Excursus su Jack the Ripper (Jack lo Squartatore) – Eugen Galasso

La figura di Jack The Ripper (Jack Lo Squartatore) che sembra abbia ucciso cinque (ma il numero è incerto: persino Scotland Yard aveva ventilato la possibilità che fossero fino a 16) donne nel quartiere degradato di “Whitechapel”, a fine Ottocento (1888) rimane uno degli enigmi che appassionano criminologi e, ahimé, psichiatri… Sull’identità del criminale seriale(serial-killer) sono state proposte ipotesi diversissime: sarebbe stato un barbiere, per altri un chirurgo, per altri un parrucchiere, un apprendista chirurgo, un finto medico, in realtà ciarlatano, un macellaio, ancora un “folle” che odiava le prostitute e più in genere le donne (e qui le solite teorie da psicoanalisi d’accatto), un principe ereditario, un sir (baronetto) inviso alla famiglia e alla società etc… Senz’altro, in definitiva, nessuna teoria regge più di un’altra, tanto che qualche giornale, d’estate o in periodi “calmi” (feste natalizie o pasquali, quando non incombe null’altro)pubblicano qualche “scoop” relativo a presunte nuove ipotesi o a (a fortiori solo presunte)nuove rivelazioni. Nulla di che, insomma e allora il tutto rimane consegnato, forse meglio, alla letteratura, spesso capace di descrivere meglio di ogni presunta “scienza” (si pensi a quella pseudoscienza, e spiace usare il termine crociano, che si definisce “psichiatria”…) il carattere e il comportamento umano (meglio sarebbe usare il termine al plurale, però).  Tra i racconti più interessanti dedicati al personaggio e al contesto (la Gran Bretagna ultra-puritana dell’epoca)quello di Robert Bloch, notevole scrittore “thriller” e “horror”.
Tra le sue opere più famose una trilogia dedicata a “Psycho”, dal cui primo libro Alfred Hitchcok trae nel 1960 il capolavoro filmico omonimo, che solo sommariamente si potrebbe riportare alla cosiddetta “schizofrenia”, mentre in realtà il finale è da “opera aperta”, “American Gothic” (Gotico Americano), vari racconti dedicati al voodoo e altro ancora, ma certamente quella per Jack the Ripper è stata la figura che ha appassionato maggiormente l’autore. Segnalo, senza alcuna volontà di “soluzione”, che il racconto “Yours Truly, Jack the Ripper” (Cordialmente, Jack lo Squartatore) (1) dell’ormai lontanissimo 1943, formula un’ipotesi (narrativa, non psichiatrica, ma psicologicamente e -ripeto-non “psichiatricamente”, molto interessante) che non  svelerò, per lettrici e lettori che eventualmente ritrovino il testo, ma che ha a che vedere con la psichiatria in azione…, per così dire. Un rovesciamento che serve l'”effetto sorpresa” più che il climax (il crescendo, se volete) della”suspense”, per dirla con sir Alfred il grande regista, ma che, leggendo attentamente il dialogo, non è poi così “fuori fase”. Non posso dire di più, ma segnalo il testo anche al carissimo amico Dott.Antonucci, ispiratore  e mentore di questo sito. Sempre che non l’abbia già letto, naturalmente…
(1)R.Bloch, Yours Truly, Jack the Ripper, Weird Tales e in italiano, in A.Hitchcock(a cura di), I maghi del brivido, Milano, RIZZOLI-AMICA, 1990,  pp.170-196
Eugen Galasso   

Pubblicato il: 14 October, 2013
Categoria: Testi

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