A GIORGIO ANTONUCCI – Poesia – Daniele Ruta








A GIORGIO ANTONUCCI




Ti avevo scritto una volta


Giorgio


Che gli uomini come te


Non dovrebbero morire mai


La penna mi tradiva?


O mi confondeva?


In questo tempo…


Di coincidenze


Appuntamenti mancati


Conoscenze


Arrivate troppo tardi


La mia penna avrebbe voluto


Condannarti


All’immortalità


Dunque


Alla cosa peggiore


Per te


Che avresti potuto


Da condannato


Dare la tua conoscenza


per sempre


All’umanità


Che


Senza libertà


Si sarebbe liberata


Che


Senza umanità


Si sarebbe umanizzata


Che


Senza strumenti


Avrebbe potuto dare agli uomini


Il potere di salvare….


Gli uomini


E l’ignoranza


Sarebbe stata salutata


Dunque cos’è la morte?


Se l’umanità migliore ti sta cercando?


E ti condanna


A trasformare…


Il coraggio e la fatica della tua vita


In un soffio di vento


In una carezza


In un brivido di libertà


Per un pensiero che resta


Dentro un corpo liberato


Dante ti accoglie


E lancia la tua città


In tutti i posti del mondo


E tra gli eletti


Nel tuo cammino


Circondato….


Da quelli che furono…


I privilegiati


Saprai..


Ancora una volta


Farli sentire


Come tutti gli altri


Daniele Ruta –

Pubblicato il 26 November, 2018
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo