Psichiatri critici sull’uso dei farmaci e perseveranti nelle diagnosi – Eugen Galasso



Su “Ideas”, supplemento domenicale di “EL Paìs”, giornale di prestigio della sinistra “radical chic” (è meglio dire le cose come stanno; idem vale per “Le Monde” e “Repubblica”, che chi scrive sappia, magari anche – con qualche distingue per la “Frenkfurter Allgemeine”, da tempo si è sviluppato un dibattito sulla psichiatria: se domenica 7 febbraio il giornalista USA Robert Whitaker aveva parlato di “crisi della psichiatria” stessa, negando l’origine biologica delle “crisi” che vengono definite come “malattie psichiatriche” e quindi l’efficacia degli psicofarmaci: ma Wihitaker, lungi comunque dal negare tout court la psichiatria, si riferisce alla situazione “gringa”, che separa, anzi dicotomizza il normale dall’anormale, attribuendo i “disturbi minori” agli psicoanalisti, i “gravi” (leggi “pazzi”) all’assistenza pubblica, dunque con bombardamenti di psicofarmaci; la domenica successiva interviene Miguel Gutiérrez Fraile, già Presidente della Società Spagnola e Psichiatria e docente di psichiatria nell’Università dei Paesi Baschi, ribadendo il valore comunque positivo della psichiatria (“Psiquiatrìa sì, naturalmente”, il titolo, affermando il valore positivo anche dell’esperienza USA, con la “psichiatria comunitaria” introdotta da Kennedy, ma poi, venendo in Europa (Spagna), afferma anche che “Finalmente il malato psichiatrico iniziò ad essere trattato come il resto dei pazienti” et similia. Non solo: ribadisce che “Abbiamo l’onore dubbio di essere l’unica specialità medica ad aver un movimento “anti” “. Due assunti-postulati indimostrabili qui: A)che la psichiatria sia effettivamente una scienza; B)che essa sia parte della medicina. Per Giorgio Antonucci, per es. (ma non solo, penso a Thomas Szasz) ciò non è vero. Più critico, poi, MIkel Munzarriz Ferrandis, presidente dell’Associazione Spagnola di Neuropsichiatria, che saluta l’apertura del dibattito e afferma che gli psicofarmaci sono utili come “coadiuvanti”, ma non sono la soluzione. Manuel Desviat, psichiatra ed ex-presidente della citata Associazione Spagnola di Neuropsichiatria, è ancora più critico verso gli psicofarmaci. Un dibattito certamente salutare, importante, ma i termini della questione non si spostano di molto (o per nulla?) se non si mettono in discussione i due postulati citati sopra. Ma forse non si vuole né può fare, vista la rilevanza e potenza degli interessi in campo…    Eugen Galasso 

Pubblicato il 7 March, 2016
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo