Mass media e psichiatria (la follia non è una spiegazione) – Eugen Galasso


A fine anno, anzi , probabilmente nelle prime ore del quasi neonato 2011, in quel di Carmagnola (Torino), una donna di 38 anni ha ucciso i propri genitori,  dopo che due anni fa, nella notte di Natale “aveva provato a far fuori il marito…Pensava lo tradisse, Claudia. E volle punirlo” (dalla forbita prosa giornalistica di Cristina Lodi, a p.18 di”Libero”del 2/01/2011).  Citando ancora l’ottimo (sia detto senza alcuna irrisione, la giornalista sa scrivere) testo della Lodi, “A dire il vero si tratta di schizofrenia, lo zoccolo più duro”. Ecco: qua iniziano i problemi: il/la giornalista gira attorno alla cosa, enfatizzandola, riprendendo, chiaramente, la diagnosi dei medici del Centro di igiene mentale presso cui la signora (che ora è al reparto psichiatria dell’ospedale “Le Vallette”) era in cura.  Si parla, di “schizofrenia”, seguendo sia il Centro di igiene mentale di Bra sia (ma qui il tempo è stato, forse, troppo breve) per enfatizzare un fatto che, fosse stato compiuto da un “mai ricoverato”, da un/una “normale” sarebbe un puro fatto di cronaca nera, per riproporre una revisione o, per molti (e) del Centro-Destra, cui “Libero”afferisce anche se, forse, da più “libero battitore” de “Il Giornale” (che non leggo mai, lo ammetto, come leggo poco anche “Libero”).  Ora: tutte le statistiche dimostrano che i cosiddetti “malati”, “psicotici” e come variamente siano definiti, non uccidono quasi mai, rispetto a chi è “lucido”, compos sui etc….  Insomma: la premeditazione è quasi sempre la causa, mentre il “raptus” (altra invenzione di comodo) è cosa rara. Ora, però, vogliono cambiare la legge Basaglia, con tutti i suoi limiti (TSO, elettroshock solo limitato, mai eliminato etc.), quando comunque, a livello mondiale (USA in testa) fa comodo cercare il “mostro”, il “folle”; quando invece è meno romantico individuare semplicemente il colpevole, l’assassino…

La donna, poi, è sempre penalizzata: il vecchio pregiudizio di Charcot – ma ripreso dal primo Freud, che da Charcot era molto influenzato- sulle “isteriche” torna fuori sempre, a  ogni piè sospinto… Non a caso almeno nell’80% dei thriller, filmici e letterari, l’assassino è declinabile al femminile, la”psicotica”, cioè. Se la Lodi, giornalista-cronista, sul campo, costruisce la notizia come si è visto, peggio fa Francesco Specchia, il commentatore: acuto e intelligente anche lui, senza dubbio, ma come definisce la “legge 180” detta anche “Basaglia”? “Normativa volenterosa ma sciagurata” (cit., ibidem, articolo a fianco), aggiungendo che “tant’è che lo stesso Basaglia la disconobbe parzialmente”, cosa vera ma non nell’accezione che vorrebbe far prevalere Specchia. Basaglia criticava la legge, ma non per tornare allo status quo ante, bensì per renderla più tollerante, non certo per far rientrare dalla finestra gli orrori buttati fuori dalla porta quali quelli citati…  Sembra opportuno riproporre uno status quo ante di pura detenzione e repressione mascherata da cura per persone non considerare tali?  A Specchia speriamo di no, anche se il suo articolo brillante, pieno di citazioni (cita/non cita/finge di citare, malamente “Psichiatria e antipsichiatria” di Basaglia, butta là i nomi di Laing, Esterson, Cooper, senza discutere nessuna delle loro tesi, se non genericamente, richiama Hitchock, che era un grande regista  ma non uno psicologo né un medico e neppure un legislatore) potrebbe farlo pensare…  In un momento in cui il centro-destra (anzi, forse, senza trattino) vuole una controriforma psichiatrica e l’opposizione è divisa su tutto, prese di posizione come questa sono pericolose, come il finale d’articolo: “(Il risultato) è la consapevolezza, al di là della fragilità dei rapporti familiari, che la pazzia di colui al quali vuoi o hai voluto bene potrebbe ghermirti ogni notte”. Efficace il verbo, ma pericolosamente e capziosamente: a ghermirti sarà l’arto di una persona, se mai, non la “pazzia”…   Tornando poi alla signora, due considerazioni:  A) Peggio il carcere o la detenzione in psichiatria?  Sarà opportuno lasciare la risposta ai lettori, alle lettrici di questa nota; B) La donna  ha chiamato i carabinieri. Le vorremo quindi riconoscere almeno una traccia di ductus di pensiero, almeno? Intenzionale o preterintenzionale, il delitto? Starà ai magistrati e ancor più ai giuristi stabilirlo, non agli psichiatri; C) Perché sono le feste che fanno scattare la violenza? Ci sarà, forse, da riflettere su ciò. Altrimenti, non ci si porrà nessuna domanda sulle cause sociali dei delitti, sulla situazione alienante della vita in famiglia, soprattutto nei “momenti canonici”.   Perché pensare che i sospetti della donna su un eventuale tradimento da parte del marito fossero totalmente infondati?  Spesso anche il rapporto del “malato” con la famiglia è viziato da pregiudizi e incomprensioni aprioristiche. Auguri a tutti/e, ma una risposta a tutti i tentativi di reazione psichiatriche dovrà essere costante e “di massa”, non sporadica  e occasionale.

Eugen Galasso

Pubblicato il: 11 January, 2011
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo