“Antipsychiatrieverlag” Casa editrice antipsichiatrica tedesca – Eugen Galasso
Che in Germania esista un movimento e una casa editrice dichiaratamente antipsichiatrica (Antipsychiatrieverlag, Berlin, by Peter Lehmann) è già oltremodo sintomatico. Letteratura specialistica, qualificata, di settore e di movimento. Ormai l’antipsichiatria , anzi il movimento antipsichiatrico è diffuso ovunque, ma dovremmo dire che non dappertutto ha un seguito costante: in Italia – è più che una supposizione – a “giocare contro” è anche l’atavico autoritarismo, di origine militar-burocratica (una volta era la Prussia “l’universal caserma”, come diceva Vittorio Alfieri, ma con la tradizione fascista-savoiarda- borbonica il “cadeau” è ormai italiano…) e clericale (una sola religione veramente riconosciuta, nonostante il Nuovo Concordato del 1984 ne ammetta “munificamente” anche altri…- che tratta i propri preti in crisi in modi quantomeno spicci…).
Ma disporre di una casa editrice è cosa non da poco. Titoli che spaziano dalla medicina alternativa per curare problemi vari alla critica della psicoanalisi alla decostruzione e allo smascheramento della psicoterapia di orientamento sistemtico, all’ “offensiva dei folli”, ossia all’organizzazione e ai gruppi di “Auto-Aiuto”, ad altro, molto altro ancora. Non mancano riflessioni teoriche, di orientamento o psicoanalitico sincretico e comunque di critica forte delle scuole canoniche(freudiana, junghiana, adleriana, kleiniana, lacaniana, sistemica, come già accennato e altre, persino di quella reichiana etc.)o di orientamento “umanistico”(il termine rischia di essere generico, ma non lo è, se intendiamo la tendenza a considerare la persona o comunque l’individuo e non il “paziente”, il “malato”, magari il “folle”o il “pazzo”) di Maslow, Rogers, Grof etc. Moltissimo materiale, che ha il pregio di non rimanere “nelle segrete stanze”, ma di vivere fecondandosi con il lavoro sul campo, quale quello di nomi che sul nostro sito ricorrono spesso, di Antonucci, di Maria D’Oronzo, di altri. “Un repertorio”, quindi, cui ricorrere spesso, ma non si richiede, in genere, per questi libri, in specie di autori vari, una lettura sequenziale, cioè a dire dall’inizio usque ad finem. Ecco la concezione foucaultiana dell'”utile”, dello strumento per raggiungere uno scopo. Anche i libri, i saggi, gli articoli, dovrebbero essere una sorta di “entrebillet” (biglietto d’ingresso) per azioni pratiche, come potrebbero essere boicottaggi delle residuali cliniche psichiatriche e di qualche ospedale dove si pratica ancora l’elettroshock e altro ancora, chiaramente, di convegni, per es,in cui tuttora si propaganda il valore di azioni terapeutiche dure quali quella citata oppure dell’uso degli psicofarmaci. I libri e altro materiale (informatico oppure cartaceo) come spunti di riflessione e come punti di partenza, come, se volete, ipotesi di lavoro.
Eugen Galasso
Pubblicato il: 9 September, 2010
Categoria: Testi