Archivio della Categoria: ‘Notizie’

Intervento di Giorgio Antonucci – Simposio: Internamento coatto e controllo sull’uso delle terapie psichiatriche – Roma 1980





Diari inediti: Dicembre 1980.




Ho ricevuto e trascrivo la registrazione del mio intervento al convegno di Roma. L’intervento l’ho lasciato così com’è stato, nella sua immediatezza. (Sabato 15 novembre, Aula magna dell’università di Roma).

Io lavoro nell’Ospedale Psichiatrico “Osservanza” di Imola, dove sono responsabile di tre reparti di lungodegenti, che ho liberato da tutti i mezzi di cui disponeva la psichiatria per perseguitare i pazienti che ivi erano ricoverati, e li ho trasformati in residenze, in attesa che quei pazienti che non hanno trovato ancora una collocazione fuori possono trovarla per allontanarsi da quel luogo (l’ospedale psichiatrico) dove erano stati portati con la forza per motivi a loro del tutto sconosciuti, per motivi che non riguardavano loro direttamente.
Contemporaneamente a questo lavoro, due o tre volte al mese faccio il medico di guardia in un reparto di un ospedale civile, che è ora utilizzato per il trattamento sanitario obbligatorio, cioè per quel tipo di trattamento obbligatorio che la legge 180 ha sostituito al ricovero coatto.
Premetto che nella mia attività pratica ho sempre ritenuto inaccettabile il fatto di costringere una persona, chiunque sia, a sottoporsi a dei trattamenti; ritengo che sia un crimine imporre ad una persona qualsiasi un trattamento che la persona stessa rifiuta e secondo questo punto di vista mi sono sempre regolato. In questo periodo, quando sono di guardia in questo reparto, quando si presentano dei pazienti per il trattamento sanitario obbligatorio, io glielo annullo servendomi di uno dei punti della nuova legge, cioè trasformo tutti i trattamenti obbligatori in volontari permettendo alla persona internate di restare, se vuole, ma anche di andarsene, se questa è la sua volontà.
Siccome l’altro sabato (8 novembre) due giovani se ne sono andati, gli psichiatri dell’ospedale sono arrabbiatissimi e c’è una grossa polemica. Però questi psichiatri non si limitano ad usare le loro armi per combattere contro questa iniziativa, ma si sono rivolti a tutti i poteri possibili, per cui è intervenuto il Consiglio di amministrazione per prendere posizione contro queste mie iniziative, che poi, in realtà, sono iniziative di scelta dei pazienti. Sono intervenuti pure i Centri di Igiene Mentale cioè quelli che decidono che la persona ha bisogno del Trattamento Obbligatorio; è intervenuto il Pretore; cioè si è formato uno schieramento di forza tutte contro di me per questo scandalo che consiste nel fatto che io ritengo che i pazienti abbiano il diritto di scegliere da soli mentre gli psichiatri ritengono che debbano essere sottoposti a dei provvedimenti di costrizione.
Io mi chiedo perché succedono queste cose, perché da quando in Italia io ed altri abbiamo iniziato a lavorare in questo senso ci siamo sempre scontrati con delle organizzazioni di potere che fanno il possibile per smantellare iniziative di questo genere.
Mi ricordo che nel’73, andando nell’Istituto Psichiatrico “Osservanza” di Imola, diretto da Cotti, per vedere che cosa si poteva fare, mi ricordo che dissi a Cotti che avrei voluto prendere il reparto peggiore, cioè il reparto ritenuto dagli psichiatri il più pericoloso, con le persone secondo loro più pericolose e che per questo motivo dovevano essere maggiormente sorvegliate. Il reparto era il numero 14 ed era composto di 44 donne. Le mura erano alte 4 metri con porte di ferro, però superata la porta di ferro, si trovavano altre porte ed altri muri.
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Pubblicato il 4 April, 2020
Categoria: Notizie

Festival Psy 2019 – Paris 16-17 novembre





Saremo presenti con la proiezione del docufilm, progetto di Laura Mileto regista Alberto Cavallini, “Se mi ascolti e mi credi. Giorgio Antonucci un medico senza camice“. Anteprima in francese. Presentazione della dott Maria D’Oronzo

Pubblicato il 9 November, 2019
Categoria: Eventi, Immagini, Notizie, Presentazione, Video

Globalità dei Linguaggi – 24° Convegno Nazionale – Diritti Umani, Educazione e Cura






In memoria di Gino Stefani


Presentazione e invito al XXIV convegno di MusicArTerapia di Stefania Guerra Lis, caposcuola e ideatrice del metodo Globalità dei Linguaggi: Facebook https://www.facebook.com/214140508599493/videos/2835602576453260/UzpfSTE4MjU1NjM0NzE6MTAyMTE2ODQ3NTA5OTQwNTA/


Il nostro intervento è previsto venerdi 4 ottobre 2019.

Pubblicato il 1 October, 2019
Categoria: Notizie, Presentazione

Centro di Relazioni Umane. Al lavoro di Giorgio Antonucci – Maria D’Oronzo



Ripercorrere le vicende, che si sono succedute negli anni di lavoro del dottor Giorgio Antonucci per una nuova linfa e nuovi stimoli alla lotta al Pregiudizio Psichiatrico. Giorgio Antonucci non solo dovette curarsi della liberazione di centinaia di donne e uomini internati, ma si occupò di restituire loro alla pienezza della vita.













Abbiamo realizzato un VIDEO dell’opuscolo https://www.youtube.com/watch?v=BYwQdRz0Xe8


Qui la versione A3 per stampa
Giorgio Antonucci A3
E’ disponibile anche la versione A2 se richiesta.

Pubblicato il 20 June, 2019
Categoria: Notizie, Presentazione, Testi, Video

Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) e Taser versus libertà – Maria D’Oronzo









Rare volte, rarissime, la Corte di Cassazione si è pronunciata contro gli psichiatri e il loro operato. La sentenza più significativa è arrivata il 20 giugno 2018, sentenza n° 50497, che riguarda la morte di Francesco Mastrogiovanni, anarchico, insegnante, morto in Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) il 4 agosto 2009.
La Cassazione afferma che: “la contenzione dev’essere redatta chiaramente con puntualità e diligenza, nel rispetto della buona pratica clinica, oltre ogni dato obiettivo relativo al decorso della patologia, tutte le attività diagnostico terapeutico ed assistenziali praticate”.
Chi non si attiene a queste regole commette reato di sequestro di persona.
Sono stati condannati 6 medici e 11 infermieri, quest’ultimi hanno l’obbligo di “proteggere” il paziente e di “attivarsi per far cessare la coercizione” e di segnalare all’autorità competente i maltrattamenti o privazione della libertà personale.
Sono stata informata da Sabatino Catapano, la stessa mattina del 29 luglio 2009 della cattura di Francesco Mastrogiovanni. Dopo poche ore ero in contatto telefonico con gli amici di famiglia Mastrogiovanni, Peppe Tarallo e Giuseppe Galzerano.
Sono partita da Bologna per raggiungere il Cilento, durante gli anni della durata del processo, varie volte.
Diverse sono state le associazioni che si sono attivate insieme a Sabatino e alla ospitale famiglia di Mastrogiovanni in questa triste storia.
Una storia triste, non solo perché un uomo è morto in un luogo deputato alla cura come appunto dovrebbe essere inteso un reparto d’ospedale, ma anche perché il nostro ordinamento riconosce il sequestro di persona, in una pratica di T.S.O, solo nel caso la contenzione non sia annotata in cartella clinica, mentre, invece, non viene riconosciuta la necessità di introdurre nell’ordinamento penale italiano, il reato di tortura come conseguenza logica del T.S.O. 
La convergenza fra l’atto sanitario e l’obbligatorietà dello stesso ha permesso, contemporaneamente, il pronunciamento della Cassazione che stabilisce la contenzione sotto stretti parametri e l’uso della pistola elettrica Taser nei reparti psichiatrici “sulla base dei fatti oggettivamente riscontrati”.

Giorgio Antonucci, che anche a Gorizia, nel gruppo scelto da Basaglia, ha dimostrato che i problemi psicologici non devono essere trattati dalla medicina, ha sostenuto, concretamente, che i ricoveri coatti non sono trattamenti sanitari e che l’elettrochoc è puro esercizio di violenza, e ancora la relazione deve essere paritaria e il rispetto reciproco, nella sua 40ennale pratica in ambito psichiatrico ha liberato centinaia di pazienti psichiatrici considerati, dagli altri, irrecuperabili, restituendoli alla pienezza della vita psico-sociale.

Pubblicato il 15 June, 2019
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane di Bologna. Al lavoro di Giorgio Antonucci – VIDEO





Né psichiatria né antipsichiatria.
La lezione di Giorgio Antonucci e il Centro di Relazioni Umane di Bologna. L’immenso lavoro di Giorgio Antonucci non può essere descritto in pochi righi, ma il Centro di Relazioni Umane di Bologna vuole rinnovare con ogni mezzo e in ogni occasione l’unico medico al mondo che concretamente ha praticato la sola rivoluzione umana nel campo della sofferenza interiore. “Il manicomio è la base per il sostegno della violenza nella società, per questo deve sparire” Giorgio Antonucci.


https://www.youtube.com/watch?v=BYwQdRz0Xe8

Pubblicato il 2 June, 2019
Categoria: Notizie, Video

La critica alla psichiatria di Giorgio Antonucci – La registrazione





La registrazione dell’incontro del 10 maggio al Vag61 di Bologna.
Abbiamo voluto illustrare la pratica del Centro di relazioni umane di Bologna, parlare del lavoro di Giorgio Antonucci, su i temi della lotta alla psichiatria per l’eliminazione della coercizione e della disumanizzazione della persona


https://www.youtube.com/watch?v=2DMC1JDSTio&t=191s&fbclid=IwAR2VUvfb5rTBdjnkhqB-seKeLgJ5ySE3mfpLnJC5UzBN2ZeF_dD7LbDK57U


Organizza il Centro di relazioni umane di Bologna e il Centro ducumentazione dei movimenti “Lorusso-Giuliani”.
Massimo Golfieri: Racconto fotografico dei reparti di Giorgio Antonucci a Imola; 00:00
Maria Amato: La costruzione giuridica del malato di mente; 32:36
Maria D’Oronzo: l’esperienza all’Autogestito e la critica psichiatrica antonucciana; 51:04
Assad Marhaba: ‘Quale psicoterapia? ha senso di parlare di terapia per le difficoltà esistenziali?’01:10:36
Andrea Mele: ‘Testimonianza di un sopravvissuto psichiatrico’. 01:50:21

Riprese e montaggio a cura di Emanuela D’Antonio


Per approfondimenti sul lavoro di Massimo Golfieri : https://vimeo.com/58130458

Pubblicato il 20 May, 2019
Categoria: Eventi, Notizie

Conversacion entre Guillermo Vera y Massimo Paolini – Espacio e ideas – Prospectivas anomales



“La posición del manicomio en mi trabajo se inscribe en el análisis de los lugares de la ciudad y la búsqueda de los fundamentos que legitiman su existencia, llegando a la raíz, a las razones de su nacimiento, y cuestionando su legitimidad. El manicomio, así como otros lugares de aniquilación —el campo de concentración, argumento de mi último artículo, el matadero, tema de futuros artículos— permite entender la violencia de nuestra época: invisible, disfrazada, anestesiada.”





“GV: . ¿Cuál es el contexto que elimina hoy en día la psiquiatría? ¿Qué interés hay en eliminar el contexto?”
“…El conocimiento es la mano que agarra la máscara, que aparta la cortina. Por eso considero importante el trabajo de Antonucci, así como el de Ivan Illich, otro humanista radical. Hasta que no se alcance un cambio profundo en la educación —que no significa reformar la escuela— no sólo no se podrá arrancar las máscaras del poder, sino que ni se podrá verlas. Eliminar la psiquiatría significa, como dice Antonucci, enfrentarse a la verdad.”

…”GV: Apuntas también que . ¿De qué manera? ¿Nos afecta a todas y a todos por igual? ¿Cómo influye la clase social?”
…MP: El manicomio no es un edificio, es un criterio, como siempre repetía Antonucci. Hoy en día el manicomio ha cambiado de nombre, diluyéndose en otros espacios cuya naturaleza es exactamente la misma. El criterio sigue siendo el mismo, es decir la coerción bajo la forma de la hospitalización forzosa. En palabras de Antonucci, «hasta que no se elimine el juicio psiquiátrico, la realidad de la segregación seguirá desarrollándose dentro y fuera del manicomio».”


GV: ¿Ha habido continuación del pensamiento y la práctica no-psiquiátricos en la línea de Antonucci? ¿Qué es hoy el Centro di Relazioni Umane?

MP: Hasta donde yo sé la única continuación de la práctica no-psiquiátrica antonucciana es la de Maria Rosaria d’Oronzo, psicóloga y colaboradora de Antonucci, quien compartió con él los últimos años de la experiencia de los pabellones abiertos de dos hospitales psiquiátricos de Imola, que Antonucci había desmantelado en los años setenta. En 2005 Maria Rosaria d’Oronzo fundó en Bolonia —con la colaboración de Antonucci— el Centro di Relazioni Umane, cuyo nombre es un homenaje al pabellón del hospital civil de Cividale del Friuli, del que se habla en el libro, que Edelweiss Cotti creó en 1968 como alternativa a los internamientos en manicomio, cerrado por la policía por su carácter subversivo. El centro de Bolonia se ocupa de liberar a las personas de la psiquiatría. La finalidad del proyecto editorial es precisamente difundir el trabajo de Antonucci para que nuevas generaciones de otros países sigan su camino hacia la eliminación de la psiquiatría y la creación de una cultura nueva. ”


L’intervista completa
https://www.perspectivasanomalas.org/2019/05/14/conversacion-entre-guillermo-vera-y-massimo-paolini-%c2%b7-espacio-e-ideas/?fbclid=IwAR3KG03Ju3RcLsa4jIk4QFWd_GTJG6lqKzLSlR-vG52uoO1CVow_baP6y8I

Pubblicato il 14 May, 2019
Categoria: Notizie

La critica alla psichiatria di Giorgio Antonucci – Incontro al Vag61, Bologna





Organizza: il Centro di Relazioni Umane di Bologna e il Centro di Documentazione dei movimenti “Lorusso-Giuliani” ed il Vag61
venerdì 10/5 dalle ore 18 c/o il Centro Sociale Vag61 via Paolo Fabbri 110, zona San Donato, Bologna
Un approfondimento su la critica psichiatrica di Giorgio Antonucci
 

La parola a Giorgio Antonucci:
proiezione del docufilm, di Laura Mileto e Alberto Cavallini, Rai Storia, “Se mi ascolti e mi credi. Giorgio Antonucci, un medico senza camice “ sulla vita lavorativa del dottor Antonucci, scomparso a novembre 2017;
http://www.raistoria.rai.it/articoli/se-mi-ascolti-mi-credi/38025/default.aspx
 

interverranno:
Massimo Golfieri, fotografo e collaboratore di Antonucci, con un racconto fotografico della pratica di Antonucci negli ospedali psichiatrici di Imola
Sadi Marhaba, docente universitario di Psicologia: “ Quale psicoterapia? ha senso parlare di terapia per le le difficolta’ esistenziali ? ”
Maria Amato, magistrato: “ La costruzione, dal punto di vista della giurisprudenza, della figura del malato di mente “
Valerio Monteventi che con il periodico “ Mongolfiera “ per anni ha seguito il lavoro e le difficolta’ nell’attuarlo, a causa anche della resistenza delle istituzioni,  del dottore
Maria D’Oronzo, psicologa, collaraboratrice di Antonucci dai primi anni ’90; fondatrice del Centro di Relazioni Umane di Bologna
Andrea Mele, utente della psichiatria liberato da Antonucci e D’Oronzo
 

 
Durante la serata sara’ possibile cenare al Vag61.
 

Per conoscere l’opera del dott. Giorgio Antonucci:  
http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/ 
https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Antonucci

www.giorgioantonucci.org




Pubblicato il 8 May, 2019
Categoria: Notizie

Ricordo di Gino Stefani






Gino Stefani e Stefania Guerra Lisi hanno fondato il metodo Globalità dei Linguaggi in MusicArTerapia, di cui Giorgio Antonucci era orgoglioso di far parte del comitato scientifico. Giorgio Antonucci ha dato testimonianza a Stefania Guerra Lisi e al metodo Globalità dei Linguaggi con il “Premio Giorgio Antonucci, per i difensori dei diritti umani”.


Ciao Gino





Anni fa ebbi l’opportunità di incontrarlo, purtroppo non di conoscerlo, durante la festa conclusiva del master di MusicArTerapia a Roma, specializzazione conseguita da mia figlia. Nel suo corso lui insisteva su due figure preminenti del novecento musicale: Luciano Berio, di cui fu amico per tutta la vita, e John Coltrane. Fatto questo che lo portava con curiosità e simpatia ad indagare sul motivo (religioso o musicale ?) del nome (Naima) di mia figlia.


Oggi solo Il Giornale della Musica lo ricorda con le parole di Jacopo Tomatis:

Era entrato in coma qualche giorno fa, Gino Stefani, ed è morto ieri (7 aprile) a 89 anni, a Roma.


Musicista (era diplomato in composizione, polifonia vocale e clarinetto) e musicologo, semiologo della musica e tra i fondatori della disciplina in Italia, Stefani è stato un protagonista – spesso in disparte – del secondo Novecento musicale italiano; un modello di intellettuale civile, impegnato ma allo stesso tempo lontano dal “mainstream” politico (e, in fondo, anche musicologico).


Nato nel 1929, dopo la guerra Stefani comincia presto a suonare il clarinetto in numerosi complessi, e nel 1948 è a fianco di Giorgio Gaslini, con cui incide alcuni dischi pionieristici per gli sviluppi del jazz italiano. Negli anni successivi diventa anche autore di canzoni (per esempio per Nicola Arigliano e Joe Sentieri).


Nel 1977 Stefani entra al DAMS di Bologna, dove rimane fino al 2001. La sua disciplina è la semiologia della musica, che lui stesso contribuisce ad affermare, soprattutto in Italia. Il suo modello della «competenza musicale», delineato nei primi anni ottanta, rimane ancora oggi grandemente efficace e influente, e contribuisce a fare di Stefani anche uno dei pionieri dei popular music studies in Italia.


Si dedica in seguito anche alla musicoterapia, e dal 2002 è Roma, dove coordina il Master in MusicArTerapia a Tor Vergata, collaborando soprattutto con Stefania Guerra Lisi (sua compagna).


Il suo magistero – per i molti suoi allievi – rimane un modello di impegno civile e apertura mentale, per la comprensione del mondo in cui viviamo, attraverso il suono.


Link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Stefani


https://www.giornaledellamusica.it/news/addio-gino-stefani


https://traccedijazz.com/2019/04/08/ciao-gino/?fbclid=IwAR0KRl0JNfvINGbM2KbBcpMj1M2gDzSHJDaPl5wKj4XQF-fW_8FxrKjAfh8

Pubblicato il 12 April, 2019
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo