Le visite popolari al manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia

Foto di Piero Colacicchi, durante la 1° visita di persone che entrarono nei reparti dei bambini al manicomio di San Lazzaro di Reggio Emilia. Ci furono momenti di grave tensione. Colacicchi: “La foto è scura e storta…la scattai di nascosto, senza poter calcolare i tempi nè inquadrare. Per me, però, è molto importante. La feci al reparto De Sanctis, reparto per i bambini del San Lazzaro, a Reggio Emilia, durante la prima calata.”

Giorgio Antonucci nel suo libro “ I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria“, ed.coop Apache, 1986), scrive: “I medici e gli infermieri del San Lazzaro vissero momenti di paura./ In pratica la gente diceva:

Avreste potuto anche convincerci forse che gli adulti qui rinchiusi sono pericolosi, ma perchè i bambini di quattro,dieci anni legati alle seggiole?“.


“I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria” di Giorgio Antonucci, 1986.

Testimonianza di Eleftherio Tzirarkas sul lavoro di Giorgio Antonucci al manicomio di S.Lazzaro
http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2011/05/21/testimonianza-di-eleftherio-tzirarkas-sul-lavoro-di-giorgio-antonucci-al-manicomio-di-slazzaro/

Pubblicato il 2 December, 2008
Categoria: Immagini, Libri

GIORGIO ANTONUCCI
Diario dal manicomio.Ricordi e pensieri.
ed. Spirali

Maria Rosaria D’Oronzo

 Giorgio Antonucci  \“In questo diario si vedono sia esperienze mie personali sia espeienze di internati perchè le une e le altre concorrono a formare il tessuto di un’unica vicenda” pag 193.

Nel “Diario dal manicomio” l’autore Giorgio Antonucci, attraverso il racconto della vita degli internati nel manicomio di Imola, espone le sue teorie e la sua pratica per la liberazione dalla prospettiva manicomiale a favore della libera convivenza comune: “Io dovevo affrontare da solo e controcorrente il compito difficile di ricostruire la personalità delle internate con lunghi anni di reclusione, implicando in modo nuovo e diverso lo stesso personale dell’istituto, abituato alla diffidenza, alle prepotenze e a rapporti reciproci di prevaricazioni” (pag30). L’autore fa testimonianza della propria tenacia nella convinzione del rispetto e del dialogo: “Passavo molte ore a discutere con il personale, di notte e di giorno, con il proposito di costruire una cultura differente, ed era importante che mi trovassi insieme a loro sul lavoro per affrontare i problemi concreti ogni qualvolta si presentavano… La mia continua partecipazione alla vita di reparto cambiava tutte le abitudini…Anche a Gorizia con Basaglia io ero il medico che viveva di più insieme agli internati” (pag 44). Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 29 October, 2008
Categoria: Libri

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo