La questione sociale e i problemi individuali – EUGEN GALASSO
Se si proponesse una valutazione tassonomica, ispirata alla nosografia psichiatrica acclarata quanto tradizionale(quella dell’Arieti, per intenderci, ma anche di qualche repertorio, finora solo in fase di stampa…), di certe regioni alpine (penso per es.al Nord-Est italiano, includendo parte del Veneto, il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia, anche qui in parte) troveremmo un quadro sconfortante: il tasso di suicidi e di diffusione dell’etilismo e della droga è enorme anche in micro-realtà di montagna e di paese (ma pensiamo anche alla situazione delle regioni alpine occidentali, come la Vallée-Val d’Aosta- il caso della signora Franzoni non è l’unico, vi sono successi molti fatti “curiosi”). In realtà, che giovamento porterebbe psichiatrizzare tutto?Nessuno, in quanto il quadro risulterebbe turbato o a mo’ di giustificazionismo (“Poveretti, sono così, perché hanno una tara, una malattia…” ) oppure a una censura, a una reprimenda repressiva (“Sono così, ma gli faremo passare queste mattane”etc. ). Prescindo qui dai casi più eclatanti, quali il manicomio criminale (attenzione: esiste ancora, nonostante la legge Basaglia, che non ha potuto né abolirlo né “tangerlo”), dove chi ha commesso un reato viene sottoposto a una reclusione-terapia forzata (sempre in bilico tra le due situazioni) che sicuramente non lo “recupera”; pur se qualche giovane psicologo/a operante in quel settore cerca al meglio di “innovare” (ne ho avuta testimonianza diretta circa mezz’anno fa, in occasione del convegno pistoiese su “Sette, satanismo… “, a proposito di una stuttura lombarda), la struttura è quella che è e si fa sentire sempre e comunque…
Pubblicato il 4 May, 2010
Categoria: Testi