Archive for July, 2012

Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia – Eugen Galasso


Contrariamente a vari documentari recenti sulla questione OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) di taglio giornalistico o anche quasi-storico, di indubbio rilievo, ne gira uno (non ben identificabile quanto ad autori e committenti), che cerca di dimostrare che, tutto sommato, c’è di peggio, anzi di molto peggio. Una musica “carezzevole” quanto insignificante,  decisamente non “problematica” (anche il sound-track, il commento sonoro può esserlo), che, certo, non riesce a nascondere l’esistenza delle sbarre, ma per il resto dà l’impressione di “normalità”, ammesso che quest’espressione voglia dire qualcosa. Non c’è commento parlato, ma per il resto si vede l’ambulatorio, la biblioteca, l’adiacente pollaio (sporchetto, invero; qualunque cosa si voglia dimostrare, qualche volta le immagini tradiscono obiettivi e finalità o almeno li ri-mettono in discussione), poco altro, salvo il rito domenicale (cattolico, ovviamente, non altro) e poco altro. Non proprio un’esplicita apologia (sarebbe anche impossibile, trattandosi di un “documento” non rivendicato con tanto di firma etc.), ma sicuramente un’operazione giustificazionistica.   Da valutare quando queste operazioni “girano”e vengono inviato via mail (è il caso in questione) sono spacciate per documentario che riproduce la “realtà”. “Realtà” è un lemma comunque difficile da definire, ma senz’altro, se ne accettiamo la definizione corrente, la rappresentazione qui riscontrabile è altro, rispetto alla realtà, appunto.

Eugen Galasso

Video in questione nel testo:
http://www.youtube.com/watch?v=T8qB8EFq2dE

Pubblicato il 16 July, 2012
Categoria: Testi

“Sottovuoto” di e con Alice Banfi: VIDEO


Dibattito con Alice Banfi, autrice di “Sottovuoto: romanzo psichiatrico”, e Piero Colacicchi, Maria D’Oronzo, Eugen Galasso.

VIDEO

Alice Banfi



Alice Banfi con Maria D’oronzo



Alice Banfi con Piero Colacicchi



Alice Banfi con Eugen Galasso



Pubblicato il 11 July, 2012
Categoria: Video

Manicomi e località protette per religiosi/e in crisi vocazionali. – Egen Galasso

“Chiunque si adiri con il proprio fratello sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al suo fratello stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”(Matteo 5,22). Breve commento di chi è “credente in altro”, ma ha una formazione anche teologico-esegetica: il “fuoco della Geenna” non è l’inferno (scrivo il lemma minuscolo, non a caso) della tradizione mitologica, genialmente ampliata anche in Dante, ma quella, appunto, è…Mitologia.  Né il “giudizio” è quello universale, ma quello della comunità dei “fratelli”. L’offesa e la violenza erano grave colpa (più che “peccato”…), per il cristianesimo delle prime comunità, quelle il cui pensiero e comportamento è ancora espresso in Matteo o meglio nell’Evangelista cui convenzionalmente si dà il nome di Matteo. Ma dopo…Condanne anche a morte di eretici e pagani (La vergine Ipazia, ma anche gnostici, manichei, monofisiti etc.), “streghe” e “maghi” bruciate/e sul rogo, Crociate, Guerre di Religione. I cattolici forse un po’ peggio degli altri, ma anche gli altri…Lutero, traduttore in lingua moderna dei testi ebraici, era poi anti-semita, sostanzialmente…  Ma guardiamo al lemma “pazzo”. Che cosa hanno fatto le chiese, hanno bandito chi dava del “pazzo” al fratello? No, hanno benedetto (salvo alcune persone, “illuminate”,  che però costituiscono un’eccezione, non certo la regola) manicomi et similia.  Preti o religiosi(e) che entrino “in crisi” vocazionale, che manifestino “passioni del tutto naturali” (ma la chiesa cattolica non le ammetterà mai come “naturali”) vengono, dicitur, ma sembra proprio sia così, “inviate per un periodo di riposo” in “località protetta”, che il lettore può facilmente immaginare quale sia…  “Lugar escondido”, luogo nascosto, celato, in qualche modo a “insane curiosità”. A parte la (invero scarsa) letteratura disponibile sul tema (capiamo anche perché…), si noleggi o veda su qualche canale TV quello strano (e di scarsissimo successo, credo) film di Damiano Damiani che si chiama “Il sorriso del grande tentatore”…  Se ne ricaverà qualche informazione non da poco, anche se il linguaggio è metaforico e un po’ cripitico…
Eugen Galasso

Pubblicato il 8 July, 2012
Categoria: Testi

“L’empatia uno/a non se la dà” – Eugen Galasso


“L’empatia uno/a non se la dà”: potrebbe essere questo, parafrasando una famosa frase di Alessandro Manzoni, attribuita a Don Abbondio, la descrizione di un fatto. Non è facile ascoltare in modo partecipe, non passivo, anzi attivo. Non è facile non continuare a porre domande, interrompendo il ductus verbale o meta-interpretare le dichiarazioni della persona (o del “cliente”, ma mi sembra una brutta definizione made in USA…). Terrificanti, in questo senso, alcune frasi di “terapeuti” (sic!) rogersiani, dove, spesso in modo arbitrario, formulistico, manualistico all’approccio “non direttivo” rogersiano si attribuisce ogni possibile merito…
“Scusi se la disturbo. Volevo solo dirle che nei suoi occhi ho visto empatia vera e vera condivisione dei miei stati  d’animo.
Spero che non sia troppo tardi per me. Avrei forse dovuto pensarci prima. Io credo comunque che lei possa aiutarmi a essere sereno.
Ho sempre diffidato da psicologi e psichiatri ma oggi mi sono confrontato con una persona che mi ha messo a disposizione la propria umanità al di la delle competenze. lei è una persona libera per questo la stimo e quindi la seguirò.
Grazie per non avermi trattato da malato.”
L’umanità, rilevata nell’sms, è il lemma-chiave. Spesso lo psicologo, l’analista, il reflector, chiunque svolta professione/i d’aiuto rimane impassibile, freddo, calcolante (nel senso migliore: attento a formulare un’anamnesi, poi una diagnosi; nel caso peggiore: attento solo al…proprio personale arricchimento), mentre l’uso di tonematica, parole, frasi (chi scrive, come reflector, non può fare domande, ma  solo intervenire “rilanciando” parole o sintagmi-chiave), del non-verbale, quindi della “tonematica corporea”, della prossemica etc. fa la differenza. Ma il tutto “non serve” se non c’è reale interesse (il che non implica identificazione o “simpatia”, parola spesso fraintesa) per la persona e i suoi problemi, le sue istanze, i suoi dubbi etc. ”

Eugen Galasso

Pubblicato il 1 July, 2012
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo