“La Nave del Paradiso” di Giorgio Antonucci, Milano, Spirali/Vel, 1990 – Recensione – Eugen Galasso

Giorgio Antonucci, medico, psicoanalista, antipsichiatria, poeta, Fiorentino, dove la sottolineatura è necessaria, anche perché è Fiorentino mite ma combattivo (nessuna contradictio in adjecto, nessun ossimoro, in realtà, anzi, far valere i diritti è ben altro rispetto a quieta acquiescenza al mondo, che non è, per fortuna mai stata nelle corde del Nostro), last but no least, dove almeno una volta tanto un dicho, un’espressione popolare ha un significato importante, non solo rapsodicamente accessorio… Poesie di rabbia, poesia d’amore (per Noris, sua compagna e moglie da tanti anni), poesie sul “sense of life” (indipendentemente dal fatto che esso ci sia o meno…, ovviamente….).  Poesie, più semplicemente, dove il poeta (ché è poeta vero) che nascono da una necessità e per necessità, come del resto rileva l’autore(1)(1) cfr.l’affermazione relativa dell’autore, in “Riflessioni sulle poesie”, in op.cit., p.15.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 10 August, 2010
Categoria: Testi

Uguaglianza e libertà – Giorgio Antonucci

Per la rivista “Senza Confine” – Firenze 14 ottobre 1992

 


 

 

 

 

 

Senza uscire dalla porta
si può sapere il mondo

Lao Tsù

Vasari racconta che Donatello nella bottega dei suoi artigiani lasciava i soldi in una cesta al centro della stanza perchè ognuno dei lavoranti prendesse a suo giudizio secondo i bisogni.
Nella ricchezza di idee del Rinascimento era o poteva essere l’alba di un mondo differente, più consono all’intelligenza della specie. Ecco cosa voleva dire in concreto “umanesimo” per il prodigioso autore del “San Giorgio” e della “Maddalena”, pari in arte ai più abili artefici di ogni tempo, prima, e dopo di lui.
Significava guardare con rispetto reale all’uomo come natura creativa nella piena consapevolezza del vero rapporto del singolo con la società civile e con il possibile sviluppo.
Anche Bach considerava il lavoro paziente come la base solida e quieta delle opere ben costruite.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 26 July, 2010
Categoria: Testi

Il punto di vista di Eugen Galasso sul problema dell’antipsichiatria



In Italia, come in tutta Europa, ma anche negli States, in Canada, in Australia, è in atto un gigantesco tentativo di “Controriforma”, di reazione pura e dura che sacrifica la giustizia sociale sull’altare del produttivismo più esasperato e del mito dell’efficienza come anche la libertà a favore di non meglio precisare “istanze superiori”, di una “ragion di stato” che, più che il grande Machiavelli, richiama Botero, più di Hegel, del basso hegelismo di approdo inevitabilmente fascista. In tale quadro, la reazione psichiatrica, il ritorno all’ordine, per elettroshock, psicofarmaci a profusione etc. In tale contesto e in tale ambito d’impegno, incolpare chi da sempre fa dell’antipsichiatria la sua vita, come lo psicoanalista e medico dott. Giorgio Antonucci oppure la dott.Maria D’Oronzo, psicologa e coordinatrice del “Centro di relazioni umane di Bologna” di contributi indebiti versati da associazioni religiose come “Scientology”, appare grottesco. A parte il fatto che, sic stantibus rebus, se ci fossero fondi per sostenere una causa come quella dell’antipsichiatria, essi andrebbero presi e  riusati per promuovere in ogni modo la causa stessa, con la propaganda e l’azione (quella invocata e mitizzata da presunti rivoluzionari, non si sa bene come e perché, dove “perché” vale in accezione finale, ossia come “cui prodest?”), i suddetti veri e unici pionieri dell’antipsichiatria non hanno “beccato un Euro”, mentre hanno solo organizzato non con Scientology, che tra l’altro non è una “chiesa” in accezione gerarchico-istituzionale, però invece un movimento religioso, discutibile, cioè “da discutere”, alla lettera, ma con la “Citizens Commission on Human Rights” (Commissione dei Cittadini per i diritti umani), associazione culturale e umanitaria, assolutamente a-religiosa,  congressi, convegni, rassegne, in cui hanno mostrato come la persona, per mezzo di ricoveri coatti quali il TSO, ma non solo, anche con mezzi meno diretti ma non meno “impattanti”, sia vittima dei soprusi di Stati e organizzazioni multinazionali che ormai degli Stati si servono come di semplici manutengoli. Un’azione, quella dei nostri amici e compagni, che appare decisamente più importante di chi un giorno sì e l’altro pure promettono insurrezioni e/o rivoluzioni che puntualmente non arrivano mai e, se  mai un giorno sopraggiungessero, rafforzerebbero magari la repressione dei poteri costituiti, magari adducendo la scusa di cambiare di segno i poteri stessi, della “necessaria transizione” etc.

Eugen Galasso

Pubblicato il 20 July, 2010
Categoria: Testi

Angelo Lallo- Lorenzo Toresini – Nazismo e psichiatria – Recensione – Eugen Galasso



Angelo Lallo- Lorenzo Toresini,  Nazismo e psichiatria, Venezia, Ediciclo, 2009.   Uno storico, di orientamento anche foucaultiano (Angelo Lallo) e un”antipsichiatra “che aveva lavorato con Franco Basaglia (Basaglia ampiamente citato nell’agile volumetto, come si suol dire), esaminano, sulla base di documenti importanti ritrovati, in particolare presso Venezia, l’approccio del fascismo, “corroborato” dal nazionalsocialismo, nella repressione anche psichiatrica, di Ebrei, zingari, “matti da slegare”, per dirla, ancora una volta, con uno slogan caro a Basaglia. Allucinanti le diagnosi prodotte (si sa che le diagnosi psichiatriche sono discutibili: quella degli anni 1940 erano più che strampalate – peraltro anche al processo di Norimberga, le “valutazioni” su Rudolph Hess e non solo erano quantomeno “strane”, oltremodo opinabili), assolutamente poco “attendibili”. Con parallelismi e accostamenti assolutamente accettabili (i colonnelli greci caduti a metà anni Settanta, Pol-Pot, altro, ma anche Radovan Karazdic,  che in effetti, ci dicono gli autori, s’era perversamente auto-convinto di “far bene il suo mestiere”, di essere deontologicamente a posto…), gli autori mostrano come “la psichiatria italiana, oltre che connivente con il regime fascista, era (divenne, se vogliamo rispettare la cronologia, e.g.) collaboratrice con il nazismo nella formazione del concetto di “razza”, fautrice di vera e propria “eutanasia sociale”.  Ebrei anche assolutamente “sani di mente” (sempre che la “normalità” e la”patologia “esistano”, con una netta dicotomia che invece chiaramente anche gli autori rifiutano) venivano “imbrigliati”, venivano “legati”-internati in strutture totali quali quelle manicomiali, appunto.  Anche non- Ebrei, certo; ma l’ossessione nazista e poi fascista era anti-ebraica (anche perché gli Zingari erano/sono comunque di meno, numericamente e per importanza a livello socio-culturale), era funzionale a un progetto paranoide, anzi paranoico (quello sì), che vedeva “rosso” (nel senso del toro alla corrida, più che in senso politico, diremmo) dappertutto… Un’ossessione che non accenna a crollare (pensiamo ai residui di tali ideologie razziste, dissipati e dispersi in diverse forme e in diversi movimenti), certo per la pochezza culturale, anche perché foucaultianamente si tratta di “sorvegliare e punire” chi (e le cose che) ci spaventa/spaventano. In tempi come questi, in cui  psichiatri “di grido” ripropongono la validità “senza se e senza ma” dell’elettroshock, libri come questo ci ridanno speranze, nel senso di una critica(questa sì, speriamo, senza limiti e controlli o vincoli) di una psichiatria (quella ufficiale) che non ha mai rinnegato le sue basi biologistiche e meccaniciste(1), che si sposano così bene (ciò non vale, sicuramente, per tutto il materialismo) con una repressione mai spenta, certo attutita rispetto ai tempi in cui nazismo e stalinismo spadroneggiavano,  senza alcuna limitazione.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 19 July, 2010
Categoria: Testi

Giuseppe Tradii – Pittura sui muri del reparto “Autogestito” di Imola – Recensione di Giorgio Antonucci

Giuseppe Tradii ha realizzato questi lavori al reparto “Autogestito” di Imola, insieme a Giorgio Antonucci, dopo esser stato rinchiuso  e impedito di esprimersi per lungo tempo.

Recensione (Foto) – Giorgio Antonucci

L’occhio è simile al sole

Altrimenti non lo vedrebbe



Come dai colori di un’alba di primavera dopo un inverno rigido, così dalle mani e dalla fantasia di GIUSEPPE TRADII, pittore delicato, nascono immagini serene e limpide, che suggeriscono, nonostante la solitudine, una grande capacità di vivere, e una gioia intensa ed affettuosa per la bellezza dell’universo in tutte le sue forme e in tutti i suoi più lontani riflessi.

Giuseppe Tradii è nato ad Aiaccio l’8 novembre ’36 ha vissuto e lavorato a Imola.

Alcune pittura di Giuseppe Tradii sono state pubblicate nel 1990 dall’Enciclpopedia Atlantica di Milano.

