Paula Cooper è tornata in libertà. Salvata dalla pena di morte con un appello di Giorgio Antonucci e Piero Colacicchi
Dopo ventisette anni di carcere Paula Cooper (http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2011/05/25/paola-cooper-16-anni-aspettava-l%E2%80%99esecuzione-della-condanna-a-morte-piero-colacicchi/) ha ottenuto in questi giorni la liberazione anticipata per buona condotta. Paula, che in carcere si è laureata ed ha seguito corsi di specializzazione in vari mestieri, ha oggi 42 anni ed è quindi ancora sufficientemente giovane per potersi ricostruire una vita in libertà.
Questo, però, se la città di Gary nell’Indiana dove vive, glie lo permetterà.
Infatti un articolo con la notizia della sua vicina liberazione, uscito in anticipo su uno dei principali giornali di quella città con la sua storia e il suo reato, è stato subito commentato da 165 persone, due soltanto delle quali hanno approvato la decisione del tribunale. Tutti gli altri hanno affermato con toni estremamente violenti che Paula “pericolosa assassina”, “mostro di crudeltà e di ipocrisia”, “puttana che ha ottenuto la libertà facendo sesso con tutti” ecc., avrebbe dovuto esser ammazzata ( il termine più usato è fried, cioè fritta) o che almeno avrebbe dovuto rimanere in carcere per il resto della vita.
Pubblicato il 22 June, 2013
Categoria: Notizie
ADHD e Merano – Eugen Galasso
La psichiatria, anche quando la cosa non “appare”, sembra essere aggettante, incombente nella vita e sulla vita di tutti/e le persone. Ciò, secondo attendibili informazioni provenienti dalle “fonti educative” che meglio conoscono i bambini e le bambine, sarebbe prassi corrente quanto indiscussa a Merano, “ridente cittadina termale” (già Kafka vi andava per curare i suoi disturbi polmonari, invero con esito non eccelso), cioè dell’Ovest altoatesino, cioè i genitori, avverrebbe nelle scuole primarie soprattutto di 1°grado del luogo, dove i bambini considerati affetti da ADHD (deficit di attenzione e iperattività, in molti casi definita dalla psichiatria come “sindrome” ossia come “complesso di disturbi”, quale “comorbilità”, nel “migliore dei casi” quale “disturbo semplice”, pur se in genere prevale la diagnosi di “sindrome da ADHD”) fanno una sorta di doposcuola in psichiatria, venendo sottoposti (pare)a test ma anche a somministrazione di Ritalin. Una considerazione, da persona che un tempo, per decenni, ha avuto consuetudine non solo dell’Alto-Adige, essendo bolzanino di nascita, ma di Merano e del Burgraviato (la valle che collega Terlano a Merano), operandovi ma anche trascorrendovi qualche raro soggiorno di “riposo”: la popolazione meranese e circonvicina, di lingua italiana e/o tedesca o anche mistilingue, con le indubbie differenze del caso, è legata a norme non scritte molto rigide: disciplina, obbedienza verso i superiori (insegnanti, medici, preti, dove questi ultimi estendono la loro influenza molto al di là del lecito, con interferenze inaccettabili) sono valori interiorizzati e “assorbiti” in modo incondizionato, per molte persone, per cui i bambini vengono affidati agli psichiatri, quasi fossero dei benefattori e dei filantropi…
Pubblicato il 6 June, 2013
Categoria: Notizie
Cervello, psiche, anima – Eugen Galasso
Si riapre un discorso sull’ “anima”, termine controverso, anche perché troppo connotata in senso religioso e metafisico. Nella cultura ebraica (Antico Testamento), per es., di “anima”, propriamente detta non si parla (in ebraico è “néphèsh, “soffio vitale”, che non ha la connotazione dell’ “anima” proriamente intesa), mentre è poi un termine greco (psychè, da cui anche, con notevoli slittamenti semantici, deriva “psiche”…) a”fare la differenza”…Ma se per “anima” intendiamo l’Ego, la coscienza (eventualmente supportata quanto fecondamente “minacciata” da quel coacervo di impulsi, istinti, sensazioni ed emozioni che la psicoanalisi chiama “inconscio”, interpretandolo variamente), allora sappiamo che quanto intendiamo per “cervello” non può fare tutto, ossia non può determinare tutta la vita psichica… Nel XVIII° secolo, un chirurgo e pensatore radicalmente materialista e meccanicista, Cabanis, affermava: “L’anima, io non l’ho trovata sotto il mio scalpello”,
Pubblicato il 6 June, 2013
Categoria: Testi
Residenze Sanitarie psichiatriche: riflessioni. Contenzione e valutazione del distress lavorativo- Vito Totire
Il luttuoso episodio verificatosi a Casalecchio il 27 agosto 2012 che ha determinato la morte di un giovane di vent’anni impone alcune riflessioni.
Da decenni portiamo avanti un approccio “non psichiatrico” a questioni che le istituzioni ritengono di poter affrontare con metodi violenti e custodialistici.
L’episodio di cui stiamo parlando può diventare un evento-sentinella che contribuisce a trovare la forza per nuotare controcorrente con rinnovato vigore,cercando di evitare errori che sono frequenti e, a volte, automatici, quali la classificazione dell’episodio come “errore umano”, si intende, errore umano degli operatori presenti al momento dell’episodio;
occorre spostare i riflettori dall’ottica della “colpa individuale” alla analisi delle costrittività organizzative e della inadeguatezza del sistema;
occorre cioè evitare la logica del “capro espiatorio” e cercare eventuali incongruenze e costrittività organizzative ; in linea di massima questo significa valutare se un comportamento che può senza dubbio essere considerato sbagliato o inaccettabile non sia causato o concausato da un carico eccessivo di fatica fisica o mentale o comunque essere correlato ad una sinergia negativa tra basso livello di autonomia e gravosità del compito;
si tratta, a mio avviso, di proporre ed adottare una chiave di lettura quale quella proposta da Karasek per la valutazione del distress lavorativo;