Gravissimi abusi e pratiche coercitive nell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano – Erveda Sansi

Il ritorno dell’ideologia manicomiale come strumento repressivo

The return of asylum ideology as an instrument of repression


di Erveda Sansi

Quello che succede nel reparti psichiatrici dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano e di altri ospedali contrasta in modo incredibile con i risultati eccellenti che uomini di cultura e di scienza hanno altrimenti prodotto e tuttora producono. Sembra di tornare ai tempi della tristemente famosa Inquisizione. Lo scandalo venuto alla luce in queste ultime settimane, in seguito al pesante mobbing e alla sospensione dal suo incarico subìti dalla Dr Nicoletta Calchi, dirigente medico psichiatra presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Niguarda di Milano, deciso dal Consiglio di Disciplina, mostra in tutta la sua inaudita barbarie come il progresso scientifico in molti ambiti non solo si sia arrestato, ma abbia fatto giganti passi indietro.

Giorgio Antonucci, mediante il suo lavoro decennale con pazienti che precedentemente erano stati diagnosticati con le più infauste diagnosi psichiatriche, ha dimostrato che i problemi esistenziali non sono risolvibili chiudendo a chiave le persone nei reparti ospedalieri, e nemmeno legandoli ai letti, o imbottendoli di psicofarmaci per ottenere una sorta di lobotomia cerebrale. Anzi, è proprio mentre cerca di far fronte alle difficoltà della vita che una persona ha bisogno di comprensione, sensibilità, empatia, aiuto o più spesso, di essere lasciata in pace. Di essere rispettata, in ogni caso. Giorgio Antonucci, che ha diretto due reparti manicomiali per ventitré anni, ha dimostrato, attraverso fatti concreti, che solo attraverso il dialogo e il sostegno umano è possibile risolvere i problemi. Infatti quello che è successo all’interno del SPDC (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) dell’Ospedale Niguarda, e che rispecchia l’operato di molti altri reparti psichiatrici, è semplicemente disumano e criminale. L’elenco degli istituti nazionali e internazionali che pongono i trattamenti coercitivi perpetrati nei confronti di persone definite pazienti psichiatrici o disabili mentali sotto la voce tortura è lunga, ed include tra gli altri: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, del 1948, la Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali del 1950, i Principi delle Nazioni Unite per la Protezione delle Persone con Malattia Mentale del 1991 (Principi sulla Malattia Mentale) la Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici del 1966, la Legge dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sulla Salute Mentale: dieci principi basilari del 1996, l’Atto dei Diritti Umani del Regno Unito del 1998, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006, l’Assemblea Generale dell’ONU del 28/08/2008, 63ª sessione, Item 67 (a) rapporto di Manfred Nowak, Incaricato Speciale del Consiglio dei Diritti Umani sulle torture e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti.

Solo circa 15, (la cifra cambia in base ai primari, alle caposala ecc.) dei circa 321 SPDC esistenti in Italia hanno pubblicamente dichiarato di non usare mezzi di contenzione e di non chiudere a chiave le porte. Fanno parte del Club SPDC Aperti No Restraint. Si contano, per ora, gli SPDC di Aversa, Caltagirone-Palagonia, Caltanissetta, Enna, Mantova, Matera, Merano, Novara, Perugia, Portogruaro, Treviso, Trieste, Roma C.,Verona Sud, DSM (Dipartimento di salute mentale) Venezia.

Anche Franco Basaglia, Edelweiss Cotti, Peter Breggin, Marc Rufer, Thomas Szasz, i membri dell’ ENUSP (Rete Eropea di ex-Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria), per citare solo alcuni di una lunga lista di nomi, hanno dimostrato con le loro opere teoriche e pratiche l’infondatezza del metodo psichiatrico che utilizza reclusione, mezzi di contenzione, elettroshock, psicofarmaci dannosi per la salute. Michel Foucault spiega in modo molto efficace come il sistema psichiatrico funga da Panopticon, da controllore sociale, ed esplichi la specifica funzione di mantenere la divisione in classi della società.
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Pubblicato il 27 December, 2010
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo