Rosy Bindi candidata PD – Eugen Galasso
Qui non vorrei parlare di Rosy Bindi persona politica, limitandomi, semmai, a ricordare che la candidatura della “vergine di ferro” residente in Veneto ma di origini saldamente toscane, già Ministro della Sanità, ora presidente del PD, probabilmente è stata sfiduciata con il pretesto di candidarla a leader della Sinistra alle prossime elezioni, dal governatore pugliese e leader di “SEL” (Sinistra Ecologia Libertà) Nicky Vendola. Del resto in politica vale il “Promoveatur ut amoveatur”…. Vorrei invece ricordare che la combattiva politica di provenienza DS (sinistra DC) è molto combattiva, al limite della “personalità autoritaria” (definizione di comodo, volendo, ma non del tutto peregrina, della psicologia sociale dei francofortesi Adorno e Horkheimer): ha reagito agli attacchi di Berlusconi (“Lei è più bella che intelligente”), profilandosi come nuova Jeanne d’Arc (Giovanna d’arco): “NON SONO A SUA DISPOSIZIONE”. In un dibattito TV di un lustro fa, quando Rocco Buttiglione era nell’UDC ma alleato di Berlusconi, si è scagliata contro il filosofo di CL (Comunione e Liberazione) ribadendo che la propria provenienza dall’Azione cattolica marcava un distinguo nettissimo da Buttiglione (CL, appunto) sul piano politico ma anche ecclesiale. In soldoni: noi (Bindi, AC) siamo impegnati nel sociale, lui e loro (Buttiglione e CL) sono dei baciapile. Dimenticava, la Bindi, la canzone liberatoria di fine anni Ottanta: “Solo una sana e consapevole libidine/salva il giovane/dallo stress e dall’Azione cattolica” (Zucchero Fornaciari). Ma, bando agli scherzi: da Ministro della Sanità dal 1996 al 2000, la Bindi ha difeso pubblicamente, in un dibattito TV, l’elettroshock, quando Giorgio Antonucci, vero corifeo dell’antipsichiatria, invece avrebbe potuto spiegarle l’assurdità di tale posizione. Un esempio di come i politici, molto spesso, facciano valere il proprio potere contro la competenza e l’esperienza, difendendo l’indifendibile. In quel momento, poi, la Bindi, finiva per avallare il revival dell’elettroshock che Giobatta (siamo pur sempre a Carnevale, ne contraggo il nome alla lombarda) Cassano, il prof. della struttura pubblica di Pisa, il “mago” della terapia della “depressione”, senza essersi particolarmente documentata sulla questione. Dico la verità: non m’importa molto di questioni politiche, che ritengo quasi sempre lontane dalle questioni sociali, concrete. Certo che, se poi la politica, fatta da incompetenti in senso specifico, morde negativamente su questioni concrete, allora nulla va bene. E ciò non vale certo solo per Rosy Bindi, dottoressa e ricercatrice in giurisprudenza, che non sa di medicina ma si esprime a riguardo, ma in tanti altri casi.
Eugen Galasso
Pubblicato il 24 February, 2011
Categoria: Testi