Corpo – Forum Università di Udine – Eugen Galasso
Corpo (anche in riferimento a “Corpo”, pubblicazione “Forum-Università di Udine”, senza esserne recensione). Al corpo veniamo sempre ricondotti, volenti e/o nolenti. Anche se ci si vuol porre come gnostici puri, cultori dello spirito e sprezzatori della materia (il rischio di chi scrive, tra l’altro), con il puro pensiero non si campa, neppure nel mondo “etereo” e smaterializzato (ma fino a che punto?) di Internet e della telematica. Basta avere un piccolo disturbo di salute, dal mal di testa alla diarrea leggera per accorgersi che questo “pondus” (se lo consideriamo tale) condiziona anche le nostre capacità d’altro tipo, quelle legate al ragionamento, alla volizione etc. Come ultimamente si rileva, anche in questo volume “multiverso” che raccoglie i contributi del forum in oggetto e appunto dedicato al corpo, colpa della separazione corpo/anima, anzi, poi più modernamente corpo/mente (di anima si parla ormai solo in ristretti ambiti religiosi oppure nella psicologia del profondo di Jung, ma colà assume un significato particolare, diverso da quello platonico poi “innestato” nel cristianesimo e in altre tradizioni diverse). Personalmente leggo Deleuze e Guattari diversamente da come fa, nel citato testo, Rosi Braidotti, perché il loro pensiero (con tutte le riserve sulla pratica clinica di Guattari, però, sempre che siano vere alcune “voci” che però sono più che voci, purtroppo, sull’uso dell’elettroshock e di qualcosa che apparenteremmo al TSO, nelle sue cliniche).
Ma sicuramente è vero quanto dice la Braidotti (pur con l’accennata riserva) quando parla di “vitalismo radicalmente materialista e anti-essenzialista (salvo che anche il materialismo si converte quasi sempre in essenzialismo, credo, n.d.a.), adeguato all’era tecnologica, che non può essere rimosso ulteriormente dall’illusione della moltiplicazione ostinata delle incarnazioni dell’immaginario contemporaneo, tecno-teratologico o cyborg” (op.cit, p.7). Il vitalismo in Deleuze c’è, nei concatenamenti macchinici e nelle macchine desideranti, che fanno rivivere Bergson, non a caso citato e studiato( volume di G.Deleuze “Le bergsonisme”, Paris, 1973), ma Deleuze e Guattari, che si muovono verso direzioni diversissime dall’ “altro metafisico” come dal “materialismo piatto e volgare”, d’altro canto senz’altro non plaudono (come del resto rileva bene la Braidotti) al cyborg della microideologia del “corpo illustrato” e altro. Chiaro che , come rileva Tamar Pitch sempre nel volume citato (pp.27-31) il corpo non può essere “normato”, ma ciò non implica che esso debba essere sottoposto a nuove auto-afflizioni, che sono, per carità, espressioni della libertà dell’individuo, ma libertà che si possono riportare alla moda, alla coazione del gruppo. Più interessante sarà, dunque, seguendo le indicazioni più interessanti delle neuroscienze (altro tema e approccio che in vari contributi emerge, nel libro citato, ma forse dando già per scontata qualche conoscenza di base), quella dei “tre cervelli” (Mc Lean, quello “rettiliano”, “limbico” e “neo-corteccia”) recentemente integrata, però, ed estesa, che però ci dà il senso della filogenesi evolutiva (cioè siamo la ricapitolazione di tutta l’evoluzione umana, in termini più semplici, contro le concezioni miracolistiche, per cui si sarebbe prodotto ex nihilo della creazione di Dio, quasi anche nel Genesi non si accennasse, in termini molto rudimentali, adatti alla cultura del tempo, ad una sorta di evoluzione… ) ma anche quelle che rivalutano le emozioni come ponte necessario per la conoscenza (Gardner, Goleman), recuperare l’impatto della “corporeità”i n senso lato. Assurda e castrante, una società-cultura che, schiava del “redditometro”, imponga anche ai sognatori, ai day-dreamers, ossia a chi sogna ad occhi aperti, “alla luce del sole”, di adeguarsi a parametri assurdamente “regolamentanti”, impositivi. Assurdo imporre che per apprendere si debba stare sempre bravi-immobili-zitti, simili ad un incrocio tra stiliti e monaci, quando invece oggi sappiamo e probabilmente domani sapremo ancora più precisamente ( le neuroscienze sono un work in progress, non hanno “attinto verità” ma le ricercano e chissà quando potranno dire di averle raggiunte) che il cervello è mobile e dinamico come la mente. Tutto il contrario di quanto vorrebbero farci credere i difensori di vetuste psichiatrie più o meno legate, ancora, all’idea assurda di “colpa”e di “peccati originali”. Ecco allora che, senza per nulla cedere a nessun “materialismo” fisicistico, si può dire che il corpo riemerga e possa “esultare” (J.Brel,” La chanson des vieux amants”), quando con i suoi stimoli (si pensi alla paura, emozione principe quanto necessaria, per metterci in guardia dai pericoli) ci sollecita la riflessione.
Eugen Galasso
Pubblicato il: 4 January, 2011
Categoria: Testi