Paola Torsello : In ricordo di Giorgio
(Giorgio Antonucci con un paziente del reparto di neurologia “Centro di relazioni umane” a Cividale del Friuli, 1968)
24 febbraio 1933 – 18 novembre 2017
Giorgio manca immensamente da tre anni.
Giorgio è il professore Antonucci, ma lui si faceva chiamare per nome e si faceva dare del tu.
Lui accorciava lo spazio dei rapporti, anche dei rapporti medico-persona, li rendeva umani.
Restituiva alle persone il diritto alla sofferenza, così come dovrebbe essere ma non sempre lo è.
Al contempo non risparmiava uno sguardo concreto sul disagio politico delle istituzioni, dell’ambiente, della collettività, della storia.
Il professore Antonucci è stato un uomo che ha vissuto la sua vita e la sua professione per affermare giustizia, chiarezza e ben-essere, adoperando l’ascolto e instaurando il dialogo come unico strumento di ‘cura’.
È stato il solo medico al mondo ad aver lavorato in manicomio senza mai usare strumenti psichiatrici.
Il solo al mondo a non aver mai fatto un Trattamento Sanitario Obbligatorio e, il suo impegno, era sempre rivolto alla critica e all’inutilità bestiale delle coercizioni, in ogni tipo di istituzione.
Lui ha restituito consapevolezza e libertà alle persone col ‘solo’ uso delle Relazioni Umane e della creatività.
Lui è stato un insegnamento fertile per tutti noi, ovvero per chi ha voluto aprire uno sguardo su un Fare differente rispetto una realtà già impostata, realtà da de-costruire e rendere vitale.
Non elenco i suoi premi internazionali e il rumoroso silenzio di certe istituzioni alla sua vita professionale e alla sua memoria… ma esistono le numerose testimonianze a dimostrare e a dirci che si può fare molto diversamente…
Ringrazio Maria D’oronzo, sua preziosa collaboratrice e una cara amica sempre presente al bisogno, per avermelo fatto conoscere; la ringrazio anche perché col suo lavoro di donna e di psicologa, prosegue a diffondere la stessa libertà e lo stesso rispetto che ha condiviso e praticato insieme a Giorgio. Paola Torsello
(La foto di Piero Colacicchi fu uno “scatto rubato” durante la prima visita della popolazione della montagna reggiana al manicomio di San Lazzaro di Reggio Emilia. Erano delle calate in manicomio per denunciare le condizioni dell’Ospedale Psichiatrico. Nella foto si vede un bambino legato a una panca e al suo fianco Giorgio Antonucci)
Pubblicato il 18 November, 2020
Categoria: Notizie
A Maria Rosaria – Giorgio Antonucci
Giorgio Antonucci
14 settembre 2010 ·
A Maria Rosaria.
Questi interventi volti a evitare gli internamenti psichiatrici sono il livello più alto
della nostra attività.
Evitano gravi sciagure.
Con grande stima da parte di Giorgio Antonucci.
https://www.facebook.com/maria.doronzo.12/posts/10213897019379377?notif_id=1600080082150582¬if_t=feedback_reaction_generic&ref=notif
Pubblicato il 15 September, 2020
Categoria: Notizie, Testimonianze
Psichiatria e Non. Oltre la diagnosi “la pratica di Giorgio Antonucci” – Intervista a Maria D’Oronzo
Il lavoro del “Centro di Relazioni Umane”, dall’inizio.
Video QUI
https://youtu.be/IZ7tF9bw9xw
Grazie all’impegno di
Intervento di Giorgio Antonucci – Simposio: Internamento coatto e controllo sull’uso delle terapie psichiatriche – Roma 1980
Diari inediti: Dicembre 1980.
Ho ricevuto e trascrivo la registrazione del mio intervento al convegno di Roma. L’intervento l’ho lasciato così com’è stato, nella sua immediatezza. (Sabato 15 novembre, Aula magna dell’università di Roma).
Io lavoro nell’Ospedale Psichiatrico “Osservanza” di Imola, dove sono responsabile di tre reparti di lungodegenti, che ho liberato da tutti i mezzi di cui disponeva la psichiatria per perseguitare i pazienti che ivi erano ricoverati, e li ho trasformati in residenze, in attesa che quei pazienti che non hanno trovato ancora una collocazione fuori possono trovarla per allontanarsi da quel luogo (l’ospedale psichiatrico) dove erano stati portati con la forza per motivi a loro del tutto sconosciuti, per motivi che non riguardavano loro direttamente.
Contemporaneamente a questo lavoro, due o tre volte al mese faccio il medico di guardia in un reparto di un ospedale civile, che è ora utilizzato per il trattamento sanitario obbligatorio, cioè per quel tipo di trattamento obbligatorio che la legge 180 ha sostituito al ricovero coatto.
Premetto che nella mia attività pratica ho sempre ritenuto inaccettabile il fatto di costringere una persona, chiunque sia, a sottoporsi a dei trattamenti; ritengo che sia un crimine imporre ad una persona qualsiasi un trattamento che la persona stessa rifiuta e secondo questo punto di vista mi sono sempre regolato. In questo periodo, quando sono di guardia in questo reparto, quando si presentano dei pazienti per il trattamento sanitario obbligatorio, io glielo annullo servendomi di uno dei punti della nuova legge, cioè trasformo tutti i trattamenti obbligatori in volontari permettendo alla persona internate di restare, se vuole, ma anche di andarsene, se questa è la sua volontà.
Siccome l’altro sabato (8 novembre) due giovani se ne sono andati, gli psichiatri dell’ospedale sono arrabbiatissimi e c’è una grossa polemica. Però questi psichiatri non si limitano ad usare le loro armi per combattere contro questa iniziativa, ma si sono rivolti a tutti i poteri possibili, per cui è intervenuto il Consiglio di amministrazione per prendere posizione contro queste mie iniziative, che poi, in realtà, sono iniziative di scelta dei pazienti. Sono intervenuti pure i Centri di Igiene Mentale cioè quelli che decidono che la persona ha bisogno del Trattamento Obbligatorio; è intervenuto il Pretore; cioè si è formato uno schieramento di forza tutte contro di me per questo scandalo che consiste nel fatto che io ritengo che i pazienti abbiano il diritto di scegliere da soli mentre gli psichiatri ritengono che debbano essere sottoposti a dei provvedimenti di costrizione.
Io mi chiedo perché succedono queste cose, perché da quando in Italia io ed altri abbiamo iniziato a lavorare in questo senso ci siamo sempre scontrati con delle organizzazioni di potere che fanno il possibile per smantellare iniziative di questo genere.
Mi ricordo che nel’73, andando nell’Istituto Psichiatrico “Osservanza” di Imola, diretto da Cotti, per vedere che cosa si poteva fare, mi ricordo che dissi a Cotti che avrei voluto prendere il reparto peggiore, cioè il reparto ritenuto dagli psichiatri il più pericoloso, con le persone secondo loro più pericolose e che per questo motivo dovevano essere maggiormente sorvegliate. Il reparto era il numero 14 ed era composto di 44 donne. Le mura erano alte 4 metri con porte di ferro, però superata la porta di ferro, si trovavano altre porte ed altri muri.
Leggi l’articolo completo »
Pubblicato il 4 April, 2020
Categoria: Notizie
Festival Psy 2019 – Paris 16-17 novembre
Saremo presenti con la proiezione del docufilm, progetto di Laura Mileto regista Alberto Cavallini, “Se mi ascolti e mi credi. Giorgio Antonucci un medico senza camice“. Anteprima in francese. Presentazione della dott Maria D’Oronzo
Pubblicato il 9 November, 2019
Categoria: Eventi, Immagini, Notizie, Presentazione, Video
Globalità dei Linguaggi – 24° Convegno Nazionale – Diritti Umani, Educazione e Cura
In memoria di Gino Stefani
Presentazione e invito al XXIV convegno di MusicArTerapia di Stefania Guerra Lis, caposcuola e ideatrice del metodo Globalità dei Linguaggi: Facebook https://www.facebook.com/214140508599493/videos/2835602576453260/UzpfSTE4MjU1NjM0NzE6MTAyMTE2ODQ3NTA5OTQwNTA/
Il nostro intervento è previsto venerdi 4 ottobre 2019.
Pubblicato il 1 October, 2019
Categoria: Notizie, Presentazione
Centro di Relazioni Umane. Al lavoro di Giorgio Antonucci – Maria D’Oronzo
Ripercorrere le vicende, che si sono succedute negli anni di lavoro del dottor Giorgio Antonucci per una nuova linfa e nuovi stimoli alla lotta al Pregiudizio Psichiatrico. Giorgio Antonucci non solo dovette curarsi della liberazione di centinaia di donne e uomini internati, ma si occupò di restituire loro alla pienezza della vita.
Abbiamo realizzato un VIDEO dell’opuscolo https://www.youtube.com/watch?v=BYwQdRz0Xe8
Qui la versione A3 per stampa
Giorgio Antonucci A3
E’ disponibile anche la versione A2 se richiesta.
Pubblicato il 20 June, 2019
Categoria: Notizie, Presentazione, Testi, Video
Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) e Taser versus libertà – Maria D’Oronzo
Rare volte, rarissime, la Corte di Cassazione si è pronunciata contro gli psichiatri e il loro operato. La sentenza più significativa è arrivata il 20 giugno 2018, sentenza n° 50497, che riguarda la morte di Francesco Mastrogiovanni, anarchico, insegnante, morto in Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) il 4 agosto 2009.
La Cassazione afferma che: “la contenzione dev’essere redatta chiaramente con puntualità e diligenza, nel rispetto della buona pratica clinica, oltre ogni dato obiettivo relativo al decorso della patologia, tutte le attività diagnostico terapeutico ed assistenziali praticate”.
Chi non si attiene a queste regole commette reato di sequestro di persona.
Sono stati condannati 6 medici e 11 infermieri, quest’ultimi hanno l’obbligo di “proteggere” il paziente e di “attivarsi per far cessare la coercizione” e di segnalare all’autorità competente i maltrattamenti o privazione della libertà personale.
Sono stata informata da Sabatino Catapano, la stessa mattina del 29 luglio 2009 della cattura di Francesco Mastrogiovanni. Dopo poche ore ero in contatto telefonico con gli amici di famiglia Mastrogiovanni, Peppe Tarallo e Giuseppe Galzerano.
Sono partita da Bologna per raggiungere il Cilento, durante gli anni della durata del processo, varie volte.
Diverse sono state le associazioni che si sono attivate insieme a Sabatino e alla ospitale famiglia di Mastrogiovanni in questa triste storia.
Una storia triste, non solo perché un uomo è morto in un luogo deputato alla cura come appunto dovrebbe essere inteso un reparto d’ospedale, ma anche perché il nostro ordinamento riconosce il sequestro di persona, in una pratica di T.S.O, solo nel caso la contenzione non sia annotata in cartella clinica, mentre, invece, non viene riconosciuta la necessità di introdurre nell’ordinamento penale italiano, il reato di tortura come conseguenza logica del T.S.O.
La convergenza fra l’atto sanitario e l’obbligatorietà dello stesso ha permesso, contemporaneamente, il pronunciamento della Cassazione che stabilisce la contenzione sotto stretti parametri e l’uso della pistola elettrica Taser nei reparti psichiatrici “sulla base dei fatti oggettivamente riscontrati”.
Giorgio Antonucci, che anche a Gorizia, nel gruppo scelto da Basaglia, ha dimostrato che i problemi psicologici non devono essere trattati dalla medicina, ha sostenuto, concretamente, che i ricoveri coatti non sono trattamenti sanitari e che l’elettrochoc è puro esercizio di violenza, e ancora la relazione deve essere paritaria e il rispetto reciproco, nella sua 40ennale pratica in ambito psichiatrico ha liberato centinaia di pazienti psichiatrici considerati, dagli altri, irrecuperabili, restituendoli alla pienezza della vita psico-sociale.
Pubblicato il 15 June, 2019
Categoria: Notizie
Centro di Relazioni Umane di Bologna. Al lavoro di Giorgio Antonucci – VIDEO
Né psichiatria né antipsichiatria.
La lezione di Giorgio Antonucci e il Centro di Relazioni Umane di Bologna. L’immenso lavoro di Giorgio Antonucci non può essere descritto in pochi righi, ma il Centro di Relazioni Umane di Bologna vuole rinnovare con ogni mezzo e in ogni occasione l’unico medico al mondo che concretamente ha praticato la sola rivoluzione umana nel campo della sofferenza interiore. “Il manicomio è la base per il sostegno della violenza nella società, per questo deve sparire” Giorgio Antonucci.
https://www.youtube.com/watch?v=BYwQdRz0Xe8
La critica alla psichiatria di Giorgio Antonucci – La registrazione
La registrazione dell’incontro del 10 maggio al Vag61 di Bologna.
Abbiamo voluto illustrare la pratica del Centro di relazioni umane di Bologna, parlare del lavoro di Giorgio Antonucci, su i temi della lotta alla psichiatria per l’eliminazione della coercizione e della disumanizzazione della persona
https://www.youtube.com/watch?v=2DMC1JDSTio&t=191s&fbclid=IwAR2VUvfb5rTBdjnkhqB-seKeLgJ5ySE3mfpLnJC5UzBN2ZeF_dD7LbDK57U
Organizza il Centro di relazioni umane di Bologna e il Centro ducumentazione dei movimenti “Lorusso-Giuliani”.
Massimo Golfieri: Racconto fotografico dei reparti di Giorgio Antonucci a Imola; 00:00
Maria Amato: La costruzione giuridica del malato di mente; 32:36
Maria D’Oronzo: l’esperienza all’Autogestito e la critica psichiatrica antonucciana; 51:04
Assad Marhaba: ‘Quale psicoterapia? ha senso di parlare di terapia per le difficoltà esistenziali?’01:10:36
Andrea Mele: ‘Testimonianza di un sopravvissuto psichiatrico’. 01:50:21
Riprese e montaggio a cura di Emanuela D’Antonio
Per approfondimenti sul lavoro di Massimo Golfieri : https://vimeo.com/58130458