Psicofarmaci e le cosidette malattie mentali – Eugen Galasso


Così scrive “Zefiro” (brutta abitudine di certi blogger ma anche autori di lettere alle riviste e ai giornali, l’anonimato, ma …glissons… é solo un’abitudine, diciamo così…), in risposta al saggio di Olivier Appaix, “Florissant marché des”désordres psychologiques””, in “Le Monde Diplomatique” di dicembre 2011, che avevamo commentato a suo tempo. Ecco il testo: “Appaix presenta una critica salutare, ma, ahimè svalorizzata da una punta di irrazionalità che lo conduce a gettare il bambino con l’acqua sporca, dichiarando che la terapia chimica delle malattie mentali sarebbe inefficace e pericolosa…Forse si riferisce (fa riferimento) alla concezione di Robert Whitaker, giornalista americano per il quale una malattia mentale non è una malattia cerebrale – non essendo il mentale (o lo spirito) organico né biologico?  Dove si torna all’idea mistica di uno spirito immateriale, parcella divina disincarnata.  Lo psichismo non sarebbe, allora, un’attività cerebrale, ma una proprietà dell’anima; quest’ultima, poi, sarebbe composta di una sostanza senza rapporto con la materia che possiamo conoscere. Con questa visione obsoleta di uno spirito etereo è impossibile, per ex., spiegare come il mercurio provochi una demenza. La chimica ha tutto a che vedere con il mentale, il che spiega l’efficacia (e i pericoli) delle sostanze psicotrope” (da”Le Monde Diplomatique”, Mars 2012, p.2). Ho tradotto molto letteralmente, per non tradire troppo l’originale, molto semplice, come si vede.  Per “Zefiro” (cfr.sopra) è un dato di fatto che la chimica influenzi il mentale, dove non spiega la differenza, anzi tout court identifica mentale, anima e spirito, concetti che, pur essendo ipotetici, sono altro rispetto alla materialità del muscolo cervello.  L’estensore della lettera dà per acquisito a priori che esistano “malattie mentali”, da curare, pur se (bontà sua…) arriva a riconoscere che le sostanze “psicotrope” possono comportare rischi e pericoli… La tesi di Whitaker, sia detto per inciso, è più “prudente” (troppo, diremmo noi del “Centro”, giustamente), insistendo “prudentemente” su danni degli psicofarmaci, ma non erode il concetto stesso di “malattia mentale”; il fatto è che “Zefiro” (ma tanti altri, psichiatri e loro adepti, dove non sappiamo dove collocare l'”amico”) accetta come un a priori, come dà per acquisita la psichiatria dei Gall, dei Lombroso, quella “frenologia” portata avanti fino all’oggi, che vede dappertutto spiritualisti e mistici di ritorno, se non identificano il cervello con la mente, la mente, mentre tutto il resto (magari invece le tesi fondamentali di Giorgio Antonucci e di altri) sarebbero “fumisterie mistiche”. Un meccanicismo ottocentesco ributatto in pieno post-modern, ma che, chiaramente, fa comodo ai super-interessi di case farmaceutiche, psichiatri vari etc….

Eugen Galasso

Pubblicato il 10 April, 2012
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo