La liberazione dell’uomo – Opera pittorica di Mirco Gaggetta
Scriveva Cechov, all’inizio del secolo XX’, in un racconto ambientato in un’ospizio psichiatrico, che un giorno non ci saranno più le inferriate, non ci saranno più le porte chiuse, non ci saranno più le strutture che limitano la libertà dell’uomo. Gli uomini vivranno veramente, inizieranno a vivere secondo tutte le loro capacità”
“Coloro che vogliono un mondo di sottomessi cercano di costruire anche un mondo di ignoranti chi vuole invece le premesse della libertà cerca di sviluppare la cultura e nella cultura la più grande espressione di libertà che è l’Arte.”
Buona visione. YouTube http://youtu.be/d52GJNO0nhM?list=UU_Ru4DUpawMY6nkUkzbUcgA
Pubblicato il 20 September, 2014
Categoria: Notizie
Marijuana e malattie mentali – Eugen Galasso
Nella giornata odierna (l’orario: poco prima di mezzogiorno) il pluricelebrato “mezzotasto di regime” (così si esprimeva Sergio Saviane, critico radioTV, a proposito dei detentori del potere mediale) Lorenzo Opice, su Raiuno, parlando dei possibili effetti nocivi (a quanto pare: più nocivi del previsto, con qualche rischio di dipendenza, ventilata, però, periodicamente, dalle istitituzioni scientifico-farmacologiche, anche in accordo, sempre, con la dirigenza USA e del mitico”Occidente”) della marijuana (marihuana, dicono altri), ossia della “canna”(cannabis indica) con il prof. Giuseppe Remetti (altro volto noto, pare, nel panorama mediatico) dell’Istituto Mario Negri, gli chiedeva delle possibili correlazioni tra “fumo” e “malattia mentale”; ora, in questa sede, il primo termine della cosa ci interessa meno, mentre il secondo sì, chiaramente. Ora, per entrambi, l’esistenza della malattia mentale (mai definita con precisione, come ovvio) è un assunto, un assioma ineliminabile. Lo dicono governi d’ogni sorta, il Vaticano, il Dalai Lama, le “autorità medico-scientifiche” (leggi psichiatri) dunque dev’esser vero, questo il ragionamento assunto come un “a priori” da Opice come da Remetti, che in effetti la correlazione la vedono, naturalmente, tanto che il più prudente Remetti, dopo varie titubanze, si accorge forse d’essersi spinto troppo in là…nel e con il dubbio fa marcia indietro, dandola per “assodata”. Vedasi dunque che, anche nel caso di trasmissioni non specificamente dedicate alla “follia” (“malattia mentale”etc.) essa torni a far capolino, tipo Babausette o fantasma-révenant (il ritornante, il fantasma, appunto, “qui hante”, che ossessiona). Il marchio rosso (o di altro colore, ma in genere si associa a quello della passione, di cui si ha paura) della “Pazzia” torna dunque sempre, come nei racconti e nei romanzi del grande Guy de Maupassant (1850-1893), che da quest’idea era letteralmente “invaso”….
Eugen Galasso
Pubblicato il 4 September, 2014
Categoria: Testi