Psichiatria e psichiatria costrittiva -Conferenza pubblica Telefono Viola di Roma
Psichiatria e psichiatria costrittiva
Telefono Viola -Roma
Roma, 27 maggio 2010 – 15:14
conferenza pubblica promossa in collaborazione con la Libera Università LUVIS (Libera Università del Volontariato e dell’Impresa Sociale) e con il Consorzio il Sol,Co (Solidarietà e Cooperazione).
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Articolo di Eugen Galasso di chiarimento sul problema di antipsichiatria
Pervengono informazioni relative a divisioni nel piccolo movimento antipsichiatrico, nel quale peraltro mi riconosco. A qualcuno si rimproverano liaisons e connections con il CCDU e con “Scientology”, da cui il CCDU sarebbe dipendente. Ora: A)Scientology non è il CCDU né il CCDU si identifica con Scientology; B)Scientology, a suo tempo contattata da Thomas Szasz, notoriamente non credente, lontanissimo da Scientology, è movimento religioso discutibile, nel senso letterale del termine, cioè “da discutere” (ma ricordo, una quindicina d’anni fa, una violenta campagna anti-sette, in realtà anti-Scientology, promossa dalla chiesa cattolica gerarchica che, credo, non abbia proprio nulla da insegnare a nessuno). Quanto al CCDU e alle iniziative anti-psichiatriche, ha semplicemente collaborato a un’iniziativa importante, senza chiedere adesioni né aderenze; C)Chi, a Bologna e altrove, porta avanti iniziative importanti in direzione antipsichiatrica, non ha mai percepito nulla (in denaro né altrimenti) da CCDU, Scientology o altro;
Pubblicato il 25 May, 2010
Categoria: Testi
Ricordo di Malaguti – Giorgio Antonucci
Articolo per “Senza Confine”, Imola 3 marzo 1993.
Chi poria mai pur con parole sciolte
Dicer del sangue e delle piaghe appieno
Ch’i’ ora vidi per narrar più volte?
Dante. Inferno. XXVIII – 1,3
Ora è nel piccolo cimitero del suo paese. La settimana scorsa pranzavamo insieme come avveniva di frequente da anni.
Si discuteva di tutto, ma in particolare di politica.
Adesso il non senso, la separazione che non si spiega.
Le carte vengono rimescolate ogni volta.
Le vicende della vita quotidiana sono vuote e di forma buffa, come un fiasco senza vino.
Igino Malaguti (1920-1993) aveva combattuto in Grecia con l’esercito italiano nella seconda guerra mondiale. Sul fronte aveva avuto occasione di parlare con Mussolini in visita ai soldati.
Ricordava questo fatto come il più importante della sua vita giovanile. Così diceva di non essere fascista, ma di avere ammirazione per la figura di Mussolini.
Aveva vissuto il suo momento di storia.
Diceva che aveva avuto la fortuna di non uccidere nessuno, non avendo avuto occasione di scontri a fuoco.
Io criticavo Mussolini e lui lo difendeva.
Nel dopo guerra, in cerca di lavoro, era passato dall’hinterland di Bologna alla periferia di Milano, e aveva iniziato la sua carriera psichiatrica e manicomiale in seguito a un litigio di osteria per colpa di alcuni che lo avevano insultato, picchiato e definito terrone.
Pubblicato il 22 May, 2010
Categoria: Testi
Libertà vo’ cercando. Quando si dice no – Giuseppe Gozzini
Non me ne vorrà Gherardo Colombo se, per riflettere sul suo articolo, comincio dalla parabola evangelica del giovane ricco. Un tale si avvicina a Gesù, gli si inginocchia davanti e gli chiede: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna”. Gli risponde Gesù: “Osserva i comandamenti”. “Ma questo lo faccio fin dalla giovinezza!”. Allora Gesù gli dice: “Ti manca una cosa sola: vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri e vieni e seguimi”. Ma il giovane se ne andò contristato perché aveva molti beni.