Giorgio Antonucci

Pubblicato il 2 July, 2010
Categoria: Immagini, Testi

Convegno/Corso Internazionale di Psicoanalisi Laica a Firenze

Sabato 19 Giugno 2010
Fondazione Spadolini Nuova Antologia
Via del Pian de’ Giullari, 36/a – Firenze

Programma

Intervento di Giorgio Antonucci –

VIDEO







Pubblicato il 1 July, 2010
Categoria: Video

Maria D’Oronzo e Peppe Tarallo sulla morte in psichiatria di Franco Mastrogiovanni- Festival delle culture antifasciste



Festival delle culture antifasciste Bologna 31-maggio-2010 – intervento della Dott/ssa Maria Rosaria D’Oronzo del “Centro di Relazioni Umane di Bologna” sulla morte in contenzione psichiatrica di Francesco Mastrogiovanni




Video morte in contenzione psichiatrica di Franco Mastrogiovanni

Pubblicato il 30 June, 2010
Categoria: Video

Serata presentazione libro “Diario dal manicomio” di Giorgio Antonucci- Eugen Galasso – Musica: Anthony Sidney



Anthony Sidney:




Eugen Galasso

Quando sentiamo parlare di fumisterie politico-sociali, giustamente ci stufiamo e abbiamo bisogno del “ritorno al reale” (o almeno di quanto identifichiamo per tale, sempre che le questioni gnoseologiche e ontologiche ci coinvolgano molto), di quel mondo della vita che sembra spesso allontanarsi, da cui facciamo epoché anche quando ci addentriamo nel mondo non dorato delle tassonomie, delle identificazioni classificatorie,  arriva una serata come quella fiorentina (a”Liberi Libri”, lo scorso 21 giugno) con Giorgio Antonucci, persona dolcissima quanto intelligente (intelligere=comprendere o, se vogliamo – capire, ma Giorgio include entrambi gli aspetti), capace di reale empatia con tutti, che, da medico psicoanalista ma anche da psichiatra sul campo, per tanti anni operante nei manicomi, che ha lavorato sul campo “slegando matti” (letteralmente, non solo metaforicamente), confrontandosi con situazioni difficili, con la “reazione” sempre in agguato, fatta di psichiatria pavidi oppure legati a concezioni antiche quanto superate, anzi assurde in partenza (i tipi lombrosiani, per fare degli esempi, per non dire, in campo “terapeutico”, di lobotomia, elettroshock, coma insulinico, nel “migliore” dei casi psicofarmaci a profusione),

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 29 June, 2010
Categoria: Testi, Video

Conferenza pubblica Telefono Viola Roma

Pubblicato il 25 June, 2010
Categoria: Audio

Farewell Summer – Recensione – Eugen Galasso



Ray Bradbury, Farewell Summer, in italiano “Addio all’estate“, Milano, Mondadori, 2010. Il grande (per chi scrive forse il più grande scrittore nord-americano vivente – Bradbury tra poco compie novant’anni) scrittore, spesso rinchiuso da politiche editoriali miopi e da critici ansiosi di classificare (in questo non solo gli psichiatri eccellono) nel genere “fantastico” o peggio horror, in questo libro, che è ideale prosecuzione (lo dice l’autore stesso nella sua nota-postilla che fa da post-fazione) di “Dandelion Wine” (in italiano, “L’estate incantata”), scritto più di mezzo secolo fa, ci  narra una guerra tra ragazzi e anziani, dove l’elemento del “Bildungsroman” (romanzo di formazione) è fondamentale. Formazione umana, che comporta non tanto il superare prove iniziatiche (elemento chiave nell’esoterismo) quanto il confrontarsi con quelle ansie e paure che a qualche persona sfortunata e “malcapitata” tocca di non riuscire a superare, magari venendo sottoposto(a) a qualche terapia forzata, a qualche TSO… Senza parlare di psichiatria versus antipsichiatria, Bradbury, di cui non m’importa tampinare le idee politiche in dettaglio (negli States si ragiona e opera diversamente che in Europa; non sta a me in questa sede argomentare se meglio o peggio…), ci dà un ritratto formidabile di chi vuole “avere strade più dure, limti più invalicabili”,  di contro ad  “aperta campagna e libertà” (op.cit., pp.83-84) . Si tratta solo degli anziani, degli adulti, che hanno perso gioia e creatività, a favore di brama di dominio e di realtà calcolante? No, non c’entra l’età, non c’entra neppure sempre il ruolo sociale, anche la donna (vittima da quando si è affermato il patriarcato di ogni ingiuria, di ogni oltraggio, di ogni ricatto minacciato o conretizzato) talora riesce ad essere sottilmente repressiva; il problema è nel modo di agire della persona in società… Ecco come, senza mai rinunciare mai neppure un attimo al sogno e alla speranza, Bradbry, moderno Thomas Mann (“Riflessioni di un impolitico”), ma sicuramente “meno politico” (ma cfr.quanto notato sopra) ancora di Mann,  riesce ad essere autore politico, nel suo demistificare i sottili meccanismi di repressione dei poteri sulle persone, dalla”persuasione occulta” (che non è mai solo quella della pubblicità) alla repressione diretta, violenta, in forma di guerra e violenza (qui non è mai in scena, ma vi si accenna=o in altre forme, subdole o meno), di imposizione.  Questo ragazzo  novantenne ci fa riflettere e sognare come pochi.

Eugen Galasso

Pubblicato il 24 June, 2010
Categoria: Presentazione

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo