Ardea un problema? – Eugen Galasso
L’episodio di Ardea presso Roma, dove un ingegnere informatico 34 enne, disoccupato, s’è messo a sparare “all’impazzata”, uccidendo due bambini, un uomo anziano, poi sé stesso, sembra riproporre il problema del disagio “psico-esistenziale”, dove naturalmente i “buoni” sono quelli che magari vorrebbero tornare a “strutture chiuse” e comunque a riproporre il TSO come soluzione. Solo che l’uomo, come si apprende, aveva già subito un TSO e probabilmente proprio questo provvedimento ha contribuito a far scattare in lui una ribellione esistenziale “contro il mondo” e quindi non è vera la solita storia di chi vuole controlli rigorosi e magari la repressione di chi soffre del “disagio psichico” (o come si sente ancora dire “è malato di mente”), ma semmai l’anonimato di quartieri dormitorio, nei quali alligna l’alienazione iperindividualistica mista alla curiosità morbosa per comportamenti e pensieri (Antonucci docet…) considerati “strani”, “diversi dalla norma” etc, dove torna in mente la risposta di Thomas Szasz a una persona che gli chiedeva che cosa fosse la norma: “Una ragazza che abita a New York” (un italiano melomane forse citerebbe l’opera di Bellini… il prodotto non cambia…). Abituarsi all’altra persona, anche se “eccentrica” (magari solo secondo i canoni esistenti), accettarla invece di condannarla ante factum, cercare di capire che nessuna persona ha esigenze, desideri, pulsioni, pensieri “normati”, ciò costituirebbe un passo avanti nella comprensione della realtà (almeno di quella umana) nella quale ci troviamo a vivere. Eugen Galasso
Pubblicato il 14 June, 2021
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