“Apologia dell’ateismo” di Giuseppe Rensi – Accuse di pazzia – Eugen Galasso
Leggendo questa “Apologia dell’ateismo” di Giuseppe Rensi, filosofo veronese (1871-1941), ora ripubblicata da Anteo – La Fiaccola, Catania, con la vecchia prefazione di Renato Chiarenza(del 1967, mentre la prima edizione è del 1924), ho scoperto l’opera forse principale di un autore bistrattato dal dominio crocio – gramsciano, decisamente importante. Ma non è di filosofia che intendo qui parlare, bensì del reiterato uso delle accuse di “pazzia” e “follia”di cui il filosofo fa uso, qui per chi coltivi una concezione, anche paradossale, di una realtà (“Dio” o come lo si voglia chiamare) che sfugga al percepibile, a quanto è inquadrabile nelle categorie di spazio, tempo, causalità etc. Quanto non si vede e non si tocca non è, è Non Essere, per Rensi e fin qui potremmo al limite essere d’accordo (non chi scrive, ma importa poco); il problema è dare del “pazzo” a chi non pensa come si vorrebbe (qualche persona vorrebbe) che pensasse: “Negare l’ateismo è cadere nel’ allucinazione, nella pazzia, nella mentalità crepuscolare dei bambini e dei selvaggi, incapaci di distinguere l’è dal non è…chi non riconosce la verità del quale (dell’ateismo:sott.), è fuori della ragione, è pazzo” (op.cit., p.13). Convinto come sono, personalmente, anche sulla base della lettura di altri testi rensiani (pochi, purtroppo, dato che è impossibile leggere tutto…), del fatto che Rensi non avrebbe fatto sottoporre nessuna persona a un TSO per “difetto di pensiero” (presunto, beninteso), ritengo però atroce che si possa passare alla definizione di “pazzia” per chi non rientri in certi canoni di pensiero “retto”. Lasciando perdere le grandi opzioni di pensiero (teismo, deismo, panteismo, ateismo, ma consentite anche un povero gnostico-non “agnostico”, si badi…-di citare la propria “opzione preferenziale”)vorrei ricordare quanto scritto e detto più volte da Giorgio Antonucci: di una signora sottoposta a ripetuti ricoveri coatti in manicomio e poi in clinica psichiatrica in quanto fedele di Padre Pio. Lontanissimo chi scrive da ogni affezione per il Beato poi Santo (con cui comunque la Chiesa ufficiale ebbe vari contrasti e problemi, superati solo a fine degli anni Novanta con la beatificazione e poi nel 2002 con la proclamazione di santità), è però da affermare con chiarezza che il pensiero di ogni persone deve essere rispettato, passando, semmai, a misure di reprimenda se la persona in questione volesse imporre le proprie opinioni e convinzioni agli altri. Credo sia una piccola lezione di tolleranza (che ancora una volta viene dal dottor Giorgio Antonucci) fondamentale per capire le cose.
Eugen Galasso
Pubblicato il 20 February, 2013
Categoria: Testi
Sul discorso di Giorgio Antonucci alla celebrazione del “Premio Giorgio Antonucci” – Eugen Galasso – VIDEO “Premio Giorgio Antonucci”
VIDEO: YOUTUBE :http://www.youtube.com/watch?v=UZ-yLEAfaog
http://www.youtube.com/watch?v=yeI19yvXt9Q
http://www.youtube.com/watch?v=-96RAeULt-0
In un discorso denso, breve, efficace, in occasione del conferimento del Premio Antonucci, lo stesso dott. Giorgio Antonucci, vero operatore “oltre e contro” la psichiatria, ha tracciato alcuni confini invalicabili: quello per cui un giudizio arbitrario e a-scientifico (“la psichiatria non è una scienza”, ha ripetuto, citando sia Thomas Szasz sia, partendo da diverse motivazioni, Ron Hubbard, fondatore di “Scientology”); da entrambi i pensatori (Szasz, scienziato, più di Hubbard, ma anche Hubbard, in quanto comunque persona molto pensante, pur se in ambito letterario-spirituale, mentre appunto Szasz era uno scienziato epistemologo) o meglio dalla convergenza di due approcci diversi ma non distanti
nasce il CCDU (Comitato cittadini per i diritti umani), che si batte contro la psichiatria. Due esempi molto concreti (come sempre, peraltro) nel discorso, anche ironico e autoironico, di Antonucci, anzi di un dott. Giorgio Antonucci in buona forma e chiarissimo nella sua comunicazione:
A) Quale dimostrazione della non- scientificità della psichiatria: un tempo l’omosessualità era considerata malattia mentale, ma poi gli psichiatri, soprattutto americani, si erano accorti che anche tra loro c’erano degli omosessuali, dunque? Si toglie lo stigma agli omosessuali. Immaginatevi, dice Antonucci,se parlando di malattie vere, quelle fisiche, organiche, si può fare altrettanto: per dire, da un giorno all’altro: “Aboliamo il tumore della prostata”. Avrebbe conseguenze terribili, appunto perché non saremmo nel campo del pre-giudizio ma del giudizio scientifico; B) In un processo, la stessa persona incriminata avrà pubblici accusatori che lo vogliono “pazzo” per scagionarlo (facendogli ancora più male, ma questo è un ragionamento ulteriore) e chi invece lo vuole “sano di mente” per scagionarlo. Ecco, dunque, la situazione kafkiana, per cui qualche persona è considerata “strana” magari perché si veste in modo eccentrico e qualcuno riesce a farla ricoverare in quanto sottoposta a TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) . Dunque, per tornare al nocciolo del problema, individuato da Antonucci con la consueta lucidità e chiarezza, il problema è l’arbitrio di uno Stato che si dice “democratico” e “di diritto”, ma che poi, agendo arbitrariamente, fa ricoverare le persone in quanto ritenute, appunto arbitrariamente,”incapaci di intendere e di volere” e quindi anche “pericolose per sé e gli altri”.
Eugen Galasso
Pubblicato il 11 February, 2013
Categoria: Notizie
Incontro/Dibattito: “R.S.P.:Effetti Collaterali.Le regole, le leggi, i desideri” – Eugen Galasso
Importante, il convegno “Effetti collaterali. Le regole, le leggi, i desideri” (importante, l’ultimo punto, in una Bologna erede del 1977, con l’accentuazione-Deleuze e Guattari “maestri” dei desideri, in specie oggi, con un governo, se pur dimissionario, di solo rigore e sacrifici…Chi “non ci sta” deve farsi sentire, giustamente), in programma venerdì 8 febbraio alle 18 appunto a Bologna, organizzato dal Centro di relazioni umane e da Lab 57/Alchemica-Laboratorio Antiproibizionista, presso la Sala Benjamin di Via del Pratello 53 nella città felsinea. Relatori la coordinatrice del Centro di relazioni umane, dottoressa Maria D’Oronzo, psicologa e continuatrice -insieme al suo maestro Giorgio Antonucci – del pensiero antipsichiatrico, cioè del pensiero (in cui l’estensore di questa nota si riconosce in pieno) per il quale la psichiatria è una forma di repressione del comportamento e del pensiero, una pratica contraria alla libertà. L’avvocato Francesco Miraglia, attivo a Modena e Reggio Emilia, co- autore del libro “Mai più un bambino” e molto impegnato contro le sottrazioni di bambini alle loro famiglie, poi psichiatrizzati e collocati in “Case famiglia”, esperto di Pedagogia familiare. Il dottor Vito Totire, colonna, per “Medicina democratica”, di una visione umana e civile (chiaro che si tratta, prima che di un’endiadi, dello stesso concetto) della medicina, al servizio del cittadino e non come obbligo-imposizione allo stesso, del citato LAB 57, dell’Unione sindacale di base, di cooperative sociali e di cittadini (molti, si spera) partecipanti all’iniziativa. Nel momento in cui, con la prossima legislatura, il Parlamento dovrà affrontare il “Progetto Ulisse” dell’onorevole-psichiatra Carlo Cicciòli, che prevede un prolungamento del controllo sulla vita del paziente psichiatrizzato, in cui finalmente si ha l’avvio di un procedimento contro i responsabili di “Casa dolce”, struttura “protetta” di Casalecchio in cui mezzo anno fa è morto (“ammazzato”, in effetti, fatta salva la garanzia degli imputati, la “presunzione d’innocenza”) Michael Passatempi, degente presso la struttura stessa, un convegno come questo assume un’importanza notevolissima, in specie per sensibilizzare i cittadini sulla necessità di bloccare improvvide iniziative che rischiano di farci precipitare in un’ulteriore barbarie repressiva. A chi, lontano, legge e apprende da Internet, tramite lo stesso Resto del Carlino.it, del procedimento contro gli “aguzzini” (presunti, ripeto, a scanso di equivoci) di Passatempi, sovviene un’altra informazione, un atto certo meno grave, volendo: nelle montagne del Modenese, per strada, un automobilista, ha investito un cucciolo di lupo, certamente non pericoloso (come ormai ognuno sa). Ecco: Passatempi, vittima di regolamenti assurdi, è morto indifeso come il povero lupacchiotto che non faceva male a nessuno. Sarà una rappresentazione un po’ “buonista” e “con il cuore in mano”, semplicistica, volendo, che però rende violenze di strutture contro singoli (esseri umani e in genere esseri viventi) che hanno il solo torto di voler vivere per contro proprio, al riparo dal “branco umano”, quello che spesso propone-impone- caldeggia violenze organizzate.
Eugen Galasso
Pubblicato il 1 February, 2013
Categoria: Testi
Incontro – Residenze Sanitarie Psichiatriche. Effetti Collaterali. Le regole, le leggi, i desideri.
Incontro Dibattito
Dedicato a Michael Passatempi ragazzo di 20 anni, morto la sera del 27 agosto 2012 in una casa protetta di Casalecchio di Reno, nel tentativo di contenzione di tre operatori sociali per la rabbia di non poter più giocare alla Play Station.
Proiezione Video “Code di lucertola”, di Valentina Giovanardi – Testimonianze di T.S.O. e di Giorgio Antonucci
Residenze Sanitarie Psichiatriche
EFFETTI COLLATERALI
LE REGOLE, LE LEGGI, I DESIDERI
C’era una volta un luogo chiamato manicomi
Ora, adesso, ci sono dei luoghi chiamati residenze protette, socio riabilitativea ciclo diurno o continuativo, assistenziali, strutture ambulatoriali, residenziali o semiresidenziali di natura socio-assistenziale …
E domani?
La proposta di legge dell’on Cicciòli , la più quotata dalla commissione sanità della camera per regolamentare le cure psichiatriche, è in molti dei suoi punti già pratica psichiatrica
nella realtà quotidiana. Queste sono le proposte piu‘ significative per cambiare l’attuale legge 180, che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), istituendo i servizi di igiene mentale pubblici:
1) il TSO da 7 a 30 gg rinnovabili, introduzione del TSO Prolungato (TSOP) fino a 1 anno e perfino TSO a domicilio;
2) IL CONTRATTO DI ULISSE che stabilisce un contratto a vita con le strutture psichiatriche,per la propria ospedalizzazione, da far valere anche quando si esprima una volontà contraria.
3) Il cambiamento delle Residenze psichiatriche da socio-riabilitative a riabilitative assistenziali; sparisce la parola sociale, cioè quella che dovrebbe garantire UN PROGETTO DI VITA alle persone ricoverate.
Tutti cambiamenti che creano condizioni di vita più restrittive alla persona psichiatrizzata.
E’ proprio su quest‘ultimo punto che intendiamo soffermarci per evidenziare come già all’interno di queste strutture esista solo formalmente una Progetto Educativo Individualizzato PEI e mostrare come le persone siano già considerate lungodegenti (la 180 abolisce la lungadegenza psichiatrica) e quindi bisognose di cure e regole solo per il perpetuarsi della loro esistenza nella struttura stessa.
Come può un ragazzo di 20 anni come Michael, ricoverato già da due anni, essere considerato un lungodegente? Quali risorse, quale progettualità vengono messe in campo per dargli una reale opportunità di migliorare la propria vita?
Ne parleremo con
Maria D’Oronzo, Centro di Relazioni Umane ( www.antipsichiatria-bologn
Avv. Francesco Miraglia ( (http://
Vito Totire , Medicina Democratica
LAB57/Alchemica – Laboratorio Antiproibizionista (http://lab57.indivia.net/)
Operatori sociali
Unione Sindacale di Base – Coop. Sociali
Approfondimenti :
http://www.zic.it/casa-dolce-usb-protocolli-non-ne-esistono/
Pubblicato il 1 February, 2013
Categoria: Eventi