Carcere e psichiatria: la storia di Enrico Gianini – Eugen Galasso
Il pensiero (ma anche l’attività’ scientifica a monte, quella divulgativa, e dunque di formazione) di Thomas Szasz, Giorgio Antonucci e Michel Foucault torna sempre prepotentemente di attualità, quando si vedono casi come quello di Enrico Gianini, geoingegnere addetto alla rilevazione di quanto avviene all’aeroporto di Malpensa, dove, facendo eseguire analisi, ha scoperto che le scie prodotte dagli aerei contengono sostanze pericolose. Un tema tabù, evidentemente, in quanto tocca problemi che riguardano tematiche “top secret” e inerenti alle dinamiche di potere. Gianini ha subito TSO, dove gli è stata diagnosticata “querelomania”, sindrome paranoide e, avendo in seguito rifiutato di sottoporsi nuovamente a trattamenti psichiatrici, anche il carcere. Non tutto appare chiaro, anche perché, al di la’ di informazioni disponibili via social (media sempre opinabili, come noto), molto appare ancora confuso, coperto da un velo di segretezza incomprensibile.
Certo è che inquieta quanto si muove tra potere giudiziario e psichiatria, nel senso di un legame che appare sempre molto stretto, forse anche più stretto negli ultimi tempi. Quanto il magistrato non sa che cosa fare, insomma, tende a delegare a qualcun altro (ritenuto “onnisciente”) una valutazione e un’azione (spesso pericolosa, in quanto potenzialmente inibente la capacità di pensare agire liberamente) che tende a negare la libertà della persona, nel caso che questa si intrometta in questioni che non “devono riguardarla”. Tra l’altro quella di Gianini è una vicenda che dura dal 2019, dunque non possiamo derubricarla come “nuovissima”. Eugen Galasso
Pubblicato il: 19 March, 2025
Categoria: Notizie