MORIRE DI PSICHIATRIA- Renata Laghi
La tragica vicenda di Renata Laghi che con fiducia si è rivolta alle cure psichiatriche e di cui è morta. Il drammatico appello della famiglia e il loro ringraziamento al dott. Giorgio Antonucci per il suo intervento su SetteSera.
«In questo momento non abbiamo ancora deciso cosa fare. Sulla morte della mamma rimangono ancora tanti dubbi, tante cose da chiarire. Tanta rabbia e tanto dolore. Sarebbe importante capire. Una cosa di questo tipo non deve più capitare, a nessuno e per nessun motivo. Ma se qualche associazione non ci viene in aiuto è difficile pensare di poter andare avanti da soli…». Dieci giorni dopo la morte di Renata Laghi, avvenuta in circostanze poco chiare il 6 ottobre scorso nel reparto di Psichiatria dell’ Ospedale di Forlì¬, il figlio Roberto si sforza di riprendere le fila del discorso, di analizzare la situazione. Ma è ancora troppo presto per avere le idee chiare. «Tutto è successo in fretta, non c’è stato il tempo di ricostruire i dettagli, le testimonianze delle persone che hanno visto o che hanno avuto a che fare con la vicenda». Il racconto di Roberto, per quanto emotivo, è comunque chiaro e lineare. E terribile. LA STORIA DI RENATA Metà settembre, un mese fa. Renata ha 53 anni, un marito – Massimo Budrioli – e due figli, Roberto e Roberta. Renata soffre da anni di una forma di depressione ciclica. La conosce e la cura. In passato è capitato che si sia ricoverata qualche settimana a Villa Azzurra, a Riolo, per farsi seguire meglio e risolvere le crisi più complicate. Leggi l’articolo completo »
Pubblicato il 25 November, 2008
Categoria: Notizie