Intervista a dr. DAVID COHEN sui nuovi “promettenti farmaci antipsicotici”

Dopo la sua testimonianza all’Assemblea Generale del Vermont, Dendron ha chiesto al dr. Cohen qualche commento a proposito dei nuovi farmaci neurolettici, che sono chiamati neurolettici atipici, come la clorazina, il Risperidone e le olanzepine.

Domanda: Abbiamo visto dai rapporti medici che il cervello sembra “pasare al contrattacco” dopo un uso prolungato di neurolettici.

Cioè il neurolettico può spesso causare una modifica drastica nel cervello che porta a un peggioramento dei problemi emozionali e mentali che la persona originariamente aveva, e che questi problemi indotti dai farmaci possono essere particolarmente resistenti e persistenti. Talvolta questo effetto di rimbalzo si svela all’inizio durante la sospensione, sotto forma di una “sindrome di interruzione”. Che cosa ha da dirci a proposito degli ultimi psicofarmaci? Ci può commentare l’impatto sul cervello di questi nuovi neurolettici “atipici”?

Dr. Choen ha risposto: I neurolettici atipici sono chiamati “atipici” perchè

 

1) sembra che abbiano per bersaglio differenti fammiglie di recettori della dopamina ed altri neurotrasmettitori, rispetto ai neurolettici d’uso comune dagli anni ’50

2) sembra che producano minori sintomi extrapiramidali (movimenti anomali) dei vecchi neurolettici. Ho detto “sembra” perchè, ad una osservazione più attenta, e col passare del tempo, tutti i neurolettici atipici producono, più o meno frequentemente, gli stessi effetti dei vecchi.

Il Risperidone per esempio, dai due anni dalla sua introduzione è stato con sicurezza ritenuto responsabile di tutti i sintomi extrapiramidali, inclusi la “discinesia tardiva” e la sindrome maligna da neurolettico (che può essere fatale se non si interviene in tempo).

In ogni caso, basandoci su quel che conosciamo di 45 anni di psicofarmacologia clinica e sperimentale, è piuttosto irragionevole aspettarsi che una droga che immobilizzi una persona agitata o un animale, che blocchi la capacità di pensare o certi pensieri inesistenti, e che perlopiù rende le persone indifferenti, non produca prima o poi un qualche tipo di effetto tossico.

In altre parole, bisognerebbe considerare come una caratteristica fondamentale l’azione che questi farmaci hanno sul funzionamento dell’organismo, (lasciando da parte le funzioni del pensiero) che paga il prezzo di avere le sue funzioni vitali (giudizio, psicomotricità), profondamente compromesse dal farmaco.

Il prezzo pagato per l’effetto “antipsicotico” dei vecchi neurolettici sono state le epidemie di discinesia tardiva e di altre patologie motorie e molto probabilmente anche della demenza.

Perciò, dal momento che i cosidetti neurolettici atipici sono stati dimostrati efficaci quanto i “tipici”, vorremmo porre un interrogativo:

“Che prezzo verrà pagato, e da chi, per la loro azione “antipsicotica”?”

 

 

 

Liberamente, giornale di critica alla medicina autoritaria, maggio giugno 2000

Dal sito MindFreedom cercando Dendron 39/40

 

Traduzione Anna Laura Morello, nov 1999

Pubblicato il: 1 August, 2008
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo