Sanità di mente e patriarcato – Eugen Galasso
Per Filippo Turetta, che ha assassinato la ex-fidanzata Giulia Cecchettin,l’unica possibilità di difesa sembra essere proprio l’infermità o meglio semi-infemità mentale, che gli consentirebbe di non scontare il possibile ergastolo. Se l’azione degli avvocati fosse incentrata su ciò, a parte la questione politica, che darebbe una sponda all’estrema destra che punta sull'”ergastolo senza sconti” (se ci fosse, ossia se fosse prevista dal codice penale vigente, proporrebbe la pena di morte), verrebbe riproposto lo schema della “malattia mentale”, da tempo invalidato ma sempre riproposto per non affrontare seriamente la questione di atti certamente criminali ma che sfuggono alla “normale razionalità”, al common sense ancora dominante. Con la possibile definizione di Turetta (come di altre persone) quale “malato di mente”, a parte la sconfitta della volontà di combattere seriamente contro patriarcato e discriminazione della donna, verrebbero invalidate nella pratica giuridica concezioni importanti sull’alterità (Szasz e Antonucci, tra gli altri), a favore della riproposizione di mentalità grette e conformiste, che in definitiva avallerebbero la visione tuttora dominate, che a parole sembra orientata verso la parità di genere, mentre in realtà la sconfessa nella pratica. Eugen Galasso
VI Congresso Associazione Radicale “Diritti alla Follia” 2023 – Manicomio all’italiana
Nella giornara di venerdì 1 dicembre, l’intervento della dott. Maria D’Oronzo al 3:16:16 min.
https://www.facebook.com/share/v/6un4KUgmnkVce4pg/
https://www.radioradicale.it/scheda/714502/manicomio-allitaliana-luoghi-e-forme-dellistituzionalizzazione-vi-congresso-nazionale?fbclid=IwAR07mmAkHEMvSVQ4qnZwFay0BVDjv35g10skW32ivyffjPj6GNO15ZMJm8o
Pubblicato il 1 December, 2023
Categoria: Notizie
Psichiatria in televisione – Eugen Galasso
“Sabato mattina, giorno 21 ottobre, RAI 1, si parlava senza alcun contraddittorio, senza alcuna critica o messa in discussione, di “malattie mentali” (sic!). Come se neppure la legge 180 fosse mai passata, come se il concetto fosse comunque dogmaticamente da accettare. Come si parla di scompenso cardiaco, di sinusite o tonsillite, di tumore di qualunque tipo, di enfisema polmonare etc, cosi’ bisognrebbe parlare, secondo i programmisti e gli esperti invitati al programma, anche di “malattia mentale”, dove sovvengono le antiche (ormai) categorie kraepeliniane, come se nel frattempo non fosse successo nulla, né Laing, né Cooper, né lo stesso Basaglia, né Guattari né altri (Vittorino Andreoli, persino), per non dire di Thomas Szasz o Giorgio Antonucci avessero mai proposto relativizzazioni e anzi negazioni del concetto stesso, come se la psicanalisi fosse non diremo un optional ma una sorta di pseudosoluzione a problemi da risolvere solo con l’accetta della psichiatria. Non so (anche perchè non avevo tempo di continuare a seguire la trasmissione) se ciò dipenda dalla nuova programmazione RAI dell’attuale governo Meloni o se sia un semplice “errore di comunicazione”, ma certamente qualcosa non va, se si propongono al “popolo bue” (questo è il target, da sempre, di RAI 1, a quanto e’noto) diagnosi e terapie di “vecchia scuola” per malesseri che non sono curabili con psicofarmaci o peggio….”: Eugen Galasso
Pubblicato il 25 October, 2023
Categoria: Notizie
La congiungivite di Bergonzoni – Eugen Galasso
Decisamente anche l’attore/autore teatrale, ma anche di vari libri Alessandro Bergonzoni è decisamente contrario alla ghettizzazione o comunque alla considerazione “altra” di chi è stato/a ingiustamente etichettato/a come “diverso(a)”, “pazzo(a)” o simili. Frequentatore di manicomi da prima della “famosa legge 180” che avrebbe abolito i manicomi, comunque le strutture chiuse, in quanto andava a trovare un amico considerato “folle”, Bergonzoni afferma invece la necessità di una “congiungivite” (non congiuntivite, che e’ un’affezione oculare), ossia la necessita’ di immedesimarsi nell’altro, di superare lo stacco tra sé e l’altro, mentre nella nostra società domina invece una “pazzia 2 o 3 o 5”, quella di governanti a cui non importa che muoiano in mare tanti migranti di un giudice che stigmatizza qualcuno come “folle” etc. Sostenendo la necessità di superare la mera empatia (“sentire con l’altra persona”) andando invece verso l’immedesimazione, Bergonzoni è sostenitore accanito della non scissione tra i problemi della persona e quelli dell'”altro” (altra), contro lo stigma che condanna qualcuno come “pazzo”, “folle” etc. Con molti funambolismi verbali (ma e’giusto interrogarsi sul linguaggio , sul suo spesso totalmente desemantizzato) e forse conoscendo gli scritti dei grandi antipsichiatri o “non psichiatri” come Laing, Cooper, Szasz, Antonucci, anche dialogo, in una conferenza-spettacolo svoltasi il 10 ottobre, giornata della “salute mentale” insieme con Antonio Vigano’, fondatore e direttore del “Teatro della Ribalta”, dedicato a ogni forma di diversabilità, Bergonzoni, insieme ad altri/e contribuisce a smontare il pregiudizio, duro a morire, relativo a “follia”, “pazzia” etc.. Importante che il “pubblico”, dopo aver riso alle battute del comico, rifletta. Eugen Galasso
Pubblicato il 11 October, 2023
Categoria: Notizie
Intervista a Daniele “Come sono uscito dalla psichiatria” – 132° puntata di “Diritto fragile”
132° Puntata Il Diritto Fragile, con Daniele Chini : “Vi racconto come ho gestito il disturbo bipolare e come nel 2012 sono stato dichiarato guarito pubblicamente ed ora mi faccio normalmente la mia vita come nulla fosse accaduto senza più farmaci e senza più essere seguito da nessuno…”
Video:https://www.youtube.com/watch?v=cKfZ-_qhw3g
Pubblicato il 6 October, 2023
Categoria: Notizie
A partire da Balzac – Eugen Galasso
“Voyage de Paris a ‘Yava” è una novella del grande Honore de Balzac (1799-1850) e non fa parte delle sue opere più famose, raccolte in “La comedie humaine” , ma certo contiene una proposizione fondamentale: “Un’ idea fissa è un bene o un male? Non so dire. Alcune ci portano dei sistemi politici (nuovi) o dei monumenti letterari, altre ci conducono a Charenton” (era il manicomio di Parigi, nel 1700-1800, ci fu rinchiuso De Sade, che la rivoluzione francese non sapeva più dove mettere… e il marchese rivoluzionario vi organizzava rappresentazioni teatrali con i detenuti, quando lo “psicodramma” di Jakob Levy Moreno e di altri, non esisteva neppure come idea…e.g.). Detto questo, bisogna ricordare che le utopie sono sempre state condannate (grandi idee, appunto) che Savonarola, Bruno, Vanini sono finiti sul rogo, che il mistico Meister Eckhart, sacerdote medievale, ha scampato per un pelo la condanna dell’inquisizione e che il poeta Ezra Pound è finito per anni in manicomio nei “democratici” United States of America per aver sostenuto idee assimilate al fascismo, in realtà impregnate di ideali nobili quali la lotta all’usura e alla povertà che, a parte l’autoinganno dello stesso Pound, che esaltava Mussolini, sono semmai ideali di cristiani, comunisti, anarchici e altri… Meditavamo questa frase di Balzac citata all’inizio… Oggi il manicomio, in forma più o meno velata, esiste ancora in tutto il mondo e vi finiscono anche e soprattutto persone “scomode”, non omologate al modello sociale esistente e dominante.
Eugen Galasso
Altro fatto di cronaca – Eugen Galasso
A Abiategrasso, presso Milano, uno studente sedicenne, ha ferito con un coltello la professoressa, che non e’ in pericolo di vita, minacciando poi, con una pistola giocatolo, i compagni di classe, opportunamente fuggiti. E’ stato ricoverato in un reparto psichiatrico di un ospedale milanese. Ora: nessuno ci informa di quanto possa essere successo al ragazzo, quali esperienze di vita e di studio, anche traumatiche, abbia passato, anche considerando i tre anni caratterizzati dal COVID. Puo’ essere che la professoressa lo abbia redarguito in malo modo, denigrandolo, che lo abbia minacciato di bocciarlo o altro, ma questo non viene detto. Questa mania di procedere direttamente al ricovero in psichiatria non sembra opportuno; finora il ministro competente parla di psicologo(a) scolastico(a). Speriamo non si passi allo(a) psichiatra scolastico… Eugen Galasso
Pubblicato il 30 May, 2023
Categoria: Notizie
Comunicato Stampa sulla morte di Barbara Capovani
Che la morte per omicidio della dottoressa Barbara Capovani del reparto psichiatrico dell’ospedale Santa CHiara di Pisa sia una tragedia, un atto terroristico è chiaro e certo, ma non per questo si può tirare addosso ogni colpa all’antipsichiatria e in genere alla non-psichiatria, ispirata dalle teorie e dalla prassi clinica di figure come Giorgio Antonucci e Thomas Szasz. Al contrario, tenendo fermo il doveroso ricordo della vittima, persona certamente impegnata sia complessivamente nel sociale, sia nella e con la sua professione, non si può dire molto altro, dove varrebbe piuttosto il detto “Si tacuisses, philosophus mansisses” (se tu tacessi, rimarresti sapiente e saggio): il che vale per chi invece si prodiga in interviste, commenti etc. In particolare la destra di governo e anche extra governo strumentalizza la cosa, volendo proporre camicie di forza, TSO ancora più facili, ricorso a misure coattive, quasi il sistema psichiatrico non ne prevedesse già abbastanza… Così affermare che Seung, l’attentatore, era stato “strrumentalizzato” (cfr, per ex, la dichiarazione del dottor Mario Di Fiorino, primario di psichiatria della zona Versilia, in IL Giornale, 25 aprile 2023) in chiave antipsichiatrica “appare problematico, come anche la valutazione complessiva del movimento “antipsichiatrico” (e nonpsichiatrico, senza o con trattino), che sarebbe “un gruppo minoritario ma con molto potere” appare decisamente discutibile, vista la dominanza delle strutture psichiatriche esistenti, l’istituto del TSO facilmente applicabile, altro ancora, l’applicazione della “terapia” elettroconvulsivante in molte strutture psichiatriche non solo private ma anche pubbliche, un metodo che ripropone l’orrore della “Sancta Inquisitio”, perpetrando nel “malato psichiatrico” (come dicono gli psichiatri) il sentimento di colpa che necessita una punizione, id est la scarica elettrice “salutare”…. camicie di forza etc, sappiamo. Ma poi c’è il “gioco” di tutti i media, in primis le TV e i giornali non solo di destra, che fingono di sospendere il giudizio, cavalcando la tigre del fatto sensazionale quale viene ad essere l’omicidio o comunque l’aggressione violente che provoca la morte… che appoggiano la logica del sistema, non sapendosene (e non volendosene) distanziare. Decisamente come afferma il comunicato di ALIBES, non sanno né vogliono fornire una lettura crtica del fatto che coinvolge Gianluca Paul Seung, l’attentatore, che dovrà,rispondere penalmente del fatto, ovviamente la vittima, ma anche e certamente non in misura minore un sistema marcio, incapace di scegliere tra un approccio realmente “umano”, ossia capace di tenere conto di tutti i fattori in gioco e uno meramente repressivo. Centro di relazioni umane.
Pubblicato il 28 April, 2023
Categoria: Notizie
Su l’intervento di Giorgio Antonnucci versus Thomas Szasz nel 1980 – Eugen Galasso
L’intervento di cui in oggetto si trova nel sito d’archivio del prof Giorgio Antonucci www.giorgioantonucci.org
nel taccuinio https://giorgioantonucci.org/taccuini/diari-novembre-dicembre-1980/
Giorgio Antonucci, negatore della psichiatria, che giustamente considerava (ma io vorrei averlo qui, Giorgio, vivo e vegeto e comunque ci rimane, ben vivo, il suo pensiero, con la sua opera) in questo testo del 15 novembre del 1980, che è il suo intervento a un convegno promosso dal CCDU, svoltosi nell’Aula Magna dell’Università’ di Roma, alla presenza di Thomas Szasz, riporta casi concreti, con cui si confrontava, da “psichiatra” presso l'”Ospedale Psichiatrico “L’Osservanza” di Imola, ma anche, due o tre volte al mese presso un Ospedale Civile, reparto psichiatrico, dove faceva il medico di guardia. E’ un crimine, afferma, sottoporre una persona, chiunque sia, a un trattamento che non accetta. Premessa giusta quanto indispensabile per capire e apprezzare il suo pensiero, che è quello di un vero umanista e che vale, peraltro, anche per la medica “non psichiatrica”, dato che è illegittimo sottoporre a un intervento chirurgico pericoloso (ma anche non pericoloso) chi rifiuti tale tipo di terapia e gli esempi si sprecherebbero. Ma Giorgio, opportunamente, fa esempi concreti: di un trentenne che il padre voleva sottoporre al TSO perché era “girovago” invece che “stanziale”, di una contadina, segnata alla gravidanza recente che non poteva più (fisicamente, si badi) sottoporsi al duro lavoro nei campi, di una ventiduenne, eroinomane, buttata fuori di casa dalla madre e in quel tempo nelle mani di chi gestisce il traffco della prostituzione. Contro leggi truffa che prevedono comunque più che la chiusura del manicomi, la loro sostituzione con istituti simili, solo cambiati di nome, con l’arma terribile del TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) Antonucci si è sempre battuto coerentemente, anche prima della pubblicazione delle celebri opere di Szasz. Con una lucidià e una coerenza più che semplicemente “encomiabili”, il dottor Antonucci rimane, anche proprio in virtu’ della sua chiarezza, della sua capacità di esprimersi con esempi concreti, ossia “induttivamente”, un grande faro nella lotta contro l’abuso che il potere compie sempre quando, sulla base di indicazioni superficiali quanto assurde colpisce una persona in base al “nulla” di indicazioni colpevoli, mal intenzionate o semplicemente idiote. Eugen Galasso