Seconda tranche disegno onirico – Eugen Galasso
Considerando anche la seconda tranche di disegno onirico, lo scorso 9 luglio 2011, presso lo H.U.B., non ripeterò frasi già usate nel breve testo a suo tempo redatto per la prima tranche, ma cercherò di enucleare alcuni elementi specifici: A) la capacità del gruppo, di persone di formazione spessa differente, che l’11 e 12 giugno non si conoscevano, ma che ora hanno ampiamente “rotto il ghiaccio”, di mettersi in gioco, anche esponendosi sia con dichiarazioni verbali, sia con lo scritto, è assolutamente chiara; B) in particolare il disegno di gruppo o collettivo finale, che comportava la rappresentazione della figura umana (la più difficile e problematica) non ha comportato alcun problema, anzi l’esecuzione si è svolta felicemente e in un clima di sostanziale allegria; C) la circostanza che la seconda tranche si sia svolta in un afosissimo sabato di luglio (neppure più d’inizio luglio, sottolineo!), quando tutto le previsioni del tempo, una volta tanto (o spesso? Non è qui il luogo per discuterne, né credo sia assolutamente nelle corde della mia competenza farlo), dove sappiamo che, senza in qualche modo indulgere a un basso comportamentismo o a una psicologia di tipo meccanicistico, circostanze “empiriche” o meglio “esterne”, quali il clima, almeno nelle punte estreme , alterando l’equilibrio bio-chimico, alterino in realtà anche il nostro comportamento, quindi le nostre reazioni agli stimoli di ogni genere. Lungi dal poter liquidare circostanze come il clima come “qualità secondarie”, come faceva la psicologia rudimentale del 1700 (Locke e non solo), oggi sappiamo come il clima influisca anche pesantemente sui comportamenti umani, certo non come unico fattore scatenante; D) il clima di collaborazione e condivisione, prolungatosi anche dopo la sessione prevista (post factum, diremmo), con scambio di mail etc., dimostra come questo “scavo nell’autoconoscenza” non sia stato considerato come un’esperienza non dirò “dolorosa” ma neppure “fastidiosa”. Come ha osservato la direttrice del Centro di relazioni umane, dott. Maria R. D’Oronzo, che gentilmente ha partecipato al gruppo, tracciando segni nel disegno onirico ci si lascia guidare dal “principio di piacere”. Verissimo e questo vale per tutti/e i/le partecipanti, che non hanno esitato a disegnare-creare-dire. Nella fase dell’interpretazione, però, veniamo spinti a riportarci alla realtà (riprendo la dicotomia freudiana, appunto, prima evocata, tra principio di piacere e di realtà) e ci “costringiamo” a vederne il décalage rispetto al “sogno”, peraltro molto virgolettato, alla libera (anche qui le virgolette ci vorrebbero, ma non voglio precipitare nel facile impasse della contraddizione -apparente o reale? Non mi esprimo in questa sede-del “libero guidato” ) creazione. Le domande poste, gli scambi di risposte e di accenni di risposta (su ciò vale, credo, il lacaniano “Chi mi interroga mi comprende”) attestano la coesione e le capacità di un gruppo (composto da due psicologhe, una pedagogista dell’handicap, due organizzatori culturali, una persona seriamente interessata a quanto avviene nella realtà culturale e della cultura politica) cui forse chi scrive, “conduttore”-coordinatore del gruppo stesso, troppo logorroico e impegnato a spiegare le dinamiche intervenute in chiave junghiana e comunque di disegno onirico, dove invece avrei dovuto lasciar spazio all’emergere di altre proposte interpretative, provenienti dal gruppo e dai suoi membri, non ha sempre “reso ragione”. Il ringraziamento reciproco tra tutti(e) i (le)componenti il gruppo, di cui mi sento in pieno di far parte, ma anche le considerazioni su quanto detto sopra meritano senz’altro ulteriori riflessioni, che, a tempo debito, stenderò in altra sede.
Eugen Galasso
Pubblicato il 12 July, 2011
Categoria: Testi