“La psichiatria uccide non solo le persone, anche la cultura” – Eugen Galasso
“La psichiatria uccide non solo le persone, anche la cultura” (Giorgio Antonucci, conversazione privata). L’affermazione è più che mai vera, come dimostrano eventi recenti. Se la considerazione, molto intelligente, come sempre, nell’accezione letterale del termine (intelligere=capire, comprendere), di Antonucci, corifeo dichiarato dell’antipsichiatria, era partita, durante una telefonata, da nuove pubblicazioni su Nietzsche ma anche su altri grandi autori, demonizzati quali “folli” e “pazzi” (si diceva di Van Gogh, ma anche di Artaud, ma ciò solo perché una telefonata non può andare oltre certi limiti temporali), ma pensiamo anche ai pregiudizi contro “matti”, “dementi”, “folli” e tutta la sequela di insulti della catena semantica collegata. Si tratta, per es., di tutti i pregiudizi contro chi ha un pensiero autonomo, diverso da quello dominante, da quello della massa (spesso imposto alla massa, come il cattolicesimo “monarchico” sempre ritornante, in specie con Papa Ratzinger): non a caso il cattolicesimo (non parlo di cristianesimo, perché le altre chiese, già, per la loro pluralità e spesso conflittualità, per le loro teologie diverse e “fatalmente” plurali, garantiscono un approccio problematico e “relativistico”, quello che tanto spaventa il teologo e cardinale bavarese, ex responsabile della “Commissione per la dottrina della fede” – sic, ex- “Sant’Uffizio”…) ha in sé la contraddizione di fondo di nascere dal cristianesimo anche paolino, per cui la nuova religione, è “scandalo per gli Ebrei, follia per i Gentili”, ma, attenzione, è proprio nel cristianesimo, nella cultura cristiana, nella cristianità intesa come realizzazione storica del cristianesimo attraverso le chiese, le “religioni storiche e organizzate”, in quello che Novalis chiama enfaticamente, pur se in buona fede “Occidente cristiano” (espressione nefasta per il dopo Novalis, come sicuramente noto al lettore) che si realizza la più terribile repressione della “follia”. Attenzione:
non che il cristianesimo sia l’unico responsabile della repressione dei “folli” e dei “pazzi” (il “folle” è collocato più in alto, il “pazzo” è invece qualcosa di più pedestre e quello da “legare”, per citare una celebre espressione della polemica basagliana contro la psichiatria tradizionale; per esemplificare, se “il poveretto” viene elettroshockato senza problemi dal prof.Cassano & CO, ciò non avviene a Vittorio Gassman, pur curato per decenni dallo stesso prof… ), ma altrove, per es.in Oriente, le cose avvengono ma ci si scherza un po’, come per es.in un racconto di scrittore indiano su un manicomio sorto, con la scissione tra India e Pakistan, avvenuta dopo la guerra mondiale, proprio sul confine, con le conseguenze grottesche che ne derivano, per questioni nazionali e religiose… Certo che il cristianesimo (storico, però, come cioè si è realizzato, non la religione di per sé, non i Vangeli, semmai in parte “le lettere apostoliche”, anzi meglio le loro interpretazioni) non si è fatto mancare nulla: “pagani”, come la grande filosofa Ipazia, Ebrei, “eretici”, “scismatici”, “streghe”, “libertini”: tutti definiti come “insani” e condannati al rogo, demandando l’esecuzione della sentenza al “braccio secolare”. Ma il pregiudizio, che una volta definiva il “folle” (ossia in realtà chi pensa e vive diversamente dalla “normalità” socialmente e culturalmente imposta) l'”invasato da Dio” – o dagli dèi – poi invece, quando lavoro e produttivismo diventano dogmi santificati e imposti (qui la responsabilità è, però, in primis del calvinismo, più che del cattolicesimo, con la sua teoria della predestinazione) una volta si diffondeva a livello comunitario, con il pissi-pissi-bau-bau, il “detto sottovoce”: “Ma quella è una strega, non vedi?”; “Quel povero pazzo”, “Un demente, bisogna rinchiuderlo”; “Ma non vedi? E’ un anormale!” etc, ora gode pur anche della super-diffusione con il bombardamento mass-mediatico. Talk-shows, trasmissioni TV, magari anche “scientifiche” sono casse di risonanza terribilmente forti. Tipico il caso di Alessandro Cecchi Paone, che manderebbe dallo psichiatra tutti i “maghi”, fattucchieri, chi crede nei miracoli; ritenendo dannosissimo il “mago”-truffatore, chi specuala sul “devozionismo” religioso etc., ma non si può accettare che chi ha saputo coraggiosamente difendere dai pregiudizi anti-gay, come appunto Cecchi Paone, voglia poi “psichiatrizzare” in nome del paradigma scientifico assoluto e assolutista, imposto da dopo il positivismo, voglia poi psichiatrizzare tutti/e – anzi più le donne, notoriamente, da sempre vittime di un patriarcato mai morto – coloro che non si adagiano su tale paradigma, ad esso non ottemperano. Certo, se ci sono truffe in atto, raggiri, malversazioni, bisogna denunciare e procedere per via legale, come è stato fatto, ma con molta lentezza e varie contraddizioni, in alcuni casi, ma ancora una volta, sotto la spinta di una trasmissione TV, quasi sempre utile anzi utilissima, come”Striscia la notizia”, che, a suo tempo, con Antonucci e Laura Mileto – speaker, ha svelato il grande affaire della psichiatria…. Ma la cultura, ancora: a livello “basso”, di informazione spicciola ( ma quanto importante, ahimè!) sciocchezze a bizzeffe e cialtronate contro l’antipsichiatria, come a proposito della rassegna antipsichiatrica veronese, dove un giornale “di sinistra” (o un tempo tale, forse sarebbe più corretto dire così) si è gettato a capofitto nella rete della psichiatria ufficiale, demonizzando chi si batte per i diritti umani, proponendo una vera e propria campagna d’odio contro la “setta” (scrive ancora il giornale un tempo fondato da Antonio Gramsci) di “Scientology”, andando contro la libertà d’espressione e religiosa (roba da integralismo cattolico o “evangelico”), ma anche non considerando il fatto che”Scientology” non fa proselitismo religioso, quando offre il suo (e di Szasz, un ateo) impegno a favore delle battaglie mondiali contro i crimini psichiatrici. Ma anche a livello alto, almeno due esempi: Anna Frank, straordinario esempio di vita e di pensiero, che lasciandoci il suo straordinario “Diario” ci ha consegnato un testimone immortale, una riflessione e una scrittura poetica di molto superiori alla sua età (morì a 15 anni nel 1945, a Bergen-Belsen, lager nazista infame) :parlarne come di una “schizofrenica” (è stato fatto e viene fatto tuttora da alcuni critici) significa allinearsi, con Williamson, Faurisson etc., con chi rivaluta il nazismo e ritiene esecrabile la libertà; se l’esempio della Frank ci tocca, come persone, come abitanti di questo strano pianeta che si profonde in guerre di puro sterminio, in imperialismi economici e politici, perché rivolto contro una giovanissima ebrea-olandese, per anni rifugiata in una casa che non poteva più essere la sua, per finire in un campo di concentramento, non meno inquietante è l’accoglienza che fu decretata nei democratici USA (United States of America) al geniale medico, psichiatra e psicoanalista austriaco Wilhem Reich. Reich, che per certe sue teorie (l’orgone, il pansessismo) può essere certo criticato, rimane però fondamentale: i suoi studi sul carattere autoritario estrinsecato nella prassi, con tic e gestualità, posture facciali etc. , rimane insuperabile, come la sua “Psicologia di massa del fascismo”, la riscoperta del valore fondamentale (pur se da lui quasi certamente sopravvalutato) della sessualità etc. Il fatto è che Reich, di cui parleremo ancora, era stato comunista, ma , divenuto un libertario non anarchico, criticò duramente il “fascismo rosso”, ma certo non era tenero nelle sue critiche agli States dell’ anticomunismo fanatico (maccartismo), del produttivismo folle (taylorismo) e del capitalismo “assoluto”. E il maccartismo gliela fece pagare…
Eugen Galasso
Pubblicato il: 28 November, 2010
Categoria: Testi