Il nocciolo – Giorgio Antonucci
“Così il vicino tradiva il vicino
la povera gente tra sè si dilaniava,
l’odio montava nelle case e nei quartieri”.
Bertolt Brecht
Ora si parla di nuovo di modificare la legge in campo psichiatrico.
Il nocciolo della legge 180, sfuggito all’attenzione della maggioranza, è nell’articolo che afferma che anche il ricovero obbligatorio deve essere fatto, quando non si è capaci di evitarlo, “con il consenso e la partecipazione” del paziente.
Il ricovero obbligatorio è comunque un arbitrio, è in ogni caso un sequestro di pesona, e sempre risulta a danno di chi lo subisce, ma il riconoscimento giuridico del consenso e della partecipazione indica che il legislatore ritiene la persona in questione un individuo capace di intendere e di volere, e di conseguenza capace di discutere e di decidere. Così chi ha redatto la legge, sia pure in modo contraddittorio, ha abbandonato il pensiero della tradizione psichiatrica, responsabile della logica dei ricoveri coatti senza discussione, che portano diritti al manicomio, che è il luogo dove le persone vengono condotte e trattenute con la forza.
Non importa se il luogo è una cella, una stanza da letto, o un giardino, e nemmeno importa se fa parte o non fa parte dell’ospedale civile.
Se una persona viene presa e trattenuta con la forza è necessariamente sottoposta a una condizione di violenza crescente, fintanto che non si sottomette o viene annientata.
Non so come si possa sostenere il contrario e vorrei che qualcuno provasse a spiegarmelo.
Pubblicato il 15 May, 2010
Categoria: Testi