“La Nave del Paradiso” di Giorgio Antonucci, Milano, Spirali/Vel, 1990 – Recensione – Eugen Galasso

Giorgio Antonucci, medico, psicoanalista, antipsichiatria, poeta, Fiorentino, dove la sottolineatura è necessaria, anche perché è Fiorentino mite ma combattivo (nessuna contradictio in adjecto, nessun ossimoro, in realtà, anzi, far valere i diritti è ben altro rispetto a quieta acquiescenza al mondo, che non è, per fortuna mai stata nelle corde del Nostro), last but no least, dove almeno una volta tanto un dicho, un’espressione popolare ha un significato importante, non solo rapsodicamente accessorio… Poesie di rabbia, poesia d’amore (per Noris, sua compagna e moglie da tanti anni), poesie sul “sense of life” (indipendentemente dal fatto che esso ci sia o meno…, ovviamente….).  Poesie, più semplicemente, dove il poeta (ché è poeta vero) che nascono da una necessità e per necessità, come del resto rileva l’autore(1)(1) cfr.l’affermazione relativa dell’autore, in “Riflessioni sulle poesie”, in op.cit., p.15.

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Pubblicato il 10 August, 2010
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo