sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( I parte)
Pubblicazione sulla Rivista “Psico-terapia e scienze umane“, aprile-giugno 1974
I moderni sistemi d’indebolimento o di annullamento della volontà individuale con i metodi psicologici e farmacologici sono molto efficaci e più radicali di tutte le torture antiche e moderne.
Si può togliere il pensiero e la volontà in modo silenzioso rapido e pratico senza bisogno di sporcarsi le mani.
Non c’è bisogno di mutilare, non è necessario uccidere, basta consumare i cervelli fino a ridurli all’assenso costante definitivo, fino a portarli alla sottomissione più completa.
Parallelamente le possibilità di guidare le moltitudini come e dove si vuole sempre senza violenza fisica e senza versare sangue.
Questo uno degli aspetti più minacciosi dell’applicazione della scienza nella civiltà contemporanea e futura.
Una civiltà di tutti i popoli, di tutte le culture, e d’infinite relazioni umane che potrebbero essere l’apertura per un mondo d’infinite libertà e che invece sta sviluppando dal suo intimo un potere d’oppressione senza precedenti.
Questo un problema serio e concreto per uomini che abbiano ancora la capacità di preoccuparsi. Giorgio Antonucci
<<Nel profondo del nostro
animo
fluttua un’ansia
di donarsi liberamente
a qualcosa di più alto.>>
(Goethe)
A Noris, con ammirazione
<< Noi siamo come malinconici viaggiatori in una sala d’aspetto di terza classe e tra queste pareti bianche e disadorne aspettiamo un treno che non arriverà mai>>.
Scritto sul muro di un manicomio.
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Se mi ascolti
e mi credi
posso raccontarti
in che modo
sono finita
qui dentro
in che modo
sono finita
qui dentro
posso raccontarti
cos’è accaduto
quando avevo
sedici anni
La mia storia
è molto
semplice
La mia storia
è semplice
e chiara
La ricordo assai bene
e posso parlarne
con serenità
nonostante tutto
Nonostante il ricovero a tradimento
Nonostante gli interrogatori dei primi tempi
Nonostante
gli insulti
Sei agitata!
(io mi ribellavo)
Sei incomprensibile!
(io cercavo di spiegarmi
e di sapere)
Sei pericolosa!
(io mi difendevo)
Nonostante la camerata e il cortile
dove il sole e la luna
concedono poco
per mancanza di spazio
Nonostante i miei anni
senza nulla
La mia storia
è semplice
e chiara
e la ricordo assai bene
e posso parlarne
con serenità
se mi ascolti
se mi ascolti
e se hai il coraggio di credermi
e se hai
il coraggio
di credermi
perché vedi
non mi ha
mai
creduta
nessuno
perché
non mi ha
mai
creduta
nessuno
Ho perduto le gambe sotto il treno
Per loro fu un tentativo di suicidio
Io potrei dirti
forse è successo
per disgrazia
forse volevo uccidermi
Ma che t’importa perché è successo?
Per loro non fu disgrazia
Per loro non fu disperazione
Per loro fu pazzia
loro spiegano
tutto
con la pazzia
e sono venuta qui dentro
e ci resto
e debbo ringraziare l’infermiera
se la mia seggiola a rotelle
viene spinta
dalla cella
al cortile
e dal cortile
alla cella
perché così la mia vita
anche se squallida
non è monotona del tutto
perché così la mia vita
anche se squallida
non è monotona del tutto
Se mi ascolti
e se hai il coraggio di credermi
la mia storia
come vedi
è molto semplice.
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Il mulino di Gemona
L’acqua salta giù dai monti
e fa girare la ruota
fa girare al ruota del mulino
la ruota
gira
gira
gira
e non sa come mai
intanto il grano diventa farina
Il vento salta giù dai monti
e porta via la farina
ma non si sa dove
ma non si sa dove.
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Manicomio di Gemona
400 recluse
Per esempio Bernarda
aveva quattro anni
non la voleva nessuno
l’hanno chiusa qui dentro
Ora ne ha trenta
ma se vuoi
puoi ripassare tra trent’anni
allora ne avrà sessanta
e continuerà ad aspettare
in silenzio.
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Vedendo Gemona dall’orizzonte
tra questi monti
altissimi
non si penserebbe mai
come vivono gli uomini
non si penserebbe mai
come vivono
gli uomini.
Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza
(la torre i monti la grande apertura del cielo)
Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza
perché la verità
è un’altra.
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Quando sono venuto
mi hanno interrogato
eccetera eccetera
Mi hanno denudato
eccetera eccetera
Mi hanno frustato
eccetera eccetera
Mi hanno sputato
eccetera eccetera
Dovevo cacare e pisciare
nella cella
eccetera eccetera
Nella ciotola di mollica
mangiavo con avidità
una broda da maiali.
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Se tu avessi capito
fino a che punto
l’umiliazione
può distruggere un uomo
se tu avessi capito
se tu avessi capito
sapresti uccidere
sapresti uccidere senza pietà
Tu non mi senti ma io ti voglio dire lo stesso
ti voglio dire
ti voglio dire
che non è il dolore
che non è la tortura
ch’io provo
Ti voglio dire anche se non mi senti
Ti voglio dire che non è paura
non è paura
non è paura
non sono gl’incubi
che attraversano
che attraversano la mia testa
che attraversano la mia cella
e che bruciano i miei occhi
come il fuoco del sole
Ti voglio dire anche se non mi senti
che non ho mai gridato
che non ho mai gridato
per le mie torture
per le mie torture che subisco da anni
Potrebbero tagliare
Potrebbero tagliare
senza farmi nulla
Ma se urlo
Ma se urlo
ma se urlo a pieni polmoni
e vorrei urlare sempre
se mi bastasse la gola
se mi bastasse la voce
Ma se urlo
come un lupo ferito
è la mia umiliazione
che non ha nome
che non ha fine
che non ha vendetta
Se tu avessi capito
fino a che punto
l’umiliazione
può distruggere un uomo
Se tu avessi capito
Se tu avessi capito
sapresti uccidere
sapresti uccidere senza pietà.
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Pubblicato il 28 February, 2017
Categoria: Notizie
Eugen Galasso – Considerazioni sulla mostra “Buffoni, Villani e Giocatori”. Firenze
Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici, Palazzo Pitti, Firenze.
Il Seicento (anche e soprattutto mediceo a Firenze) è quello della Controriforma, della Guerra dei Trent’Anni(1618-1648), dell’Inquisizione come delle grandi “Rivoluzioni” scientifiche (Galilei, Kepler etc.), come anche dell’interesse per la “deformità”, l'”anormalità”, ciò che sfugge ai canoni armonici della natura e della cultura, gli elementi costitutivi del Potere. Nani e “deformi”,”altri” diventano protagonisti dell'”altro”, appunto, della teratologia, del “mostro” esibito (in seguito verrà esibito come tale nei circhi), di quanto è “incomprensibile” dalla Ragione ma anche da quanto accettato meramente per Fede… Ciò che avrebbe fatto la gioia scientifica di un Cesare Lombroso, è qui visibile e visto a Firenze, in Palazzo Pitti. Giusto Suttens, Olandese fiorentinizzato è qui decisamente molto rappresentato, come anche l’Anonimo Fiorentino, ovviamente coevo di Suttens, ma c’è anche Joseph Heintz il giovane, Tedesco di Augsburg (Augusta) ma quasi sempre vissuto a Venezia, con un”Orfeo agli Inferi-Orpheus in the Underworld” impressionante, pur se non propriamente “attinente” al tema, se non per l'”eccentricità” del tema, dove il quadro, quasi rutilante per gli elementi in color oro (quasi un revival bizantino, pur se sembra impossibile, considerato il décalage temporale), sembra essere un’affiche o addirittura una scena di un musical o al limite di un film. Tematiche disarmoniche, peraltro teorizzate da autori come Torquato Tasso, come Baldassar Castiglione, a dimostrazione dell’irruzione di quanto risulterà troppo duro e inaccettabile per un mondo “razionale” e dominato “secundum rationem”, ma che al tempo stesso inizierà a farsi largo, a divenire non “accettabile”, ma comunque discusso, insinuando “pericolosi veleni” nel ciclo potere-“Ratio”-dominio…pur se poi tutto verrà inglobato e ammortizzato, almeno (beninteso) in appparenza… fino ai tempi nostri, nei quali la “democrazia”, la “tolleranza”, la “scientificità” (e forse bisognerebbe evidenziare la prima lettera di questi lemmi con la maiuscola) sembrano obnubilare quanto non rientra nei loro canoni e dunque “ammortizzarlo”. Ma il “perturbante” torna sempre, nella letteratura fantastica come nelle vicende che caratterizzano la “realtà” o ciò che intendiamo per tale… e quanto definiamo variamente come “incomprensibile”, “perturbante”, “assurdo” è l’ombra della “Follia”, da sempre demonizzata in quanto irriducibile a quanto si intende dominare, “regolare” e – invero – irreggimentare.
Eugen Galasso
Pubblicato il 5 February, 2017
Categoria: Notizie