Trattamento sanitario obbligatorio o coatto: dovrà decidere la Corte Coastituzionale – Eugen Galasso
Premettendo che non sono in possesso di cultura giuridica tale da giudicare in dettaglio, id est analiticamente quanto emerge dalla sentenza della Prima Sezioni Civile della Corte di Cassazione e che comunque in merito, “definitivamente”(?) si dovra’ pronunciare la Corte Costituzionale, i rilievi formulati a un TSO appaiono importanti, che si faccia appello alla dignità personale e non a uno spesso ambiguo concetto di “sicurezza”
rincuora.
Certo, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, è meglio non farsi soverchie illusioni, ma che si esprimano riserve sul TSO è comunque importante e positivo, se ci si vuole muovere in una direzione diversa da quella “ufficiale”, legittimata dalla psichiatria intesa (o che molti vorrebbero intendere e far intendere) come “lex univeralis”, quando invece sappiamo che i suoi fondamenti epistemologici sono, ab ovo, ambigui e contraddittori. Volerla elevare a “legge” come si è fatto, per controbilanciare l’approvazione della Legge 180, di per sé non esente da elementi contraddittori, è un’assurdita’ palese, che decisioni come quella cui si è accennato mettono in evidenza in modo chiaro e indiscutibile. Eugen Galasso
Pubblicato il 21 September, 2024
Categoria: Notizie
18enne ricoverato in T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) per aver manifestato il proprio dissenso all’uso della mascherina in classe
Pubblichiamo le iniziative del Telefono Viola di Roma e dell’associazione radicale “Diritti alla Follia”: ogni commento sarebbe pletorico.
Lettera dell’avv Gioacchino di Palma – Telefono Viola di Roma
“Avv. G I O A C C H I N O D I P A L M A
P a t r o c i n a n t e in
C a s s a z i o n e
Egregio Sig. Sindaco Comune di Fano Sede
Spettabile ASL Marche Nord Sede
Spettabile Tribunale di Pesaro Ufficio Volontaria Giurisdizione
Spettabile Ministero Pubblica Istruzione Sede
volgiurisdizione.tribunale.pesaro@giustiziacert.it
uffgabinetto@postacert.istruzione.it
Oggetto: Associazione “Telefono Viola” / Studente di Fano in TSO – Richiesta di REVOCA
Spettabili,
Il fatto:
Ho ricevuto incarico dal Presidente dell’Associazione “Telefono Viola”, dr.ssa Anna Grazia Stammati, in nome e per conto della quale invio la presente, di intervenire nella seguente vicenda a tutela degli scopi Statutari dell’Associazione che da oltre un quarto di secolo opera contro gli abusi e le violenze psichiatriche.
– giovedì 06.05.2021 in un Istituto Superiore di Fano un ragazzo, sembra di 18 anni d’età, protesta contro l’obbligo di dover indossare la mascherina in classe.
– dopo due ore di trattative, il ragazzo viene portato in Ospedale, con tanto di volante della Polizia, e qui, a seguito di proteste dello stesso, viene condotto nel reparto S.P.D.C. dell’Ospedale di Pesaro in Trattamento Sanitario Obbligatorio.
– la vicenda mediaticamente diventa di pubblico dominio in poche ore, scatenando reazione da più parti, sia per la gestione della stessa da parte dell’Istituto Scolastico, che a fronte della protesta di uno studente, determinata ma pacifica, non sa fare altro che chiedere l’intervento della Polizia e del 118, sia per l’ancor più l’incredibile epilogo. Un TSO.
Tutto ciò sinteticamente narrato, richiedo formalmente ai medici proponenti e convalidanti il TSO, ai medici del reparto S.P.D.C., ed al Sindaco del Comune di Fano, di agire, ognuno per quanto di sua competenza, per la revoca immediata del TSO.
Dalla lettura di quanto riportato da più quotidiani, apprendo che il Sindaco avrebbe detto che a fronte della doppia certificazione medica di proposta e convalida di un TSO, un Sindaco non può fare altro che firmare la relativa Ordinanza Sindacale. Se ciò fosse vero, sottolineo che a distanza di ben 42 anni dall’approvazione della legge 180/78 (cosiddetta “Legge Basaglia”), nelle Pubbliche Amministrazioni ancora non si è compreso il vero senso della legge, concepita e voluta dal Legislatore di allora, non quale forma di facile e rapida soluzione di tacitazione del dissenso, ma quale ultima ratio offerta dall’ordinamento per risolvere casi di acclarata malattia mentale non gestibile in altro modo se non attraverso uno strumento limitativo della libertà personale, quale
appunto il TSO, con compressione temporanea di diritti Costituzionalmente garantiti.
Allo stato poiché l’Associazione “Telefono Viola” non è a conoscenza del fatto che il Giudice Tutelare abbia o NON abbia convalidato il TSO, si confida in quei “controlli e verifiche”, espressamente richiamati dalla Legge, affinché la vicenda, venga fermata sul nascere, facendo tornare immediatamente il giovane studente all’interno della sua famiglia, e riconducendo il tutto, in ambiti più equilibrati che riconfigurino e riconducano la stessa nell’alveo di quello che è veramente stato, ed in ogni caso ricorrendo a soluzioni meno invasive nella vita del giovane studente, laddove
si ritenesse necessario procedere avverso una situazione di difficoltà e/o di disagio sociale.
Sulla realtà della vicenda si sottolinea che allo stato il tutto appare come la protesta di un giovane studente, all’interno della scuola, che piuttosto che reprimere dovrebbe essere in grado di valutare, comprendere ed accompagnare il senso più profondo del significato delle azioni e del pensiero manifestato dagli studenti, senza fornire risposte che dalle informazioni emerse dalla stampa, appaiono più come una forma di controllo del dissenso, piuttosto che di valutazioni oggettive e ponderate di quanto accaduto.
A questo punto, non essendo più nella competenza del Dirigente Scolastico poter fare qualcosa, si invita il Sindaco del Comune di Fano, la Asl, ed i medici del reparto S.P.D.C., nel rispetto del dettato legislativo, a rivalutare tutta la vicenda per procedere alla REVOCA dell’Ordinanza Sindacale.
Alla luce di maggiori e più approfondite valutazioni del caso, avvenuto da poche ore, si manifesta espressa riserva in ordine alla possibilità di agire anche giudizialmente, impugnando il TSO de quo innanzi agli organi competenti.
Rimanendo in attesa di cortese riscontro e confronto su tutto quanto scritto, invio Distinti saluti
(Avv. Gioacchino DI Palma)”
L’associazione Radicale “Diritti alla Follia ” si è attivata immediatamente per contattare il Sindaco del Comune di Fano (PU), i responsabili dell’azienda ospedaliera, il Collegio del Garante nazionale dei detenuti e il Giudice tutelare, inviando la seguente P.E.C.
Diritti alla Follia Associazione Radicale
www.dirittiallafollia.it
dirittiallafollia@gmail.com
AL SINDACO DEL COMUNE DI FANO ALL’ OSPEDALE AZIENDA OSPEDALIERA – Ospedale Riuniti MARCHE NORD-DIRETTORE OSPEDALE “MURAGLIA DI FANO”-PRIMARIO DEL SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA. AL COLLEGIO DEL GARANTE PER LE PERSONE DETENUTE O PRIVATE DELLA LIBERTÀ PERSONALE ALL’ ATTENZIONE DEL PRESIDENTE DEL COLLEGIO, DR. MAURO PALMA ALL’ ATTENZIONE DEI MEMBRI DEL COLLEGIO ALL’ UFFICIO DEL GIUDICE TUTELARE DI PESARO
OGGETTO: TSO DA NOTIZIA DEL “RESTO DEL CARLINO”. RICHIESTA DI REVOCA DEL TSO PER ILLEGITTIMITA’. ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI
Egregi destinatari
Apprendiamo da notizie di stampa (articolo del “Resto del Carlino”) che oggi è stato compiuto un TSO a carico di un ragazzo che ha rifiutato di indossare la mascherina in orario scolastico. Pur comprendendo l’astratta scelta (sottoponibile a sindacato giudiziale) di imporre l’eventuale “didattica a distanza” per impedire l’accesso ai locali scolastici al ragazzo, i fatti descritti non possono essere posti credibilmente alla base di un legale trattamento sanitario obbligatorio. Anzitutto ci presentiamo:chi scrive è l’Associazione radicale “Diritti alla Follia”, nata nel 2018 dandosi statutariamente l’obiettivo di impegnarsi sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone “sottoposte”:
1)a varie forme di coercizione nell’ambito del trattamento del “disagio psichico”; 2)ai cosiddetti “istituti di protezione” dell’individuo (tutela, curatela, amministrazione di sostegno); 3)alle misure di sicurezza per “non imputabili”.
Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso: 1)l’elaborazione di disegni di riforma finalizzati ad introdurre elementi di maggiore tutela e garanzia della persona nell’ambito delle “procedure” coercitive in ambito psichiatrico; 2)esposti, su casi individuali come su problematiche “di sistema”, ad Istituzioni di vigilanza e monitoraggio sul piano nazionale ed internazionale; 3)inserimento nelle procedure amministrative e giudiziali che coinvolgano diritti fondamentali dei pazienti psichiatrici o ritenuti tali; 4)campagne di informazione e sensibilizzazione su tali temi.Nel caso di specie:
A) RILEVIAMO LA LESIONE DELLA DIGNITÀ E DEI DIRITTI CIVILI E POLITICI DEL RAGAZZO COINVOLTO NELL’ APPLICAZIONE DEL TSO.Premesso che, a mente dell’art.33 della legge 1978/833, “possono essere disposti dall’autorità sanitaria accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori, secondo l’articolo 32 della Costituzione, nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici”, il rifiuto –per quanto non condivisibile –dell’uso della mascherina, configura l’espressione di una posizione politica, e/o di una disobbedienza civile, che ben possono produrre misure coercitive tradizionali, ma giammai essere poste alla base di un TSO
Si percepisce chiaramente (e ci si permette di ritenere che ciò sarà percepito anche dal Tribunale di Pesaro) che i “diritti civili e politici”, assai significativamente evocati dall’art. 33 della legge 1978/833, sono tali (cioè “diritti”) proprio in quanto corrispondono all’espressione di opinioni ed all’adozione di comportamenti “contrastanti” l’autorità governativa. E’ proprio nel fuoco di tale “divergenza” tra cittadino ed autorità che viene “forgiato” il ferro del diritto, che quest’ ultimo assume concreta dimensione di presidio alle libertà dell’individuo;
B) CHIEDIAMO PER QUESTO LA REVOCA IMMEDIATA DELL’ILLEGITTIMO TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO rilevando come l’art 35 della l. 1978/833 abiliti “chiunque vi abbia interesse” all’ impugnativa del provvedimento delTSO, e per le ragioni riferite e documentate di tale “interesse” è portatrice anche l’Associazione “Diritti alla follia”, che essendo abituata all’ impugnazione è abilitata alla richiesta di revoca del provvedimento ed al collegato accesso agli atti;
C) CHIEDIAMO ALTRESÌ, L’ ACCESO AGLI ATTI DELLA PROCEDURA con la trasmissione della proposta di TSO, della relativa convalida, nonché dell’ordinanza Sindacale che ha“disposto” il TSO
Migliori saluti
Roma, lì 6maggio 2021
Associazione Radicale “ Diritti alla Follia
Partito Libertario – Associazione Radicale per il Partito Libertario
COMUNICATO STAMPA DELL’11 MAGGIO 2021 ASSOCIAZIONE RADICALE PER IL PARTITO LIBERTARIO
TSO, PRATICA REPRESSIVA E COSTITUZIONALMENTE ILLEGITTIMA: IL CASO DELLO STUDENTE DI FANO
I bastian contrari, cioe? le persone che poste di fronte ad una teoria consolidata, ad una verita? che una volta accertata e considerata come tale da chi ha il potere di certificarne la correttezza diventa verita? assoluta, un dogma, a volte perche? sinceramente convinte di una teoria o verita? opposta, a volte per puro spirito di contraddizione, la mettono in dubbio capovolgendola finche? venga prodotta una nuova teoria o verita? che nega la prima, sono indubbiamente dei rompicoglioni. Non sempre, forse nemmeno spesso, le obiezioni sono valide e ben fondate; ma ben vengano. Soprattutto nei luoghi paludati della verita? ufficiale, quale tra gli altri la scuola pubblica, nella quale viene garantita a tutti la stessa istruzione; luogo che con sferzante animo critico e? stato giustamente definito ‘palestra di impotenza’. Se, infatti, a scuola non c’e? spazio per la critica, a meno che la critica non sia una critica gia? preconfezionata e ben assimilata, il potere della conoscenza acquisita nel percorso di crescita, viene totalmente ribaltato nella sottomissione – cioe? in una abitudine all’obbedienza o non meno grave alla passiva acquiescenza- ad una disciplina ‘scientifica’, dove per scienza si intendono tutte le discipline, comprese quelle umanistiche, impartite agli studenti dai professori. Per fortuna, a scuola si impara tanto altro, ma quasi sempre al di fuori dei programmi ministeriali, se non addirittura loro malgrado.
Noi del partito libertario, poniamo in cima ai nostri valori la liberta? dell’individuo, quale assenza di limiti preposti, che trova argine solo nella responsabilita?, eventualmente anche fatta valere dagli altri individui nell’esercizio della propria liberta? altrettanto assoluta, in un equilibrio, per cosi? dire, naturale tra gli uomini
e le donne che convivono nello stesso spazio e in questo si pongono spontaneamente e/o inevitabilmente in relazione. Pertanto, noi non possiamo che essere a favore dei bastian contrari.
A favore dei bastian contrari, come lo studente delle scuole superiori di Fano, sottoposto a TSO per aver disobbedito ostinatamente all’obbligo di indossare la mascherina durante la lezione e? un bastian contrario intelligente, per come lo ha definito la sua insegnante, il quale, ogni qualvolta veniva affacciata una tesi, subito rispondeva con una anti-tesi, recuperata nei meandri del web, di cui pare sia esperto navigatore.
A favore dei bastian contrari, e contro la pratica repressiva e costituzionalmente illegittima del TSO che in modo sempre piu? evidente disvela la sua natura di pratica di punizione e di neutralizzazione del ribelle o comunque dell’individuo non allineato e non conforme.
Mussolini, nel 1927, afferma che “in uno Stato ben ordinato, la cura della salute del popolo deve essere al primo posto. Bisogna quindi vigilare seriamente sul destino della razza, bisogna curare la razza”. Insomma, la “difesa sanitaria dell’individuo” si risolve “nella difesa sanitaria della razza” e cosi? avviene che “la medicina individuale e quella delle stirpi, procedendo, mettono capo alla medicina politica, funzione di governo”, scrive sempre nel 1927 P. Petrazzani, vice direttore del San Lazzaro e primo podesta? fascista di Reggio Emilia. Al manicomio, gia? da prima adibito a ‘sistemare’ i parenti e soprattutto le parenti (mogli e figlie) scomode, ed alla rete di istituzioni di prevenzione ad esso correlate e? affidato il compito di combattere e ritardare “la degenerazione della razza” provocata dai “deboli”, dagli “incapaci”, dai “perturbatori della vita ordinata e lavorativa” della “Nazione”, rispetto ai quali si dovranno prevedere “forti organi di correzione e di eliminazione”.
Sovviene alla mente anche il Socialismo Reale, la qualificazione e la repressione dei dissidenti normativamente definiti malati di mente, perche? “chi se non un pazzo potrebbe opporsi al Comunismo?”. Nel 1961 entro? in vigore la circolare “Per il ricovero d’urgenza dei malati di mente che rappresentano un pericolo pubblico” approvato dal Ministero della Sanita? dell’URSS (del 10 ottobre 1961 04-14/32).
Della stessa scuola, il comunista Giovanni Berlinguer, che con sua iniziativa legislativa tolse agli psichiatri il limite del ‘pericolo per se? e per gli altri’ per il ricovero coatto, dovendo, invece, bastare che ai professionisti della patologia mentale sembri che il soggetto sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (TSO) necessiti di cure. Fin quando, adesso, un altro ministro della sanita?, anche lui della medesima tradizione ideologica, esplicitamente pone e attua un
disegno di mutamento genetico dello Stato e della societa?, dichiarando di fatto i principi fondamentali contenuti nella Costituzione carta straccia, con cio? comportando inevitabilmente che chi viene considerato di ostacolo al ‘bene pubblico’, ovvero alla concezione in vigore di ‘salute pubblica’ adottata sulla base del ‘conventional wisdom’, va punito come deviante, nemico dello Stato e pazzo pericoloso. Anche se non ha compiuto alcun reato, per mezzo del TSO. E anche per il suo ‘bene’, come lo studente bastian contrario di Fano, il quale, una volta giunto nel reparto di igiene mentale, e? stato privato bruscamente del suo cellulare, perche? “adesso il ragazzo ha bisogno di riposare”.
In linea con i radicali dell’associazione “Diritti alla Follia” (documento del 6 maggio 2021) rileviamo che la pratica del TSO spesso ha leso e lede il diritto alla salute che asseritamente afferma di voler tutelare. Sino ad essere trasformato in uno strumento di repressione del dissenso e di punizione per quelle condotte ritenute non-conformi, laddove non esiste sanzione legale (quindi, in violazione del principio di legalita?). Denunciamo, quindi, l’illegittimita? TSO nei confronti del ragazzo bastian contrario di Fano e chiediamo l’immediata revoca del trattamento riservandoci di fare anche noi accesso ai relativi atti (istanza e convalida del TSO e ordinanza sindacale) per impugnarli nelle sedi competenti.
________________________________________
Partito Libertario – Associazione Radicale per il Partito Libertario
Rif. Fabio Massimo Nicosia, rappresentante ARPL nel Comitato nazionale di Radicali Italiani
Pubblicato il 7 May, 2021
Categoria: Notizie
Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) e Taser versus libertà – Maria D’Oronzo
Rare volte, rarissime, la Corte di Cassazione si è pronunciata contro gli psichiatri e il loro operato. La sentenza più significativa è arrivata il 20 giugno 2018, sentenza n° 50497, che riguarda la morte di Francesco Mastrogiovanni, anarchico, insegnante, morto in Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) il 4 agosto 2009.
La Cassazione afferma che: “la contenzione dev’essere redatta chiaramente con puntualità e diligenza, nel rispetto della buona pratica clinica, oltre ogni dato obiettivo relativo al decorso della patologia, tutte le attività diagnostico terapeutico ed assistenziali praticate”.
Chi non si attiene a queste regole commette reato di sequestro di persona.
Sono stati condannati 6 medici e 11 infermieri, quest’ultimi hanno l’obbligo di “proteggere” il paziente e di “attivarsi per far cessare la coercizione” e di segnalare all’autorità competente i maltrattamenti o privazione della libertà personale.
Sono stata informata da Sabatino Catapano, la stessa mattina del 29 luglio 2009 della cattura di Francesco Mastrogiovanni. Dopo poche ore ero in contatto telefonico con gli amici di famiglia Mastrogiovanni, Peppe Tarallo e Giuseppe Galzerano.
Sono partita da Bologna per raggiungere il Cilento, durante gli anni della durata del processo, varie volte.
Diverse sono state le associazioni che si sono attivate insieme a Sabatino e alla ospitale famiglia di Mastrogiovanni in questa triste storia.
Una storia triste, non solo perché un uomo è morto in un luogo deputato alla cura come appunto dovrebbe essere inteso un reparto d’ospedale, ma anche perché il nostro ordinamento riconosce il sequestro di persona, in una pratica di T.S.O, solo nel caso la contenzione non sia annotata in cartella clinica, mentre, invece, non viene riconosciuta la necessità di introdurre nell’ordinamento penale italiano, il reato di tortura come conseguenza logica del T.S.O.
La convergenza fra l’atto sanitario e l’obbligatorietà dello stesso ha permesso, contemporaneamente, il pronunciamento della Cassazione che stabilisce la contenzione sotto stretti parametri e l’uso della pistola elettrica Taser nei reparti psichiatrici “sulla base dei fatti oggettivamente riscontrati”.
Giorgio Antonucci, che anche a Gorizia, nel gruppo scelto da Basaglia, ha dimostrato che i problemi psicologici non devono essere trattati dalla medicina, ha sostenuto, concretamente, che i ricoveri coatti non sono trattamenti sanitari e che l’elettrochoc è puro esercizio di violenza, e ancora la relazione deve essere paritaria e il rispetto reciproco, nella sua 40ennale pratica in ambito psichiatrico ha liberato centinaia di pazienti psichiatrici considerati, dagli altri, irrecuperabili, restituendoli alla pienezza della vita psico-sociale.
Pubblicato il 15 June, 2019
Categoria: Notizie
Ivan Bormann -“Sconfinato. Storia di Emilio”- Eugen Galasso
In un articolo di Ivan Bormann (“Sconfinato. Storia di Emilio”, a pag.19 del periodico libertario “Germinal“, n.115) si trova la storia di Emilio Coslovi, istriano, uomo, per molti versi “s-confinato”, come scrive lo stesso Bormann. Di umili origini, vissuto in campo profughi, poi in seminario, poi prete, prete operaio, vicino alla teologia della liberazione; scomodo e originale nelle sue posizioni teologiche e nella sua pastorale (i suoi atteggiamenti concreti, cioè), Coslovi viene punito dalla Gerarchia ecclesiastica che lo fa ricoverare in cliniche psichiatriche dove subisce camicia di forza, elettroshock, tutto l’armamentario ben noto a chi frequenti anche solo sporadicamente questo sito. Viene da dire: don Emilio così, altri preti “più famosi” vengono anch’essi allontanati, ma rinchiusi in case protette non prettamente psichiatriche, di rieducazione teologica: una logica sempre e comunque funzionale al “surveiller et punir” foucaultiano, pur se usando almeno due pesi e due misure (per il secondo aspetto cfr. un difficile film di Damiano Damiani degli anni Settanta, “Il sorriso del grande tentatore”, 1974). In seguito, Emilio viene non sospeso a divinis ma messo “in quarantena”: non può dire messa ma confessare (una delle pratiche più controverse del cattolicesimo, sacramento di puro comodo, tardivo, meno che scarsamente ancorato nei Vangeli, molto duro per don Emilio), negli anni Novanta subisce un TSO, né l’incontro con l’antipsichatria basagliana lo aiuta, perché ormai don Coslovi ha interiorizzato un quadro oltremodo negativo di ogni istituzione, in specie psichiatrica (la differenza con la teoria e la prassi basagliane gli sfugge, ormai). Diviene una vittima non tanto di sé, quanto dei Poteri convergenti nell’escluderlo: autobarricato in casa, morirà per un incendio casalingo, causato da una stufa mal funzionante. A parte la citazione iniziale di un celebre titolo foucaultiano, mi permetto di farne un’altra: Charles Fourier, il grande “socialista utopista” (definizione che trovo riduttiva, perché imbriglia un grande, lo “intruppa” indebitamente) diceva, da grande teorico e sostenitore dell’Armonia tra gli Esseri, tra uomo e natura etc., che spesso c’è un problema che impedisce a priori l’Armonia: la fame. Ora, che in Emilio come in tanti altri la causa della repressione della persona, in specie con strumenti psichiatrici, sia stata la fame, è innegabile. Ciò vale, come insegna anche la pratica (direi la clinica, ma l’espressione non è amata da Giorgio, a ragion oltremodo veduta) di Giorgio Antonucci, in tanti casi. Ogni “caso” è diverso (meglio dire ogni vicenda umana, altrimenti si ricade nello “psichiatrichese”, ovvio) ma le condizioni socio-economiche di partenza giocano un ruolo-chiave.
Eugen Galasso
Pubblicato il 15 July, 2011
Categoria: Testi
TSO e Contenzione: aspetti legali, medici e sociali – con Giorgio Antonucci, Guido Papalia, Flavio Nosè, Giampietro Turchi, Francesco Miraglia – Video
Prima e seconda parte del Dibattito “Trattamento Sanitario Obbligatorio e contenzione: applicazione limiti e abusi”.
L’argomento è stato trattato nei suoi aspetti legali, medici e sociali da un gruppo di esperti: il procuratore Capo di Stato presso il Tribunale di Verona, Guido Papalia; il Direttore del II Servizio Psichiatrico di Verona , prof Flavio Nosè; il dott. Giorgio Antonucci medico, poeta, scrittore, psicanalista; il prof Giampietro Turchi docente di Psicologia Clinica di Padova; l’avv Gastone dall’Asén del foro di Bologna; l’avv Francesco Miraglia penalista del foro di Modena; Silvio Fanti portavoce nazionale del CCDU.
L’auspicio formulato dai relatori alla conclusione del dibattito è di seguire il “modello Antonucci” occupandosi delle persone senza l’utilizzo dei metodi coercitivi.
Pubblicato il 1 July, 2008
Categoria: Video