Philip Dick, FBI e psichiatria – Eugen Galasso



Philip Kindred Dick (1928-1982), grande scrittore di Chicago, autore di testi “profetici” (“Il mondo come Ubik lo creò”, “La trilogia divina”, “L’occhio della sibilla”, “Gli androidi  sognano montoni elettrici”, che diviene poi il film “Blade Runner” di Ridley Scott), è uno di quegli autori che, tra critiche e riduzionismi “eterni”, ha attraversato fasi di scoperta-riscoperta, di valutazioni oscillanti, di sottolineatura polemica, tanto che qualcuno lo aveva definito “schizofrenico”….sic! In realtà la vita difficile di Philip (detto Phil da tutti, con la “mania” yankee di ridurre all’osso i nomi-noto il fatto che  Ronald Reagan tutti i cittadini lo chiamavano Ronnie, che Clinton, che in Francia nei libri e nei giornali sentirete sempre chiamare William, era sempre Bill in patria), tra la morte della sorella gemella poche settimane dopo la nascita, il divorzio dei genitori quando aveva appena quattro anni, restando solo con una mamma autoritaria, “buttato” dalla facoltà filosofica di Berkeley per filo-comunismo (era l’epoca maccartista, la contestazione studentesca era ancora lontana), passando per sperimentazioni con droghe varie (LSD in primis, arriva Tim Leary, lo psichiatra e antropologo che studia e sperimenta ogni ambito della psichedelia), lo porta a quello che i “piccoli borghesi”, timorosi pur anco della propria ombra, chiamano “depressione”. Dick (le cronache lo accertano) era stato perseguitato dall’FBI, era finito in clinica psichiatrica… Nel corso degli anni non ho mai potuto leggere sistematicamente le opere di Dick (cosa che invece ho fatto, per es. con Ray Bradbury), ma vari romanzi e racconti “fantastici” li ho letti, tra cui anche questi  testi giovanili, recentemente ripubblicati in francese(Paris, Gallimard-Folio) come “Colazione al crepuscolo” (“Breakfast at twilight”), “Small Town” (“Una piccola città”) e “Dove c’è igiene…” (“The Cromium Fence”), racconti scritti a metà anni Cinquanta. In tutti questi testi quale la chiave? La bellezza dell’arte, della creatività, che si scontra contro la bruttezza del mondo (un tratto gnostico, certo), ma anche la teoria delle realtà parallele, che dopo la teoria della relatività di Einstein si impone. Ma si nota anche, senza dover far neppure tanta attenzione, la polemica contro la psichiatria che riduce quanto non sa spiegare a “follia” o peggio “pazzia”. Leggendo Phil Dick capirete ancora di più la colossale (e quasi sempre letale) truffa della psichiatria e di coloro (tra gli psicoanalisti, gli psicoterapeuti e altri) che vi si accodano…    Eugen Galasso

Pubblicato il 8 May, 2011
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo