La violenza nel lavoro e nella psichiatria – Vito Totire
La città del Secondo Rinascimento, n° 27
Vorrei fare alcune riflessioni anche a partire dal mio lavoro istituzionale, che non si svolge strettamente nel campo del disagio mentale, ma in quello della medicina del lavoro. A Gorizia ho partecipato ad un processo penale riguardane le vittime dell’amianto nei cantieri navali.
A questo proposito vorrei aprire un ragionamento sugli omicidi colposi nei luoghi di lavoro e sulla loro pericolosità . Il sistema giuridico dei “delitti e delle pene” nel nostro paese, nella storia recente e passata, è in questo campo spesso ispirato al principio di “due pesi e due misure”, che Giorgio Antonucci ha denunciato a più riprese. Uno stereotipo ancora oggi fortemente radicato, nonostante la sua inconsistenza, è quello che associa la cosiddetta pericolosità, compresa la pulsione omicida. Anche nella medicina del lavoro accade questo. Il dibattimento in cui sono intervenuto a Gorizia, come perito di parte lesa, riguardava i danni dell’amianto, sostanza che oggi è fuorilegge solo in alcuni paesi e in quelli in cui non lo è provoca almeno centomila morti all’anno tra i lavoratori e molti di più se consideriamo l’impatto ambientale e sociale complessivo.
Pubblicato il 23 January, 2010
Categoria: Testi