Siamo di fronte a un bravo giovane, contento di fare il proprio dovere, a posto con la sua coscienza. Si aspettava una benedizione di incoraggiamento – “continua così che vai bene” – e invece quello che gli propone Gesù è un capovolgimento di vita, a cominciare delle ricchezze da dare ai poveri. In sostanza gli dice: “Sei cresciuto nell’osservanza dei comandamenti, ma sei prigioniero delle tue sicurezze, non ti manca nulla salvo una cosa: la libertà. E allora pianta lì tutto e vieni e seguimi”.
Non ho trovato niente che meglio esprima il confine fra le antinomie volere e dovere, libertà e obbligo, scelta e obbedienza. Ciò che più interessa a Colombo è riflettere sulla percezione soggettiva di tale confine. In altre parole: due persone hanno lo stesso comportamento, ma l’una per dovere, l’ altra perché lo ha scelto; l’una per obbedire, l’altra perché ne è profondamente convinta. Il confine fra i due modi di dire “sì” è sottile ma tutt’altro che irrilevante.
Pubblicato il 17 May, 2010
Categoria: Presentazione, Testi
L’ALBA- Articolo su “Senza confine” di Giorgio Antonucci
L’aurora una volta mi pareva trasparente, al contrario di ora che mi sembra sanguigna; e le stelle erano puntine di diamante, ma ora le notti sono opache, e versano incubi.
Forse sono cambiati gli occhi.
Pochi giorni orsono alcuni amici, a pranzo da me a Firenze, erano arrivati a discutere, sulla guerra o sulla pace, su Ernesto Balducci e Norberto Bobbio, e si leticava sul giusto o non giusto della “Guerra del golfo”.
Ma è stata una guerra o un genocidio?
Ricordo da adolescente quando in pubblico per la prima volta mi ero alzato con grande paura e avevo contraddetto un domenicano vecchia maniera che diceva che i bombardamenti erano moralmente ammissibili se ristretti entro un certo numero di vittime, e io gli avevo chiesto ironicamente di informarmi con precisione sul numero.
Quel domenicano era sostenitore avanti lettera della guerra chirurgica.
Pubblicato il 17 May, 2010
Categoria: Testi
Alcune considerazioni “storiche” sulla “follia” – Eugen Galasso
Credo che sulla “follia” e sulla sua “storia”, sulla sua “gestione” e la reclusione “dei folli” abbia detto cose determinanti e “vincolanti” Michel Foucault, ma mi aggiungo di apporre qualche determinazione. A parte una considerazione sui presocratrici e il filosofo-poeta Empedocle, ritenuto “folle” dagli sciocchi, perché era democratico e si credeva messaggero dell’Assoluto incarnato dalle 4 realtà “elementali” (acqua, aria, terra, fuoco), dove non a caso Empedocle diviene eroe eponimo della tragedia “romantico-classica” di Friedrich Hoelderlin “La morte di Empedocle”, dove il poeta in questione visse molti anni in una torre da recluso perché “folle” e inviso ai poteri- con un certo sgomento leggiamo che i suoi, di Hegel-esegeti, lo definiscono “folle quieto” o parlano di “quieta schizofrenia” (Pierre Bertaux), come “folli” furono altri romantici (Schumann, Nerval il suicida, Nodier, in parte Hoffmann, ma perché non anche Mozart e Beethoven, Baudelaire, Verlaine e Rimbaud?), ma anche dopo il “dèmone” attecchì, nella visione della “plebe” bigotta e conformista al peggio…
Pubblicato il 16 May, 2010
Categoria: Testi
Il nocciolo – Giorgio Antonucci
“Così il vicino tradiva il vicino
la povera gente tra sè si dilaniava,
l’odio montava nelle case e nei quartieri”.
Bertolt Brecht
Ora si parla di nuovo di modificare la legge in campo psichiatrico.
Il nocciolo della legge 180, sfuggito all’attenzione della maggioranza, è nell’articolo che afferma che anche il ricovero obbligatorio deve essere fatto, quando non si è capaci di evitarlo, “con il consenso e la partecipazione” del paziente.
Il ricovero obbligatorio è comunque un arbitrio, è in ogni caso un sequestro di pesona, e sempre risulta a danno di chi lo subisce, ma il riconoscimento giuridico del consenso e della partecipazione indica che il legislatore ritiene la persona in questione un individuo capace di intendere e di volere, e di conseguenza capace di discutere e di decidere. Così chi ha redatto la legge, sia pure in modo contraddittorio, ha abbandonato il pensiero della tradizione psichiatrica, responsabile della logica dei ricoveri coatti senza discussione, che portano diritti al manicomio, che è il luogo dove le persone vengono condotte e trattenute con la forza.
Non importa se il luogo è una cella, una stanza da letto, o un giardino, e nemmeno importa se fa parte o non fa parte dell’ospedale civile.
Se una persona viene presa e trattenuta con la forza è necessariamente sottoposta a una condizione di violenza crescente, fintanto che non si sottomette o viene annientata.
Non so come si possa sostenere il contrario e vorrei che qualcuno provasse a spiegarmelo.
Pubblicato il 15 May, 2010
Categoria: Testi
O.P.G. (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) – Eugen Galasso
In un’ecumenica trasmissione di prima mattina su RAI 1(“Uno Mattina”- prima tranche- e come altrimenti, sulla rete neovaticana del servizio pubblico/rete ammiraglia?) dello scorso 6 maggio, si è presentata un “realtà- modello” di un OPG (ospedale psichiatrico giudiziario) situato a Sagurano, Appennino Tosco-Romagnolo, in provincia di Forlì-Cesena, gestito “ovviamente” da un sacerdote, con il commento successivo della senatrice Maria Elisabetta Alberti-Casellati (PDL), attuale sottosegretario alla Giustizia e della senatrice Anna Maria Cantoni (PD), relatrice della Commissione Giustizia. Dalle due esponenti politiche è emersa (credo) buona fede ma scarsa conoscenza del problema specifico. Anche il presentatore-giornalista aveva fatto richiami generici ai problemi ancora esistenti (tra l’altro, nei 20 minuti dedicati al problema è emerso che i letti di contenzione in queste strutture esistono ancora, magari non nella struttura romagnola da cui si è partiti, ma altrove senz’altro, quasi fossero il frutto di una “tragica necessità”…).
Pubblicato il 9 May, 2010
Categoria: Testi
Conferenza – Università di Bologna – Scienza dell’educazione
Bologna 09 maggio 2007
dott.ssa Maria dOronzo, Psicologa
Pubblicato il 7 May, 2010
Categoria: Video
La questione sociale e i problemi individuali – EUGEN GALASSO
Se si proponesse una valutazione tassonomica, ispirata alla nosografia psichiatrica acclarata quanto tradizionale(quella dell’Arieti, per intenderci, ma anche di qualche repertorio, finora solo in fase di stampa…), di certe regioni alpine (penso per es.al Nord-Est italiano, includendo parte del Veneto, il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia, anche qui in parte) troveremmo un quadro sconfortante: il tasso di suicidi e di diffusione dell’etilismo e della droga è enorme anche in micro-realtà di montagna e di paese (ma pensiamo anche alla situazione delle regioni alpine occidentali, come la Vallée-Val d’Aosta- il caso della signora Franzoni non è l’unico, vi sono successi molti fatti “curiosi”). In realtà, che giovamento porterebbe psichiatrizzare tutto?Nessuno, in quanto il quadro risulterebbe turbato o a mo’ di giustificazionismo (“Poveretti, sono così, perché hanno una tara, una malattia…” ) oppure a una censura, a una reprimenda repressiva (“Sono così, ma gli faremo passare queste mattane”etc. ). Prescindo qui dai casi più eclatanti, quali il manicomio criminale (attenzione: esiste ancora, nonostante la legge Basaglia, che non ha potuto né abolirlo né “tangerlo”), dove chi ha commesso un reato viene sottoposto a una reclusione-terapia forzata (sempre in bilico tra le due situazioni) che sicuramente non lo “recupera”; pur se qualche giovane psicologo/a operante in quel settore cerca al meglio di “innovare” (ne ho avuta testimonianza diretta circa mezz’anno fa, in occasione del convegno pistoiese su “Sette, satanismo… “, a proposito di una stuttura lombarda), la struttura è quella che è e si fa sentire sempre e comunque…
Pubblicato il 4 May, 2010
Categoria: Testi