SI FA PRESTO A DIRE FOLLIA Intervista con Giorgio Antonucci
‘l Gazattin – novembre 2014
Lo scopo attuale del Dr. Antonucci è quello di tirar fuori dai manicomi, dagli ospedali e dai reparti psichiatrici la gente che vi è rinchiusa perché rifiutata dalle logiche dominanti. L’argomento di questa intervista è la violenza, che sempre più spesso i media e l’opinione comune fanno risalire alla cosiddetta malattia mentale, anziché sottoporre ciò che la genera all’analisi della ragione.
Qualche decade fa c’era bisogno di spaccare i muri. E’ successo…Ma oggi, per aiutare una persona in difficoltà, cosa si può fare?
Innanzitutto si sono sì eliminati dei luoghi dove c’erano le persone rinchiuse, ma ce ne sono altri anche ora, per cui il lavoro non è finito. Poi il problema non si riduce ad essere rinchiusi. Il problema è che si fraintende il pensiero degli altri, a tutti i livelli e si prendono alcune persone con la forza e si portano in clinica psichiatrica. E’ un problema della cultura. Per esempio: è successo questo fatto in Norvegia (il caso Breivik, autore del massacro di 77 persone nel luglio del 2011, ndr) e tutti i mezzi di comunicazione parlano di follia dell’attenzione. Follia non vuol dir niente, significa soltanto non cercar la spiegazione. Cioè, le spiegazioni possono esser tante.
Questo attentatore, intanto, risulterebbe essere uno di estrema destra che ce l’ha con gli immigrati, e in particolar modo con gli islamici, e ha fatto quest’azione perché ritiene che il governo norvegese li accoglie, mentre lui vorrebbe buttarli fuori. Ma definirlo un folle non vuol dir nulla. Lui ha fatto delle cose per un motivo, e allora in tutta la nostra cultura quando non si vuole o non si sa spiegare una cosa, si usa questa parola priva di significato che è “follia”. Che senso ha, come è accaduto e accade ancora, dire che Hitler era un folle? Hitler era uno che ha organizzato mezza Europa in un certo senso, e purtroppo ha fatto un sacco di guai prima di essere sconfitto. Ma se Hitler è stato un folle allora il grande maestro di musica Furtwangler, che gli andava dietro e Heisenberg che era un grande scienziato, e tutti i tedeschi che gli son andati dietro, gli italiani, Mussolini, son tutti matti? Con il discorso degli psichiatri non solo si emarginano delle persone facendo finta di non capire o non comprendendo chi siano, ma si costruisce una cultura del nulla.
E’ vero. Si è sentito dire, da psichiatri francesi, che Breivik fosse malato… Qual è l’opinione di Giorgio Antonucci a proposito della linea che demarca crimine e follia?
Il fatto è che la psichiatria non fa altro che confondere le idee. Cioè gli uomini, con i progetti che hanno, da Caino in poi, uccidono. Si tratta di vedere, di discutere cosa significhi. Cioè, uno uccide per un motivo, un altro uccide per un altro motivo. Nella Bibbia non è scritto che Caino non aveva la testa a posto. Caino ha ucciso Abele perché riteneva che Abele fosse un privilegiato nei suoi riguardi. Se ne può discutere.
Per capire le nostre azioni, i nostri pensieri, bisogna togliere completamente la psichiatria, che confonde le idee, perché non significa niente, non ha nessun fondamento. E’ una cosa completamente arbitraria, perché io posso dire, se sono uno a cui piace vivere nel mondo pratico, nel mondo sensuale, che l’eremita è matto. L’eremita può dire che io mi disperdo nel mondo e sono un matto. L’aggettivo matto che si dà al pensiero degli altri, diverso dal nostro, è un aggettivo sbagliato. Nel senso che ci sono tanti modi di pensare, tanti modi di agire, che vanno esaminati senza questi pregiudizi. Infatti io sono completamente d’accordo, con Thomas Szasz, che la psichiatria non debba esser riformata: deve sparire, perché è un attentato alla cultura.
S’era parlato di Dante (‘l Gazetin, giugno-luglio 2014), parliamo ora di Szasz. Thomas Szasz è un ungherese nato nel 1020, di famiglia ebraica. I suoi genitori sono venuti via dall’Europa nel ’33, quando Hitler è salito al potere, prima quindi di arrivare a organizzare lo sterminio degli ebrei. Sono andati in America con il figlio. Szasz si è poi laureato in fisica e in medicina e io una volta ho avuto occasione di chiedergli: “Ma perché la laurea in fisica? Che c’entrano le due cose insieme?” Uno può laurearsi in quello che vuole, ma io volevo saper perché…Allora mi ha detto che si è laureato in fisica perché, giunto in America, non trovava un’università americana che accettasse gli ebrei per gli studi di medicina e ne ha trovata una che l’ha accettato in fisica. Così si è laureato in fisica. Poi, a Cicinnati, ha trovato una facoltà di medicina che lo ha accettato anche se era ebreo e ha conseguito la seconda laurea.
Ora, perché dico questo? Perché mi sembra interessante il fatto che sia stato un ebreo, per la prima volta al mondo, ad aver capito che la psichiatria sia una truffa e un crimine. Mi sembra che sia interessante, se si pensa a quello ch’è successo! I campi di concentramento sono stati imitati e organizzati sulla base di com’erano fatti i manicomi, non il contrario. Szasz, dopo aver esaminato attentamente il mito della malattia mentale, della psichiatria, dice che i giudizi psichiatrici sono arbitrari e falsi. Arbitrari perché? Perché se di uno si può dire che è matto o non è matto come si vuole. Per esempio l’omosessualità: da Freud in poi gli omosessuali sono stati considerati malati di mente e questo è continuato anche nel manuale americano, il famoso DSM Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Per tanto s’è scritto che l’omosessualità fosse una malattia, poi un giorno, a una riunione degli psichiatri americani, uno di loro si alza e dice: “Ci sono molti tra di noi che sono omosessuali”. Allora hanno discusso e hanno cancellato l’omosessualità dalle malattie. Ora è chiaro, è intuitivo che l’omosessualità non sia una malattia, però l’hanno cancellata per interesse loro. Ma vi immaginate a un convegno sui tumori che ad alzata di mano decidono se un tumore allo stomaco è una malattia o no? E’ una cosa che fa ridere, e invece lì, nelle riunioni per il DSM, ultimamente, hanno deciso che il narcisismo è una malattia, per alzata di mano, a maggioranza.
Poi usano sempre parole che non si sa che cosa vogliano dire. Non si sa cosa vuol dire, però comunque… se uno mi sembra troppo affezionato a se stesso, gli do il cartellino di “malato mentale”, lo sbatto dentro, gli faccio l’elettroshock. Mi ricordo quando sono arrivato a Imola nel 1973: Edelweiss Cotti era già arrivato qualche mese prima e aveva tolto la macchina dell’elettroshock. Lì, fino ad allora, al reparto osservazione facevano l’elettroshock agli omosessuali. Ecco che cos’è la psichiatria: un giudizio arbitrario. E allora smettiamola e ragioniamo in termini concreti sul pensiero e le azioni degli uomini cercando di capirne il significato. Se uno uccide ne risponde alla legge, che decide perché l’ha fatto, se ci sono le aggravanti o le attenuanti; se uno ruba è lo stesso. La psichiatria non c’entra nulla coi tribunali, deve sparire. Perché fintanto che c’è, confonde le idee e rende tutto più difficile.
A volte si dice: “Questa persona ha commesso questo crimine perché quando era bambino ha subito degli abusi” (prendi l’esempio della pedofilia). E per questo viene giudicato come ammalato mentale. Perciò possiamo distinguere due gruppi: le vittime di crimini e gli autori di crimini, che a loro volta – vien detto – possono aver subito abusi… Si crea un po’ di confusione: la psichiatria tratta “vittime” ma tratta anche soggetti che commettono crimini…
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Pubblicato il 27 January, 2015
Categoria: Testi