Il professore che cantava Omero e fischiettava Orazio – Eugen Galasso

“E allora chi di voi sa dirmi chi era il più grande personaggio dell’antichità?”   “Platone” “Cesare” “Augusto” “Pericle” “Cicerone” “Costantino” (voce fuori dal coro, ma…) “Sofocle”,”Euripide”, “Saffo” (voce di donna, come giusto), “Nerone” (il solito provocatore) “Spartaco” (idem),  “Mario” “Silla” (i “politici” della classe),  “Plotino”,  “Varrone”,  “Aristotele”, “Alessandro Magno”. A tutti(e) la risposta:  “Uno più grande, più grande”. A un certo punto tutti/e s’arrendevano. Ecco la risposta del prof.: “Cristo, perché rivoluzionò tutto. E sapete che cosa gli avrei fatto, potendolo conoscere?”  “L’avrebbe salutato, omaggiato” (altre risposte varie, tutte simili): “No, gli avrei dato uno schiaffo, così sarei entrato nella storia. Guarda un po’quel fesso che ha dato uno schiaffo a Cristo”.   Scena vera, non inventata, come quando, per vivacizzare il “Mostellum” Plautino, lettura e commento(ma faceva leggere le parti ai(alle) singoli(e) allievi(e)), si nascondeva dietro la cattedra dicendo “Ma dove’è, dov’è il fantasma”, quando raccontava della sua vita,: “come quando a Salsomaggiore avevo fatto un complimento a una signora…” “con me non attacca mica sa”. Come quando al playboy in erba, rampollo di ottima famiglia d’avvocati, rockettaro, fece cantare un’ecloga virgiliana, la prima, mi pare “Titùre tu patulè recubàns sub tègmine fagi…”, E Gianca la mise in musica, sfruttando la musica di una canzoncina rock. “Hurca,,,,” (commento del Moggio, egli stesso esecutore-violinista, di Mozart, Beethoven, Mendelssohn & Co.”. Parlo del grande Francesco Moggio, ormai “tra i più” (sepolto a S.Daniele del Friuli), considerato un “pazzo”, un “visionario” (ecco le follie di Moggio, diceva il sicuramente geniale Carlo Lazzerini, Livornese, neopositivista logico-“illogico”, dico io, ma…- mia madre “Moggio è impazzito, poveretto…”, la signora del bar che mi conosceva, critico di cinema in erba, “Cossa diselo lu, lo conosse?” “Sì, certo. Il mio prof..” “Per mi quel lì l’è mat”  “Ma signora, guardi che….”. Ancora, poi basta aneddoti, quando voleva spiegare la metrica greca con i legnetti e le percussioni, una baraonda in classe, più che mai, ennesima ispezione (di un’altra si vociferava, con tanto di ispettore inviato – estasiato dalle lezione del “nostro”. Era successo anni prima).  Ora basta aneddoti, cerchiamo di riflettere: per i pedagogisti “Old style” un disastro, una catastrofe,  una sciagura, perché “così non si studia, non s’impara”, sentenziano ignoranti i vetero, magari imbottiti di 3 C(conoscenze, competenze, capacità), allevati al suono dell’ex.ministro post-PCI Giovanni Berlinguer, ma incapaci di apprendere alcunché dalla glottopsicologia (per ex., ma anche dalle neuroscienze) che si apprende meglio coinvolgendo il movimento e comunque tutto il corpo, che se è vero che “docendo discitur” (coinvolgimento degli studenti, con relazioni da tenere etc.), è altrettanto vero che “ridendo discitur”, che si apprende meglio se si può ridere.

Ma i seriosi, impettiti gestori deln”come apprendere e insegnare” non vogliono contaminarsi con altri saperi, pur alla fine del secolo scorso, ma anche nel 2010… Ma c’era anche Don Luigi Gobbato, salesiano malgré lui (amava troppo l’altro sesso…), prof.di storia dell’arte, innamorato della bellezza per la bellezza (l’art pour l’arte, Baudelaire + D’Annunzio) patavino ma toscan-parlante (l’ Dugento, sempre, come Moggio, trentino, ma anch’egli voleva passare per toscano…), formidabile nella sua retorica anche tronfia (era fascista, va’beh, quantomeno non clero-fascista…; qualche anno prima non so commentando quale statua pare abbia detto “in cui si trasfonde lo spirito immortle di Benito Mussolini”) , sembrava il Marquis de Sade(le divin Marquis) redivivo…  Alla sua morte, uno scarno comunicato-necrologio dei Salesiani e della famiglia, quasi si dovesse dimenticare una figura reietta… Non era un Moggio “in formato minore”, no, era altro, come ogni persona (dal latino “persona”, ma la parole deriva dall’etrusco, che non riproduco, perché non sono etruscologo, ma so che con la traslitterazione tutto va bene/nulla è mai corretto…) è diversa dalle altre. Ogni struttura personologica (altri vogliono “personalogica”, ma mi sembra un po’azzardato) ha la sua interezza e “coerenza” anche in quella che altri vorrebbero “mero nonsense”, assurdità, locura/follia, quasi fossero sciocchezze quelle che, comunque, da parte di molta psiconalisi (con tutti i suoi limiti, evidenziati da Antonucci, ma anche da Laing, Cooper, Basaglia, tanti altri), di alcune componenti della psicologia umanistica (da Rogers e Gordon in poi, con tutte le contraddizioni del caso) vengono portate avanti. A Don Gobbato magari, avranno detto “monomaniaco” (del fascismo o della bellezza, non so…; contraddizione flagrante a parte, magari le “fissazioni” sarebbero già due..:). Un suo allievo più vecchio, che l’aveva già avuto come prof. alle medie inferiori, me ne forniva un quadro ben più ricco, ma… Altri prof, invece, osannati, incartapecoriti prima di nascere, ma tromboni al servizio dell’eterno “repetita juvant”, del “se non lo sai, ti frego” (sit venia verbo) hanno lasciato poca traccia, salvo che nelle bacheche di qualche impolverato documento etc.   Gli “eccentrici” sono artisti (intendo ovviamente ogni forma d’arte), ma anche scienziati e filosofi, persino prof (cfr.sopra; ho attinto a repertori non famosi, volutamente), altri, quelli che, deleuzianamente, stanno “nelle pieghe”; ricordo una maschera di cinema, un italo-francese (dove sarai ora, caro Lino, nel grande nulla o nell’empireo?) con le sue battute surreali, sorta di Cochi e Renato in versione casalinga, un artigiano “very strong”(?!?),  persino le rapsodiche eccentricità di qualcuno/a da cui non te le saresti mai anticipate. Viviamo in una società/cultura dominata dalla “normalità”, dal canone della produzione come valore, dell’oziare come orrendo disvalore da colpire sempre e comunque, con ogni mezzo, dell’eccentricità (che gli psichiatri “seri”, quelli à la Cassano-che non è il calciatore…-etichettano di volta in volta come “paranoici”, “paranoidi”; affetti da disturbo bipolare, “schizofrenia paranoica”, che tra l’altro è contradictio in adjecto, ma… quando non sanno sbrigarsela inventano qualcosa di nuovo, di possibilmente vago, generico, magari anche rispetto ai loro stesso schemini, che però serva (a loro, ovviamente), a”sorvegliare e punire”la persona… Ma guardiamo un attimo all’ètimo, avendo parlato di “eccentrici” (tra l’altro questa definizione è la più benevola): ex-centrum (o meglio ex centro, se non poniamo trattini, ossia ex+ablativo; letteralmente = fuori dal centro, ciò che va/sta fuori centro, ciò che non rientra nella “norma”, nell'”ordine stabilito”, nel “quadro regolamentare”). In particolare in Italia, paese di eroi, santi e navigatori, ma ormai sembrano esserci solo “santi”, tra l’altro in un’accezione ben meschina di santità, domina imperturbabile il modello vaticano: “extra ecclesiam nulla salus” (fuori dalla chiesa nessuna salvezza), dove tra l’altro la stessa affermazione di un padre della chiesa, che poteva voler dire “fuori dalla comunità” è stato riletto solo  nel senso della chiesa, immaginate un po’quale, quella “cattolica”: che ormai anche cattolico (dal greco “katholikòs”, i.e.universale) non voglia più dire quanto designava in origine, è vero, restringendosi a “cattolica”, nell’accezione di una chiesa, particolare e non universale, che punisce ferocemente, un tempo anche nel corpo (Sancta Inquisitio, tra l’altro, ma non solo…), ora nella “psiche”, con atroci sofferenze date a eretici un tempo sacerdoti, a teologi della liberazione etc.   In Italia (non solo, ma soprattutto) c’è il centro-destra, il centro-sinistra (ma anche senza trattino) dove la sicurezza (e la salvezza, assicura Pierferdi Casini) viene dal centro, da chi vuole imporre l’ordine, mettendo a ferro e fuoco (in senso reale e/o metaforico) quanto è “scentrato” ed “eccentrico”….     Da due personaggi abbastanza oscuri siamo arrivati a riflessioni generali, spero non troppo generiche.

Eugen Galasso

Pubblicato il: 1 November, 2010
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo