.
Una civiltà di tutti i popoli, di tutte le culture, e d’infinite relazioni umane che potrebbero essere l’apertura per un mondo d’infinite libertà e che invece sta sviluppando dal suo intimo un potere d’oppressione senza precedenti.
Questo un problema serio e concreto per uomini che abbiano ancora la capacità di preoccuparsi
. Giorgio Antonucci


<<Nel profondo del nostro
animo
fluttua un’ansia
di donarsi liberamente
a qualcosa di più alto.>>
(Goethe)
A Noris, con ammirazione

<< Noi siamo come malinconici viaggiatori in una sala d’aspetto di terza classe e tra queste pareti bianche e disadorne aspettiamo un treno che non arriverà mai>>.
Scritto sul muro di un manicomio.
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Se mi ascolti
e mi credi
posso raccontarti
in che modo
sono finita
qui dentro

in che modo
sono finita
qui dentro

posso raccontarti
cos’è accaduto
quando avevo
sedici anni

La mia storia
è molto
semplice

La mia storia
è semplice
e chiara

La ricordo assai bene
e posso parlarne
con serenità
nonostante tutto

Nonostante il ricovero a tradimento
Nonostante gli interrogatori dei primi tempi
Nonostante
gli insulti

Sei agitata!
(io mi ribellavo)

Sei incomprensibile!
(io cercavo di spiegarmi
e di sapere)

Sei pericolosa!
(io mi difendevo)

Nonostante la camerata e il cortile
dove il sole e la luna
concedono poco
per mancanza di spazio

Nonostante i miei anni
senza nulla

La mia storia
è semplice
e chiara

e la ricordo assai bene
e posso parlarne
con serenità

se mi ascolti

se mi ascolti
e se hai il coraggio di credermi

e se hai
il coraggio
di credermi

perché vedi
non mi ha
mai
creduta
nessuno

perché
non mi ha
mai
creduta
nessuno

Ho perduto le gambe sotto il treno

Per loro fu un tentativo di suicidio

Io potrei dirti

forse è successo
per disgrazia

forse volevo uccidermi

Ma che t’importa perché è successo?

Per loro non fu disgrazia
Per loro non fu disperazione

Per loro fu pazzia

loro spiegano
tutto
con la pazzia

e sono venuta qui dentro
e ci resto

e debbo ringraziare l’infermiera
se la mia seggiola a rotelle
viene spinta

dalla cella
al cortile

e dal cortile
alla cella

perché così la mia vita
anche se squallida
non è monotona del tutto

perché così la mia vita
anche se squallida
non è monotona del tutto

Se mi ascolti
e se hai il coraggio di credermi
la mia storia
come vedi
è molto semplice.
————————————————————–
Il mulino di Gemona

L’acqua salta giù dai monti
e fa girare la ruota
fa girare al ruota del mulino

la ruota
gira
gira
gira
e non sa come mai

intanto il grano diventa farina

Il vento salta giù dai monti
e porta via la farina
ma non si sa dove
ma non si sa dove.
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Manicomio di Gemona
400 recluse

Per esempio Bernarda
aveva quattro anni
non la voleva nessuno
l’hanno chiusa qui dentro

Ora ne ha trenta
ma se vuoi
puoi ripassare tra trent’anni
allora ne avrà sessanta

e continuerà ad aspettare
in silenzio.
————————————————————-
Vedendo Gemona dall’orizzonte

tra questi monti
altissimi

non si penserebbe mai
come vivono gli uomini

non si penserebbe mai
come vivono
gli uomini.

Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza

(la torre i monti la grande apertura del cielo)

Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza

perché la verità
è un’altra.
—————————————————-
Quando sono venuto
mi hanno interrogato
eccetera eccetera
Mi hanno denudato
eccetera eccetera
Mi hanno frustato
eccetera eccetera
Mi hanno sputato
eccetera eccetera
Dovevo cacare e pisciare
nella cella
eccetera eccetera
Nella ciotola di mollica
mangiavo con avidità
una broda da maiali.
————————————————————-

Se tu avessi capito
fino a che punto
l’umiliazione
può distruggere un uomo

se tu avessi capito
se tu avessi capito

sapresti uccidere

sapresti uccidere senza pietà

Tu non mi senti ma io ti voglio dire lo stesso
ti voglio dire
ti voglio dire
che non è il dolore
che non è la tortura
ch’io provo

Ti voglio dire anche se non mi senti
Ti voglio dire che non è paura
non è paura
non è paura

non sono gl’incubi
che attraversano
che attraversano la mia testa
che attraversano la mia cella
e che bruciano i miei occhi
come il fuoco del sole

Ti voglio dire anche se non mi senti
che non ho mai gridato
che non ho mai gridato
per le mie torture
per le mie torture che subisco da anni

Potrebbero tagliare
Potrebbero tagliare
senza farmi nulla

Ma se urlo
Ma se urlo
ma se urlo a pieni polmoni
e vorrei urlare sempre
se mi bastasse la gola
se mi bastasse la voce

Ma se urlo
come un lupo ferito
è la mia umiliazione
che non ha nome
che non ha fine
che non ha vendetta

Se tu avessi capito
fino a che punto
l’umiliazione
può distruggere un uomo

Se tu avessi capito
Se tu avessi capito

sapresti uccidere

sapresti uccidere senza pietà.
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Pubblicato il 28 February, 2017
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo