CENERENTOLA, Mensile libertario – Firenze: Psichiatria. Un viaggio senza ritorno



Giugno 2009, anno 8 – n.114

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Eugen Galasso


Non solo una mostra, quella dedicata a “Psichiatria – un viaggio senza ritorno / Un’industria di morte” recentemente conclusasi a Firenze. Promossa dal “Comitato dei cittadini per i diritti umani” (Citizen Commission on Human Rights International), nella Sala Presidenziale della Stazione di S.Maria Novella, è stata affiancata anche da convegni, con la partecipazione di Giorgio Antonucci, corifeo dell’antipsichiatria a livello europeo, dove il pendant americano di tale iniziativa è Thomas Szasz, sistematico demolitore della presunta scientificità della psichiatria.
Con ampia documentazione, mostra e opuscolo rappresentano un viaggio attraverso elettroshock e shock insulinico, letti di contenzione, psicofarmaci anche pericolosissimi, l’orribile psicochirurgia (lobotomia, in primis), altro ancora, dove rimane valida la lezione di Szasz, Basaglia, Antonucci, per non dire di Laing e Cooper, padri inglesi dell’antipsichiatria.
Per limitarsi a brevi cenni (come d’uopo, in questi casi):


A) Come dice Szasz, la psichiatria è sostanzialmente anti-scientifica, non servendosi di strumenti come quelli, relativamente certi, della medicina non psichiatrica;
B) Per dirla con Antonucci, il medico – quale sarebbe anche lo psichiatra – è un consulente, può proporre delle terapie, non imporle. Non si vede perché il malato (o presunto tale) di mente debba essere recluso / sottoposto a TSO (trattamento sanitario obbligatorio), come invece avviene quasi regolarmente.
Mostra e convegli, ma anche opuscolo e fimati di notevole importanza, dunque, per riflettere su queste tematiche, in un momento in cui l’andazzo di destra e di centro, ma spesso anche di sinistra, sembra essere di rivalutazione della tecnica elettroconvulsiva e degli psicofarmaci sempre e comunque, come dimostrano alcune “comparsate” televisive di Cassano, con il sostegno praticamente quasi incondizionato di Giovanni Jervis, a torto considerato un antipsichiatra.
Controspinte positive ci sono, come il bellissimo film “Si può fare” di Manfredonia, ma sono poche e deboli, rispetto al peso di case farmaceutiche e potentati mediatici.
Un solo appunto: nella rassegna si tratteggia una storia della psicologia un pò approssimativa. Non appare giusto demonizzare Wilhelm Wundt, che teorizzò la nascita della psicologia in età positivistica, con tutti i limiti della cosa, ma meno ancora appare appropriato prendersela con Timothy Leary e, soprattutto, con Carl Rogers e la sua psicologia dell’ascolto, sicuramente non ottimale, ma totalmente diversa dalla violenza shockante di cui sopra.

Eugen Galasso

Pubblicato il: 29 June, 2009
Categoria: Notizie

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