Giorgio Antonucci – Video – Svelando e Rivelando
Intervista del medico e poeta Giorgio Antonucci con un’inedita lettura di una sua poesia.
VIDEO
Pubblicato il 24 August, 2011
Categoria: Video
“Vasco Rossi e il male di vivere” Blasco y no solo – Eugen Galasso
Vasco Rossi alias “Blasco” squarcia il velo, parlando non di “depressione” ma di “male di vivere”. Termine che troviamo in Pavese, in Montale (“spesso il male di vivere ho incontrato”), ma il concetto è quello di Baudelaire dello “spleen”. E’, ancora, l’ennui filosofico (da”La nausée “sartriana alla “Noia” di Moravia), per non dire di ciò che il cristianesimo condanna come peccato (l’accidia), in un ‘imposizione iper-lavoristica introiettata (per altre religioni le cose sono molto diverse, ma il cristianesimo fattosi chiesa è così; contro Max Weber che vede solo il protestantesimo calvinista come fonte del lavorismo potremmo dare agevolmente la colpa anche al cattolicesimo, anzi, oggi, forse di più che ad altre chiese e ideologie). E ancora altro: non “depressione”, invenzione psichiatrica diventata di uso comune-popolare. In musica, a parte i grandi “segnati” dal male di vivere, come i Romantici, in specie Schumann e E.T.Hoffmann, anche scrittore e pittore, certi componimenti di Bach, assolutamente chiaro è il concetto in Jacques Brel, che parla di “mal d’e^tre moi” (male di essere me), significativamente. Sembra di rileggere le pagine migliori (difficile dire quali, in quanto tutte lo sono) di Giorgio Antonucci, che smonta la “depressione” come ulteriore (e abbastanza recente, peraltro) invenzione della psichiatria.
Se quindi la testimonianza di “Blasco” sembra andare nel senso “nostro”, del “Centro”, quasi un “quod erat demonstrandum” (come volevasi dimostrare – chi abbia un minimo di dimestichezza con la geometria ma anche con la logica formale ricorderà), in direzione quindi di Giorgio e di altri, contro la confusione che regna somma nei manuali di psichiatria, dove “grande è il caos sotto il cielo”, appunto… ciò che sconcerta e contrasta con la prima parte è quando lo stesso cantautore viene a ringraziare il cocktail di farmaci che lo “aiutano a vivere”. Sembra quasi che il neo-cantore rock (neo, perché i padri del rock sono altri, soprattutto inglesi e made in USA) si diverta a sfidare fan (non chi scrive, che, semmai preferisce decisamente Ligabue) e persone interessate ad altro (lettori/lettrici e chi scrive questa nota) con una conclusione che sembra “voler spiazzare”. Dire di più rischia di iper-interpretare, di sfidare inutilmente Blasco su un terreno che, oltre a tutto, non è il suo, ma…la considerazione complessiva, già tratteggiata qui, ritengo sia valida comunque.
Eugen Galasso
Pubblicato il 16 August, 2011
Categoria: Testi
Brejvik, un grande norvegese, sulle orme di Ibsen? – Eugen Galasso
Temo che per qualcuno, anche di altra provenienza (l’iper-Padano, l'”iperboreo” Borghezio che per questo è stato sospeso dalla Lega), sia così o possa essere così. In realtà, questo confusionario, nemico di Musulmani e altri, razzista ma a modo suo (è filo-Ebreo, per es., antinazista etc.), ha un programma vasto quanto confuso, decisamente pieno di elementi diversi, affastellati, “di varia disumanità” (scherzo sui titoli di certe riviste culturali con sottotitoli d’antan quanto generici, dove “varia umanità” non si sa mai bene che cosa voglia dire, esprimendo “un po’ di tutto e un po’ di niente”-citazione da “La canzone intelligente”di Cochi e Renato). “Al netto della violenza” sarebbe accettabile, il suo programma, per l’eurodeputato ora in sonna Mario Borghezio. Plausi purtroppo neppure troppo mascherati provengono da altre fonti, nascoste o meno, silenti o vociferanti. Chissà, vedremo. Altro che “lucida follia”, come vorrebbero criminologi patentati o improvvisati… Un disegno perseguito in molte realtà, forse andato a male o fallito parzialmente, una condizione di fondo per creare paura e “ansia” nella popolazione/nelle popolazioni, probabilmente, nel quale Brejvik forse è una pedina. Altro che “folle” o “delirante”, forse un protagonista (mancato?) malgré soi…
Eugen Galasso
Pubblicato il 5 August, 2011
Categoria: Testi
Matej Curko, “cannibale” slovacco e tutto il dibattito che se ne fa – Eugen Galasso
Il “tranquillo cittadino” slovacco, che si è scoperto essere un cannibale, che avrebbe consumato il suo macabro pasto anche su una donna italiana, era (e in parte ancora è) completamente alieno alle cronache. Frammenti di un dibattito TV su RAI 1 dove gli si attribuiva la denominazione di “psicopatico”: tassonomie utili per giuristi (avvocati in specie, che chiedono dunque l’infermità mentale o il corrispettivo slovacco della stessa) e, naturalmente, psichiatri, come il valente giovane dottore di Chieti che spiegava candidamente potersi trattare della persona della porta accanto “che però poi si rivela” etc. Bene così? No, piuttosto che cercare “psicopatici a colazione”, roba che va bene per “Psycho” del compianto scrittore Robert Bloch e per il più geniale Alfred Hitchock, che ne trasse un film straordinario quanto non “realistico” (“Che cosa importa la verosimiglianza?”
diceva il grande regista inglese), non sarà meglio parlare di criminali che vanno a caccia di emozioni forti, di persone che si rifanno a modelli (emulatori, dunque) à la Jack the Ripper (Jack lo Squartatore), con l’aggiunta di qualche fosca inserzione di elementi etnograficamente interessanti?
Eugen Galasso
Pubblicato il 5 August, 2011
Categoria: Testi