IL DISEGNO ONIRICO – Seminario – Eugen Galasso
Siete invitati/e a sognare ad occhi aperti ma senza dormire. Modalità creativa per conoscersi, conoscere aspetti “curiosi” della propria personalità, anche divertendosi.
Oltre che a interpretare, almeno a grandi linee, i disegni onirici, e proprio attraverso questa intepretazione, con il disegno onirico si impara a conoscersi, non razionalmente, ma nell’interezza della nostra person…alità, quindi nelle componenti emotive, sentimentali, nella trama di ricordi e pulsioni. Stare con gli altri nel gruppo implica la possibilità di conoscere anche gli altri, proprio anche confrontandosi con una situazione in cui ognuno supporta gli altri, li aiuta magari anche non rendendosene conto.
Cenni storici: La tecnica, che non è solo tecnica ma anche teoria complessiva (fondamentale la “lettura” e l’”ermeneutica” del disegno), nasce negli anni Settanta del 1900 a Buenos Aires da due psicoanalisti di formazione e ispirazione (non dogmatica, però) junghiana, Alberto Bermolen e Maria Grazia Dal Porto, ma anche dalla loro collaborazione con Abel Raggio, artista post-surrealista (la definizione è limitativa).
Teoria del disegno onirico:
“… è notorio che ogni persona si esprime con dei segni, delle tracce anche grafiche…Ma, già in età puberale-adolescenziale (dai 13 ai 15 anni) la persona si vergogna a produrre disegni, ad esprimersi graficamente; ma ciò, sicuramente, è dovuto ai pre-giudizi, al clima culturale ammorbante”
“Non ha senso parlare a priori e interpretando prima il disegno onirico, perché si “rovinerebbe il gioco” interpretando i disegni prima che si facciano.
A)”onirico” implica il sogno, ma è “sogno” ad occhi aperti, senza che si dorma, senza che ci sia ipnosi (non sarei capace di usare l’ipnosi né autorizzato a farlo, inter cetera), uno stato di coscienza vigile, attraversato, però, dal “sogno ad occhi aperti”, appunto;
B)conta l’uso dei colori, le forme, la posizione delle forme-figure nel foglio, ma ciò non vuol dire che, per es. l’uso di un colore implichi la possibilità di interpretare tale colore (e quindi tale uso) univocamente……
C) Non esistono non-colori. Il nero, il bianco, il grigio lo sono, dunque, a pieno titolo, contro interpretazioni classicamente “accettate” quanto oltremodo fallaci;
D) Leggere-interpretare un disegno onirico non vuol dire in alcun modo “giudicare la persona” (ci mancherebbe….!), anzi tutelarne la privacy, capirne le grandi potenzialità, sempre insite anche nella persona più schiva, meno “appariscente”;
E) Il disegno onirico si fa in gruppo, non da soli.
Che il gruppo o alcuni suoi componenti si conosca(no) o meno, ci si diverte sempre, comunque e divertendosi, come si sa, si impara, ma non nozioni astratte che servono a bene poco.
E’ previsto un costo di 15 euro
si svolgerà presso ass Hub, via Serra 2/g Bologna
alle ore
Sabato 11 giugno: 16-18
Domenica 12 giugno: 14-17
E’ NECESSARIA LA PRENOTAZIONE
Iscrizioni: centrorelazioniumane@gmail.com , cell 339 3040009
Per informazioni: http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2010/12/09/disegno-onirico-eugen-galasso/#more-692
Pubblicato il 6 June, 2011
Categoria: Eventi
“Il Manicomio è davvero finito?” – Alice Banfi, Giorgio Antonucci, Comunità delle Piagge, don Santoro. VIDEO
Al Centro sociale Il Pozzo, il 4 marzo 2011 è stato presentato “Tanto scappo lo stesso – romanzo di una matta”, con l’autrice Alice Banfi e con il medico Giorgio Antonucci che ragionavano sul tema “Il Manicomio è davvero finito?”.
I Fratelli Rossi accompagnavano la presentazione con intermezzi musicali.
”Matti da… slegare!” Giornata dedicata alla salute mentale
(nove da Firenze)
VIDEO
Un’ipotesi di “normalità” di Herbert Read – Eugen Galasso
C’è un libro che consiglio a tutti/e, “Education trough Art” (Educazione attraverso l’arte) di Herbert Read, degli anni Quaranta dello scorso secolo, ma preparato già prima, come rileva l’autore stesso. Un testo tuttora importante, ma certamente prigioniero dello spirito del suo tempo: riferendosi a Freud, a Kretschmer, alla Gestalt ma anche al meccanicismo behaviorista(Pavlov, per es.), il grande psicologo dell’arte, sociologo e “filosofo” nonché creativo (scrisse anche romanzi e testi poetici importanti) Read scrive: “Altri psicologi (Trigant Burrow, per es., in The Social Basis of Consciousness), hanno dimostrato la natura ipotetica della normalità, ma un’ipotesi di normalità e senz’altro utile e Kretschmer ha adottato il termine”sintonico”, introdotto per la prima volta da Bleuler (era stato un collaboratore di Freud, e.g.) per indicare la persona puramente ipotetica i cui stati d’animo si siano armoniosamente equilibrati e sviluppati liberamente rispetto alle oscillazioni e reazioni tipiche dei tipi insani” (cito dalla traduz. spagnola, “Educaciòn por el arte”, Barcelona, Paidòs Educador, pp.94-95). Ecco un “corno” del problema: accettare l’idea di normalità e di normotipo è comodo, per gli psichiatri e per il volgo, ma anche per persone intelligenti e colte (ricordo il compianto Orazio Costa, geniale drammaturgo e regista, che però in questo senso poteva discriminare tale…Carmelo Bene). Ma fosse solo un vezzo intellettuale, passi. Il problema è che tutto va a finire nella clinica del manicomio (pardons, clinica psichiatrico, reparto di psichiatria), TSO, psicofarmaci e (non solo talora) elettroshock. Certo Read non era colpevole di tutto questo, ma anche epistemologicamente avrebbe potuto essere più chiaro; la cultura del tempo, però, lo condizionava troppo, dirò così per brevità; e l’ipotesi di lavoro diveniva cogente per nosografare e distinguere.
Eugen Galasso
Pubblicato il 3 June, 2011
Categoria: Testi
Misseri nella villa dei misteri – Eugen Galasso
Il caso, criminologicamente interessante (ma scandalizza, almeno chi scrive, certa curiosità morbosa del paese di Avetrana, prima colpevolista, poi innocentista, poi critico verso il “maschio soggetto al matriarcato”, con concezione ancora maschilista dei rapporti di genere, non tra persone umane, dotate degli stessi diritti) di Sarah Scazzi tiene “attanagliati” vasti strati della popolazione italiana, ma, invece di dolersi dell’orribile uccisione di una persona, di una ragazzina, come nel caso di Yara Gambirasio, c’è chi parteggia per l’uno o l’altra dei possibili colpevoli, dei più che indiziati. Il fatto è che, oltre alla questione del colpevole, c’è da dire che pochi giorni fa “zio Miché”, alias Michele Misseri, scarcerato, era stato sottoposto a TSO, pur se solo per poche ore, su ordinanza del sindaco di Avetrana, con nessuna indicazione di uno psichiatra, come invece vorrebbe l’attuale vigente-pessima-legge. Il provvedimento era stato adottato, in quanto la motivazione ufficiale era il rischio di suicidio dell’uomo. Legge pessima, ma anche scavalcata quando fa comodo. Sarebbe senz’altro meglio abolire il TSO, così neppure il caso grottesco di Avetrana sortirebbe effetti ancora così “strani” e inquietanti, con il sospetto di deviazione di prove e indizi…
Eugen Galasso
Pubblicato il 3 June, 2011
Categoria: Testi