ABOLIAMO L’ELETTROSHOCK-collettivo antipsichiatrico Antonino Artaud
del Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud
È del 17 marzo 2009 un articolo uscito su La Repubblica in cui si mette in risalto come in merito all’applicazione della terapia elettroconvulsivante la Regione Toscana applichi «regole più severe» a tutela del paziente.
Effettivamente la Regione Toscana si è distinta, insieme ad altre, nella volontà di porre un limite all’uso della TEC. Con la legge regionale n.39 del 18 ottobre 2002 «in materia di applicazione della terapia
elettroconvulsivante, la transorbitale e altri simili interventi di psicochirurgia» venivano, infatti, poste alcune restrizioni all’uso dell’elettroshock. Nell’articolo 3 commi 2 e 3 si stabiliva che la TEC può essere praticata solo con il «consenso libero, consapevole, attuale e manifesto» del paziente e che a tale fine lo psichiatria deve fornire esaurienti informazioni sugli effetti collaterali e sui possibili metodi alternativi. Se ne sconsigliava inoltre l’utilizzo su minori, anziani oltre i sessantacinque anni e donne in stato di gravidanza e si vietava l’uso di lobotomia prefrontale e transorbitale e di altri simili interventi di psicochirurgia. Al comma 4 si stabilivano inoltre apposite linee guida sull`utilizzo dell’elettroshock e le procedure relative al consenso e all`autorizzazione adottate dalla Giunta regionale.
La Corte Costituzionale ha abolito nel dicembre 2002 questi passaggi (commi 2 e 3 perché la Giunta Regionale non ha il diritto di dare indicazioni su singole terapie, comma 4 per illegittimità costituzionale). Rimanevano gli articoli 1 e 2 e l’articolo 4 in cui,«considerata la non univocità dei dati di letteratura e le discordanze che caratterizzano il dibattito sulla TEC nella comunità scientifica», si avviava una Commissione Consiliare competente a svolgere un’azione di monitoraggio, sorveglianza e valutazione. Leggi l’articolo completo »
Pubblicato il 20 March, 2009
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