Conferenza: “Socialismo e storia della psichiatria” – di Eugen Galasso
Ripresa stagione circolo antipsichiatrico libertario – Eugen Galasso
Articolo su Umanità Nova, marzo 2012
Lunedì 12 marzo, presso lo HUB di Bologna, con un incontro dal titolo “Socialismo e storia della psichiatria”, il Centro di relazioni umane-Circolo antipsichiatrico libertario ha ripreso le conferenze e le iniziative dell’anno . Con gli interventi della dottoressa Maria Rosaria d’Oronzo, responsabile del “Centro” e di chi scrive, si è evidenziato come il pensiero ma anche il movimento socialista, compresa ovviamente la componente anarchica e libertaria, abbia dato un peso limitato alla problematica della sofferenza (che gli psichiatri denominano in modi diversi, con un’insopportabile voglia nosografica, ossia di descrizione -“paziente schizofrenico”, “disturbo bipolare”, “paziente paranoico” etc., procedendo poi alle terapie imposte, purtroppo), dando invece la priorità alle problematiche economiche. Ciò anche con accuse “para-psichiatriche” di Marx ed Engels contro Lassalle e Bakunin, per es., già all’interno della Prima Internazionale; ciò per non dire che cosa fece poi, negli anni Trenta del 1900, il comunismo stalinista contro anarchici e “socialfascisti” (i socialisti di diversa “osservanza” venivano tout court denominati come tali), dove, per esemplificare ulteriormente, Camillo Berneri , prima di essere ucciso, fu calunniato, diffamato, minacciato e definito nei modi più atroci: proprio Berneri, peraltro, che aveva saputo applicare le intuizioni più geniali della psicoanalisi di Freud. Colpa in primo luogo, si potrà dire senza problemi, certo di una psichiatria incartapecorita, già pronta a “sorvegliare e punire”, in particolare dopo la diffusione, in epoca ottocentesca, di “reazione”, di strutture manicomiali recludenti, quali pure “istituzioni totali”. Eppure Charles Fourier, che pure Proudhon considerava “un fou” (un folle), grande “socialista utopista”, in realtà libertario coerente, si era reso conto che la disarmonia tra Uomo e Natura era dipendente , quasi sempre, dalla miseria e dalla fame conseguente. Allo stesso modo, poi, Fourier spiegava che ogni passione, anche quella, per esempio delle pratiche amorose e sessuali che il cattolicesimo chiama “perversioni” perché non rispondenti a “finalità procreative”, ha ragione d’essere e di essere praticata. Pierre-Joseph Proudhon, in questo, era “bloccato” dal suo moralismo che sostanzialmente non contempla il ruolo della donna. “Quandoque Proudhonus dormitat” (talora anche Proudhon dormicchia), potremmo aggiungere. Oggi le tematiche libertarie danno il giusto rilievo alla lotta antipsichiatrica, anzi la promuovono in pieno, ma è certo che i secoli precedenti erano segnati da altre priorità e scelte di priorità. A maggio il “Circolo” propone altro, ma la comunicazione relativa a date e luogo d’incontro verrà comunicata in tempo.
Eugen Galasso