David Servan-Schreiber – Contraddizioni – Eugen Galasso


David Servan-Schreiber, in un bestseller che viene ripubblicato postumo in traduzione italiana, “Anticancer” (2007, Paris, Laffont, 2010 in seconda edizione, completamente rivista e “corretta” come si suol dire, trad. italiana 2008, 2001, Milano,  Sperling & Kupfer, ora ancora su licenza della casa editrice citata by Cairo, Milano, 2012, allegato a “Natural Style”), espone le sue riflessioni ma anche la “prassi terapeutica” seguita dopo la sua esperienza quale malato di tumore cerebrale maligno particolarmente insidioso (una recidiva lo ha condotto alla fine, appunto, a fine luglio 2011). “Neuroscienziato” e “psichiatra” in senso proprio (come tale operava presso varie cliniche universitarie degli States). Psichiatra “umanista” (è un erede della psicologia “umanistica” e “transpersonale” di Maslow, che cita ripetutamente nei suoi libri, contamina la sua “clinica” con lo sciamanesimo, la medicina ma anche la filosofia orientale – e in Oriente i confini tra le due discipline sono da sempre poco netti, talora molto sfumati se non inesistenti), Servan-Schreiber anche in questo libro lascia consigli interessanti e utili, anche ma non solo sul piano dietetico (a parte il riferimento al karaté per i “terminali”, ma la proposta terapeutica è mutuata da un altro studioso) per prevenire e combattere il cancro, ma lo fa come medico e come studioso, non come “psichiatra”, sia detto con chiarezza. E, per essere chiari, la voce dello psichiatra non la sentiamo praticamente mai, se non quando ( a pp. 243-244 dell’edizione citata per ultima, quella del 2012): “Feci semplicemente il mio lavoro di psichiatra: chiesi alla donna quali erano stati gli eventi più recenti della sua vita…Dato che la donna avrebbe lasciato l’ospedale il pomeriggio decisi (sic! Senza meno, lo psichiatra decide, sic est, sic manebit! Nota mia, ovviamente) di sottoporla alla EMDR (é Eye Movements Desensitization and Reprossing, ossia la stimolazione dei movimenti oculari, ancora nota mia)”. Ho ridotto la citazione per ovvi motivi di spazio, ma, dopo la crisi, in cui la paziente, sofferente di disturbi bronco-asmatici, con “sospetta componente psico-somatica” (sic!), durante la quale la signora rievoca la morte del marito per infarto, avvenuta sotto suoi occhi una settimana prima dell’inizio delle sue crisi bronco-asmatiche… Durante l’EMDR il terapeuta le chiede di fissare la terribile immagine continuando a fare i movimenti con gli occhi, la donna lancia un urlo e poi afferma: “E’ tutto finito: l’immagine è scomparsa”. Questo stando, certo, al racconto di Servan-Schreiber, dopo di che (sempre ipse dixit…) le crisi di soffocamento sarebbero sparite e lei non avrebbe più avuto bisogno di ricoveri. Abbellimento di una situazione, auto-apologia del medico-scienziato o…altro? Quien sabe… Fatto sta che, comunque, l'”umanista” decide e fa, sottopone a terapia, una terapia quasi à la Arthur Janov, sostenitore del “Cri primal”, una terapia anche condensata in un vecchio libro, in cui sostiene che il “paziente” si libererebbe dei suoi “disturbi” con un grido liberatore, appunto, primigenio ( “primal” vuol dire questo, “cri”=grido). Ma la signora citata da Servan-Schreiber era stata consultata? Dalla citazione diremmo di no e non si trattava, precisamente, di “acqua fresca”…  Senza voler insistere, sembra che il nostro, grande umanista senz’altro e senz’altro diverso da tanti suoi colleghi (cfr.quanto scritto sopra)anche nei metodi, fosse però, un decisionista, comunque convinto (lo dimostrano altre sue opere) dell’esistenza di “schizofrenia”, “depressione” etc.  Autoinganno, rimanere “a metà del guado”? Non ai posteri ma ai lettori la sentenza, rilevando – con il debito riserbo, anche in considerazione della scomparsa dell’autore – che anche i “grandi” o comunque chi nella formulazioni teoriche  ma anche nell’empatia si dimostra “più avanti” in qualcosa “cede”, però…si rivela meno attento o, almeno, cade in contraddizione…

Eugen Galasso

Pubblicato il: 27 June, 2012
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo