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Sul discorso di Giorgio Antonucci alla celebrazione del “Premio Giorgio Antonucci” – Eugen Galasso – VIDEO “Premio Giorgio Antonucci”

                                                                                                                                                                                                                              

VIDEO: YOUTUBE :http://www.youtube.com/watch?v=UZ-yLEAfaog

        http://www.youtube.com/watch?v=yeI19yvXt9Q

     http://www.youtube.com/watch?v=-96RAeULt-0

 

In un discorso denso, breve, efficace, in occasione del conferimento del Premio Antonucci, lo stesso dott. Giorgio Antonucci, vero operatore “oltre e contro” la psichiatria, ha tracciato alcuni confini invalicabili: quello per cui un giudizio arbitrario e a-scientifico (“la psichiatria non è una scienza”, ha ripetuto, citando sia Thomas Szasz sia, partendo da diverse motivazioni, Ron Hubbard, fondatore di “Scientology”); da entrambi i pensatori (Szasz, scienziato, più di Hubbard, ma anche Hubbard, in quanto comunque persona molto pensante, pur se in ambito letterario-spirituale, mentre appunto Szasz era uno scienziato epistemologo) o meglio dalla convergenza di due approcci diversi ma non distanti
nasce il CCDU (Comitato cittadini per i diritti umani), che si batte contro la psichiatria. Due esempi molto concreti (come sempre, peraltro) nel discorso, anche ironico e autoironico,  di Antonucci, anzi di  un dott. Giorgio Antonucci in buona forma e chiarissimo nella sua comunicazione:

A) Quale dimostrazione della non- scientificità della psichiatria: un tempo l’omosessualità era considerata malattia mentale, ma poi gli psichiatri, soprattutto americani,  si erano accorti che anche tra loro c’erano degli omosessuali, dunque? Si toglie lo stigma agli omosessuali. Immaginatevi, dice Antonucci,se parlando di malattie vere, quelle fisiche, organiche, si può fare altrettanto: per dire, da un giorno all’altro: “Aboliamo il tumore della prostata”. Avrebbe conseguenze terribili, appunto perché non saremmo nel campo del pre-giudizio ma del giudizio scientifico; B) In un processo, la stessa persona incriminata avrà pubblici accusatori che lo vogliono “pazzo” per scagionarlo (facendogli ancora più male, ma questo è un ragionamento ulteriore) e chi invece lo vuole “sano di mente” per scagionarlo.  Ecco, dunque, la situazione kafkiana, per cui qualche persona è considerata “strana” magari perché si veste in modo eccentrico e qualcuno riesce a farla ricoverare in quanto sottoposta a TSO (Trattamento sanitario obbligatorio)  . Dunque, per tornare al nocciolo del problema, individuato da Antonucci con la consueta lucidità e chiarezza, il problema è l’arbitrio di uno Stato che si dice  “democratico” e “di diritto”, ma che poi, agendo arbitrariamente, fa ricoverare le persone in quanto ritenute, appunto arbitrariamente,”incapaci di intendere e di volere” e quindi anche “pericolose per sé e gli altri”.

Eugen Galasso

Pubblicato il 11 February, 2013
Categoria: Notizie

“Premio Giorgio Antonucci” a Massimo Golfieri e Giovanni Angioli- Eugen Galasso

Un artista Massimo Golfieri e un operatore imolano in campo psichiatrico, anzi, dovremmo dire meglio “antipsichiatrico”, Giovanni  Angioli, vengono insigniti quest’anno dallo Citizen Commission on Human Rights (Comitato dei cittadini per i diritti umani) del “Premio Giorgio Antonucci“. Il conferimento si tiene a Firenze, il 26 gennaio, presso l’Auditorium del Duomo di Firenze. Inutile dire chi è Giorgio Antonucci, per il lettore del sito: senza di lui, che ha operato per anni nell’ambito clinico, smascherando le falsità psichiatriche, non sapremmo molte cose e ancora meno sapremmo come agire contro gli abusi che nascono da un TSO, da una denuncia che ad esso prelude, con relativa richiesta, non sapremmo in genere come agire in moltissimi casi.  Ma Antonucci, certo non da solo, da anni si  batte anche contro ogni altra forma di violenza contro la persona.  Diremo, più in generale, che il CCDU, nato dall’iniziativa di Thomas Szasz, pioniere della lotta contro il pregiudizio psichiatrico, con la collaborazione non “integralista” né “clericale” della Chiesa di Scientology,  si impegna contro abusi e violenze arbitrari, dove in realtà ogni “azione psichiatrica” è una forma di abuso e di violenza. In questo senso, il premio a Golfieri artista che ha collaborato al miglioramento della vita del reparto e ed  Angioli, operatore attento alla lezione antipsichiatrica, oltre ad essere meritata, è un riconoscimento a chi si impegna costantemente nella prassi (prassi da cui è sempre partita la lezione antonucciana) non-  e anti-psichiatrica, ma nella prospettiva più ampia del riconoscimento forte della libertà di chiunque.

Eugen Galasso 

Pubblicato il 20 January, 2013
Categoria: Notizie

Don Corsi giustifica il femminicidio – Eugen Galasso

Qualche credente un po’ “tamugno” (duretto, insomma) si risentirà di questo mio breve testo, ma spero di sapere argomentare in modo sufficientemente “lucido” o meglio “lucido-delirante”, perché senza un po’ di “delirio” (così detto, meglio…) nulla ha molto senso. Un prete ligure iper-tradizionalista (perché non se ne va con i”lefebvriani”, perché non segue tout court la legge della “vera tradizione” cattolica, quella per cui il Concilio Vaticano Secondo è un tradimento democomunista o magari demomassonico, un po’ ispirato, anche dal Diavolo?…  Del resto, però, il primo atto del papa della “Bavaria Film” Benedetto XVI° era il tentato riavvicinamento ai lefebvriani, agli amati “fratelli in Cristo”…  )Ora, il “simpatico” (spero a nessuna persona al mondo, ma qualche adepto, state sicuri/e, lo avrà…) ha pubblicato un documento non suo, ma completamente “fatto suo” in cui giustifica, al limite, il femminicidio, per donne “provocanti” e non ottemperanti ai loro “doveri”.  Un cretino, una persona fuori tempo? O sono “vaneggiamenti”?No, è l’estrema dimostrazione che Giorgio Antonucci ha ragione nello smontare la follia e dunque la psichiatria come anti-scientifiche. Si persegue un disegno preciso e “cosciente”, quello di distruggere anche solo il più pallido tentativo di riformare la chiesa cattolica (minuscolo, eh sì!) dall’interno, ribadendo concezioni che piacerebbero forse a De Maistre e De Bonald, cioè ai teorici ottocenteschi della reazione cattolica, salvo il fatto che…De Maistre era anche massone…che scandalo!  Un vero rompicapo, volendo: sono ingannatori o “folli” coloro che lo condannano, lui, coloro che lo difendono, colori i/le quali non si esprimono? Come si vede senza difficoltà, non se ne esce.  E’ un puzzle irresolubile, perché nasce dall’unica “follia” forse non esistente, quella di non accettare il pensiero altrui, il comportamento delle altre persone, di sottoporlo a giudizio assoluto (da “rigore” à la Monti). Ma anche questa, appunto, ancora una volta, non è “follia” è lucida volontà di discriminazione, di imposizione di un pensiero unico, che, conscio e convinto dell’idiozia delle masse (che però talora rischiano di diventarlo veramente, a furia di idee ricevute) impongono loro un codice di pensiero, ma anche una forma di comportamento a senso unico… Da augurarsi che don Corsi(credo si chiami così) non finisca in clinica psichiatrica, ma giunga ad essere giudicato in tribunale per apologia di reato, peraltro di un reato gravissimo, l’omicidio, dove forse il “Non uccidere” per il “loro” non è comandamento imperativo, ma lo è con Agostino d’Ippona che si convertì a una religiosità abbastanza fanatica (ma non quanto quella del don di cui parliamo) dopo averne combinate d’ogni sorta…  l’ “Evita anche solo lo sguardo della donna”.

Eugen Galasso

Pubblicato il 28 December, 2012
Categoria: Notizie

Strage in Connecticut, Adam Lanza – Eugen Galasso

Lo Stato anzi la “Confederazione di Stati più democratica al mondo”, cioè gli United States of America, in una realtà un po’ marginale come il Connecticut, ha conosciuto la strage in una scuola elementare. Ora il responsabile, Adam Lanza, poco più che ventenne, viene “difeso” dicendo che si tratta di persona sofferente di “Asperger”, ossia di una forma (sempre secondo la classificazione psichiatrica, beninteso) di “autismo”, dove però non vi sarebbe alcun deficit cognitivo etc. Ora, a parte la stereotipia di classificazioni che escludono la specificità dell’individuo (A non sarà mai = a B, anche se si tratta di gemelli/e, come noto), che ora si vogliano criminalizzare persone “autistiche” o “Asperger”, che si sottraggono, per caratteristiche personologiche, al “branco” sociale è significativo: non lo si metterà in carcere, Lanza (carcere che invece meriterebbe in pieno, sempre ammesso che sia uno strumento adatto per il recupero personale e in seconda istanza sociale), ma in manicomio (negli USA ci sono ancora e “in pieno”, nonostante la coraggiosa battaglia di Thomas Szasz, purtroppo non più tra noi), quali persone da “recuperare a forza”. Quali invece le possibili concause di questi “atti sconsiderati”, certamente invece criminali, concause che non “giustificano la persona”? A)il problema della libera circolazione di armi, negli States, a supporto delle industrie che le fabbricano e di una mentalità violentista, che si lega all’imperialismo USA, variamente presente a seconda delle stagioni politiche; B)non è dato sapere nulla di preciso, ma sembra che la madre di Lanza, oltre ad essere collezionista di armi, fosse una “maestra fanatica”, che lo obbligava a conseguire sempre e solo i migliori risultati; C)Le contraddizioni tra “laissez-faire” e autoritarismo, sempre compresenti in tutte le “società democratiche dell’Occidente” sono devastanti;D)anche qui nulla è noto, ma anche le condizioni religiose, con il proliferare di chiese “evangeliche” ultra-integraliste sono determinanti, nel “concorso di forze” tra poteri religiosi, politici, giudiziari, polizieschi. Se negli States ogni religione è “buona”, purché non si sia atei oppure agnostici, nella cattolicissima Italia (più dell’Irlanda e del Portogallo, sostengono alcuni sociologi della religione) la diocesi milanese, diretta dal solerte Cardinale Angelo Scola, già vescovo di Venezia, raddoppia il numero degli esorcisti, pur ribadendo che in molti casi trattasi di disturbi psichiatrici, senza però escludere l’opera del Maligno…  Se “la paura crea gli dèi” (David Hume), le religioni e ancor più che chiese, che incalano rigidamente le credenze in dèi, dèmoni, diavoli… non rinunciano a diffondere ancor più le paure, in un circolo vizioso senza fine…

Eugen Galasso

Pubblicato il 16 December, 2012
Categoria: Notizie

ADHD – Propaganda pro-Ritalin, ma anche no – Eugen Galasso

“Quanto un tempo non era in alcun modo etichettato come “iperattività” e/o quale “disturbo dell’attenzione”, mentre si pensava molto semplicemente a “punire” la bambina/il bambino, la ragazza/il ragazzo, dicendola/o svogliata/o o magari etichettandola/o come cretina/o (pratiche certo completamente anti-educative, abominevoli), oggi si risolve con la pillola. Chi  scrive si è occupato di ADHD non solo nella formazione come pedagogista clinico ma anche in un corso specifico, tenuto nel febbraio 2007 (non proprio molti eoni fa) dal compianto prof. Talamucci e dalla dottoressa Raugna. Già all’epoca, vi erano stati non pochi problemi: l’assolutezza della diagnosi, l’aver affermato come un “Verbo” l’esistenza della malattia, la sua eziologia, la terapia (meglio le terapie, comprese quelle, più che controverse, di tipo farmacologico) etc. Ora, in questo “avviso ai medici“, che invero è una nota della società biofarmaceutica “Shire”, una società potente, con l’avallo scientifico del dott.Paolo Curatolo, neuropsichiatra e direttore dell’UOC di Neuropsichiatria infantile al Policlinico di Tor Vergata a Roma,  l’ADHD non è più “problema marginale o transitorio, che si risolve con l’età”, ma al contrario può diventare “un fattore di rischio per altre patologie psichiatriche”, dove naturalmente si dà come dimostrato e assodato sia (A) l’esistenza di patologie psichiatriche sia (B)che l’ADHD sia di per sé una patologia psichiatrica, accanto e con le altre. A suo tempo, il prof. Talamucci, decisamente qualificato anche come neuropsichiatra infantile parlava di “comorbilità”, parlando però di malattie “fisiche” che potrebbero accompagnare l’ADHD, qui invece, esso è “fattore di rischio”, magari potenzialmente “fattore scatenante” e, come terapia, come fare a meno del non solo “supporto” farmacologico, ma della farmacologia come elemento trainante? Certo, da un lato gli interessi materiali della Shire, d’accordo, ma anche la convergenza di poteri diversi, dove gli interessi delle Case farmaceutiche si uniscono (almeno provvisoriamente) a quelli dei medici psichiatri o meglio neuropsichiatri, dove anche gli insegnanti che preferiscono avere allieve/i”zombizzate/i”, invece di quelle/i che si muovono o vogliono muoversi, come nel consueto (o meno) quadro evolutivo raggiungono le altre categorie, dove i genitori, preoccupati (quando lo sono…) raggiungono gli altri  gruppi enumerati… I diritti della persona, ossia del libero sviluppo di ogni persona con le proprie specificità e singolarità, ancora una volta, vengono”gioiosamente” bypassati…
Il”Telefono Viola”e la sua coordinatrice dott. Maria D’Oronzo, a causa di un volantino diffuso nel novembre 2007 nel corso di un dibattito pubblico (e il suo carattere “pubblico” implica evidentemente la libertà d’espressione, anche a mezzo stampa, altrimenti non sarebbe né “dibattito” né, men che meno “pubblico”), dovranno subire, dal prossimo gennaio 2013, un processo molto impegnativo.  Ora, il testo del volantino, ci dice semplicemente la verità riguardo al “Ritalin”, farmaco dispensato ai bambini e alle bambine considerate/i affette/i da ADHD, ossia dal cosiddetto “disturbo dell’iperattività e dell’attenzione”, che fino a meno di due decenni fa era considerato inesistente o meglio non veniva affatto contemplato come “disturbo”. Della persona (bambina/o, ragazzo/a) si diceva semplicemente che era “svogliato”(a), senza sottoporlo a un trattamento di alcun tipo, men che meno farmacologico. Se poi si tratta di un “medicinale”, il Ritalin, che è o può essere considerato una vera e propria “droga”,  un’anfetamina, che veniva usato, già in altre stagioni, certo non come come elemento di “sballo”, di divaricazione rispetto al reale, se vogliamo, che, sempre da parte di adulti, era altrimenti noto come dimagrante, per i suoi effetti inibitori rispetto allo stimolo che definiamo “fame”, allora capiamo la contraddittorietà, però non casuale, di questa scelta.
Il “Ritalin”, detto in soldoni, non aumenta la “concentrazione” di per sé (nessuno strumento chimico riesce a far questo, invero) ma l’aumenta settorialmente, per attività solo ripetitive, quelle imposte dalla routine scolastica, abbastanza noiosa, quella che costringe ad apprendere mnemonicamente dati, date, magari anche elementi culturali non  altrimenti “riscontrabili”, spesso scollegati dal resto (altro che “inter-disciplinarietà”…), imposti da quegli “apparati ideologici di scuola “che sono scuole e università, il che non significa che qua e là non si trovi il docente migliore, il corso più adatto etc., ma sempre sotto il segno di una “domiciliazione” di chi è ribelle e si sottrae…   Ora, condannare o anche solo processare (il processo spesso prelude alla condanna) per avere svelato quanto potrebbe (dovrebbe) essere di pubblico dominio è certamente “antidemocratico”, specie in una società e cultura che si vorrebbe invece “democratica”, “liberale” e quant’altro…   Si tratta palesemente di quei “reati di opinione”, che si speravano aboliti,  ma la cui legislazione è in realtà solo stata riformata (a fine gennaio 2006)rispetto al Codice Penale Rocco, opera certo di un “grande penalista” (non dite diversamente a un penalista, ve ne vorrebbe!) ma anche di un intellettuale assolutamente organico al fascismo. Ancora una volta un potere (quello giudiziario, ma anche la polizia e in forma più larvata quello politico) soccorrono quello non tanto dei farmacisti (spesso più sfortunati di altri) ma delle case farmaceutiche.

Eugen Galasso

Pubblicato il 16 December, 2012
Categoria: Notizie

Giorgio Antonucci presenta mostra antipsichiatrica di Thomas Szasz, Firenze 2012 – Eugen Galasso







Nell’occasione della mostra multimediale sull’antipsichiatria il dott. Giorgio Antonucci, colui che in Italia (ma non solo) ha “slegato i matti”, per usare una frase emblematica, facendolo peraltro anche con le sue mani, come ha ricordato spesso, ha dato, ancora una volta, il meglio di sé, presentando l’iniziativa stessa nonché rimandando al premio Antonucci, che il prossimo 26 gennaio nell’auditorium al Duomo di Via Cerretani 54 rosso a Firenze – luogo deputato anche della mostra – viene assegnato a Giovanni Angioli, coordinatore dell’autogestione dell’ex struttura psichiatrica a Imola e a Massimo Golfieri, artista che ha collaborato al miglioramento della vita del reparto autogestito. In un quarto d’ora, ha sintetizzato l’esperienza teorica e pratica di Thomas Szasz, il compianto teorico del “mito psichiatrico” e quella teorico-antropologica-storico-filosofica di Foucault, che da punti di vista diversi hanno decostruito le strutture psichiatriche, che sono legate al potere, anzi, foucaultianamente ai poteri.   Smontando il paradigma psichiatrico, legato a esigenze di potere ma a nessuna legge scientifica, Antonucci rileva come la psichiatria sia “pericolosa”, che ognuno di noi è potenzialmente oggetto della reclusione psichatrica, in quanto il TSO può essere ordinato su qualunque persona “non conforme”. Ma, se ciò è vero, è anche vero che sono quasi sempre e quasi solo i meno potenti, coloro che godono di meno potere, a divenire oggetto più facilmente di un TSO o comunque di un intervento di questo tipo (ha citato anche il fatto di un filosofo o meglio storico della filosofia fiorentino, di notevolissimo spessore, fatto oggetto qualche anno fa di un provvedimento di questo tipo, persino bypassando il TSO, che era stato recluso per essere entrato in attrito con la famiglia, per i soliti, pedestri ma solidamente “materiali” motivi di eredità contesa…). Non vorrei proprio aggiungere altro, tremendo di essere pleonastico rispetto al video, che è disponibile in rete, ma credo si possa dire che, nella piena convinzione qui espressa, Antonucci esprima il meglio di sé anche nel discorso orale, mettendo in luce non solo un grande passato, non chiuso con la “legge Basaglia” (di cui giustamente sottolinea “non essere di Basaglia, perché Basaglia non era d’accordo”), ma un presente fatto di sofferenze e di sopraffazioni attuali, appunto, non relegabili in un “altrove temporale”.

Eugen Galasso

Pubblicato il 30 November, 2012
Categoria: Notizie

DIARIO DAL MANICOMIO – Ricordi e pensieri – “Nella notte di guardia che restò con me, Luca Bramanti seguì con attenzione tutti gli avvenimenti e si interessò ai miei interventi.” – Giorgio Antonucci –


Nella notte di guardia che restò con me, Luca Bramanti seguì con attenzione tutti gli avvenimenti e si interessò ai miei interventi.
Mi seguiva in silenzio nei passaggi veloci da una parte all’altra dell’istituto dopo ogni chiamata, e andavamo in automobile o a piedi secondo le distanze o l’urgenza.
Fui chiamato quasi nello stesso tempo per due uomini in pericolo di vita per crisi acute da infarto, e una terza volta per un uomo in gravi condizioni per emorragia cerebrale.
Dovevo provvedere alle cure immediate e all’eventuale ricovero nel vicino ospedale civile, però i reparti non erano attrezzati per il pronto soccorso e il personale non era preparato e spesso non era nemmeno capace.
Chiedevo le medicine indispensabili per ogni occasione e necessità e gli infermieri e le infermiere trafficavano negli armadietti e nei carrelli senza riuscire a trovarle.
Spesso telefonavano in altre sezioni per trovare altri infermieri più capaci e attrezzati.
Per fortuna avevo con me un pronto soccorso che mi ero procurato apposta per ogni possibile evento.
Solo gli psicofarmaci si trovavano dappertutto in abbondanza.
Durante gli interventi mi venivano annunciati per telefono nuovi internamenti in arrivo.
Dovevo riflettere sul modo di revocarli e intanto dovevo preparare gli argomenti per convincere il giorno dopo il direttore.
Come ho già detto, solo dopo la nuova legge del maggio 1978 avrei potuto annullare i ricoveri coatti per conto mio come medico di guardia senza bisogno di ricorrere ad alcuna autorizzazione gerarchica.
All’arrivo dell’ambulanza dovevo discutere con la persona interessata e con la polizia e a volte predisporre la permanenza provvisoria fino al giorno successivo.
Alcuni infermieri insistevano senza risultato perché io controfirmassi alcuni provvedimenti di contenzione fisica che i medici del giorno avevano lasciato in sospeso per l’attività notturna del medico di guardia.
All’inizio gli infermieri non riuscivano a capire come era possibile che io fossi contrario in ogni caso a qualunque tipo di contenzione e a qualsiasi intervento di limitazione delle libertà.
Altri volevano che io sottoponessi i pazienti a iniezioni endovenose di psicofarmaci segnate in cartella dagli altri medici. Spiegavo al personale che le iniezioni endovenose di psicofarmaci erano dannose e a volte potevano mettere il paziente in pericolo di vita.
Perfino Cotti, che si dichiarava contrario agli psicofarmaci, mi aveva invitato a fare le iniezioni se erano prescritte dagli altri.
Il giorno dopo dovevo discutere con gli altri medici che mi accusavano di sabotare le loro terapie.
Io non avevo nessuna intenzione di danneggiare i ricoverati per compiacere i colleghi o per seguire le regole dell’istituzione. Cotti si preoccupava di mediare con gli altri medici che volevano che io mi adattassi, ma in quella situazione le mediazioni non servivano a nulla se non a favorire la quiete. Però aveva anche intrighi e interessi in comune con gli amministratori dell’ospedale e con i politici dei partiti, che erano contrari a qualsiasi cambiamento e a tutte le novità, come succede nelle burocrazie di potere.
Lo stesso era accaduto negli anni precedenti, quando lavoravo a Reggio Emilia, e Giovanni Jervis mi aveva detto che secondo lui era inutile che io evitassi i ricoveri in manicomio delle persone dei centri della montagna che dipendevano da me, quando poi succedeva che gli altri medici, quando io ero assente, prendevano decisioni differenti. Ricordo che una volta a Castelnuovo nei Monti passai la notte con un uomo ubriaco, per evitargli il ricovero che era stato deciso e prescritto.
Ho sempre lavorato con rivoluzionari molto rispettosi delle autorità.
A Reggio Emilia, per la mia chiara indipendenza e per il mio rapporto diretto con la popolazione, prima di essere licenziato e allontanato, fui accusato di essere uno spontaneista, seguace di Rosa Luxemburg.
All’alba di quella lunga notte ebbi una discussione molto difficile con una persona del reparto quattordici che, influenzata dai discorsi del personale e dalle pressioni dei medici, pretendeva di essere di nuovo legata nel letto per sentirsi tranquilla e per riuscire a addormentarsi.
Dopo quella esperienza notturna così avventurosa, Luca Bramanti non venne più a Imola per diversi mesi, e il suo lavoro rimase incompiuto per moltissimo tempo.
Poi mi ha raccontato che si era spaventato assai.
Io stesso ho sempre vissuto le notti di guardia all’istituto con forti preoccupazioni e con molta fatica.
In quelle notti si concentravano tutte le contraddizioni.”

tratto da : “Diario dal manicomio – Ricordi e pensieri”, Giorgio Antonucci, ed. Spirali. pag. 64/67

Pubblicato il 29 November, 2012
Categoria: Notizie

Conversazione con Maria D’Oronzo

Armonie, mercoledì 21 novembre dalle 20.30,

via Emilia Levante 138 Bologna

Pubblicato il 20 November, 2012
Categoria: Notizie

“Il volto sconosciuto della psichiatria” – Giorgio Antonucci – Eugen Galasso

Il 17 novembre a Firenze, anzi nel pieno centro della città (“Auditorium al Duomo”, via Cerretani 54 rosso-per chi non conosca bene la città è da segnalare che nel capoluogo toscano a livello urbanistico si distingue tra numeri neri e rossi, quindi bisogna cercare un po’, stando attenti ai colori, ma la cosa non è difficile), si apre la mostra multimediale “Il volto sconosciuto della psichiatria”, che, promossa dal CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti umani) verrà introdotto da un relatore d’eccezione, il dottor Giorgio Antonucci, colui che, in Italia ma non solo ha dato un impulso decisivo alla prospettiva anti-psichiatrica, alla demistificazione di un “palco”, ossia di un apparato fornito di tragici rituali (TSO, contenzione,  elettroshock, psicofarmaci à go-go) che per anni ha resistito e tuttora resiste e persiste in un sistema sanitario vittima anche di “tagli” indotti dalla “crisi”, che si è comunque paludato, nel settore chiuso e sacrale della “psichiatria”, con armamentari retorici travestiti da “scienza medica”, tanto, anzi, da indurre i “profani” (cioè chi sta davanti, ma non dentro il recinto sacro, il “tempietto”, questo è l’etimo della parola) a credere che qualunque “terapia” vada bene per sé o per i propri cari. Di recente, alcuni casi, tra cui quello di Mastrogiovanni hanno fatto “furore”, arrivando “à la Une”, ossia in prima pagina (e in TV, il che, nella debordiana “società dello spettacolo” conta di più, anche considerando l’analfabetismo di ritorno di moltissimi Italiani e in genere Europei), ma quanti casi analoghi sono rimasti “sepolti”, nascosti, nei sottoscala di qualche clinica (parlo di “sottoscala” non a casa, ma perché l’immagine, in quel caso ironica, è il titolo-là “ironico” ma non “comico”!- di un libro di Vittorio Gassman, il grande teatrante e uomo di spettacolo, ma anche di lettere,  vittima della “depressione” e di chi (il prof.Cassano) si ergeva a nume tutelare della cura della stessa, accettata, nosograficamente, come un realtà vera, accertata come tale. Il richiamo (“ironico”? Cfr.sopra) alle dostoevskjane (per dire di un altro “allegrone”, che però non merita di essere psichiatrizzato, essendo l’epilessia, tra l’altro, un “oggetto insituabile”)”Memorie del sottosuolo” include poi testi diversi da quanto qui discusso, ma preme sottolineare come nel caso del grande artista citato, come di altre persone protagoniste dello spettacolo (Sandra Mondaini) c’è sempre stato chi ha preteso di ergersi a “catone” e giudice di una situazione.  La mostra multimediale (oggi anche una mostra d’arte, lo sottolineo anche se forse appare pletorico, sarebbe difficilmente concepibile senza supporto multimediale, proprio perché la multimedialità coinvolge tutti i nostri sensi e amplia, per dirla con Aldous Huxley, poi ripreso da una celebre “band” tuttora attuale ed “emblematica”, che si chiamava “Doors” non a caso “the doors of perception”, le porte della percezione) ci fa non solo vedere ma in qualche modo sperimentare, quasi rivivendole, esperienze che altre persone hanno sperimentato, purtroppo, sulla loro pelle.  Anche rispetto a un percorso non “difficile”, ma comunque complesso (anche qui nell’accezione letterale, che cioè collega elementi divesi) quale quello della mostra, le parole di Giorgio Antonucci, che ha aperto le strutture ancora chiuse di Reggio Emilia e Imola appaiono fondamentali, come “guida”, nel senso dantesco del “Tu se’ lo mio maestro e lo mio autore”, dove il concetto di “autoralità” è fondamentale, perché Antonucci, a partire dalla psicologia umanistica di Roberto Assagioli, come lui fiorentino, dall’ antipsichiatria esistenziale di Laing e Cooper, sperimentando e partecipando all’approccio basagliano ma non solo (il dottor Edelweiss Cotti, bolognese, cui , tra l’altro,  risale la formulazione “Centro di relazioni umane”) ha rielaborato in maniera originale , anche in una concezione teorica nata anche e soprattutto induttivamente, ossia a partire dalla pratica clinica, un approccio totalmente diverso al problema, dove i disagio esistenziale non viene liquidato come “malattia mentale”.

Eugen Galasso

Pubblicato il 15 November, 2012
Categoria: Eventi, Notizie, Testi

Bambino preso a forza dalla polizia – Eugen Galasso


“Una società chiusa e stolta che si prepara a sprofondare nel nulla”: come sempre il commento di Giorgio Antonucci (al rapimento-sequestro ad opera della polizia di un bambino decenne) sembra il più azzeccato.  Chi scrive ritiene che sia già sprofondata nello stesso, aggiungendo due ordini di considerazione:  A)Rischio di uno Stato etico, anzi di polizia, che si propone di regolare (s-regolando, poi, ovviamente) tutto, dalla morale (solo nazisti, stalinisti, pol-potisti, fanatici clericali di ogni religione agiscono così) all’educazione, con la violenza in più in questo caso inferta a un bambino, vittima di opposte violenze, dove non importa nulla capire (sarebbe sciocco, peraltro) se “abbia ragione” la madre o il padre, cioè il padre versus la madre; B)L’attuale regime iper-liberista, che vede come fumo negli occhi anche il moderatissimo keynesismo , considerato “filo-comunista” è stato imposto dall’Europa, meglio da una gestione di estrema destra dell’Europa (Merkel più l’estrema destra “cristiano-sociale” bavarese, che privatizzerebbe anche l’aria, come anche la FDP di Guido Westerwelle, ministro degli esteri simpaticamente gay, ma in economia un “Chicago Boy”, per cui il “vangelo” è la dottrina economica di Milton Friedman, l’estrema destra europea in genere, quella olandese, quella norvegese che non è “europea”, ma premia la Comunità Europea, così gestita con il Premio Nobel per la pace etc.), impone solo rigore, sacrifici ed, essendo frutto di un accordo tra destra massonica, un  Vaticano “alla destra del padre” (anche minuscolo!), altri settori che paradossalmente (?) incrociano un Presidente della Repubblica ex-comunista che quasi sessant’anni fa sostenne l’intervento militare URSS contro l’Ungheria delle riforme, vuole essere più “di polizia” che “etico”, concetto comunque già ambiguo (è in Hegel e poi, però, nel fascista “liberale” Giovanni Gentile). Intervento duramente “politico”, il mio, di cui mi assumo la responsabilità,  ma che ritengo responsabile di fatti come questo, da non isolare da altri, anche più gravi e “nascosti”- silenziati, frutto, nell’Italia della “pseudo-responsabilità” del non-funzionamento delle istituzioni preposte (polizia per conto proprio, anche al suo interno, magistratura a parte, politica “a parte”, “socialità” da un’altra parte…) 

Eugen Galasso

Pubblicato il 15 October, 2012
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo