Ray Bradbury e la duplicità dell’essere umano – di Eugen Galasso

“Siamo tutti misteri di luce e di buio”: così, in una lettera del 10 giugno 1974 di risposta a un lettore a proposito di Walt Disney (vexata quaestio da sempre, negli States, anche per l’impatto sociologico e “psicologico” sulle persone e le dinamiche di gruppo-identificazione con l'”eroe medio” e simili, omologazione etc.), “riscoperta” e tradotta ad hoc in un quotidiano,  il grande scrittore Ray Bradbury (1920-2012), partendo dal “caso Walt Disney” universalizza una riflessione che vale senz’altro, per demolire ulteriormente i dogmi psichiatrici. I comportamenti umani, i “misteriosi atti nostri” (Federigo Tozzi) sono qualcosa di imponderabile, che è irriducibile (pur se Bradbury si guarda bene dal parlare di ciò) a presunte “malattie psichiche”, a “traumi invalidanti”(che esistono in campo fisico, segnatamente in osteopatia, non nell’ambito della psiche) a qualcosa di “raddrizzabile” come le ossa. Dice Bradbury, in un  passaggio, quello che dice/ci dice in tutte le sue opere, ossia che “Siamo tutti misteri di buio e di luce” (concetto che è già, almeno, nei Tragici Greci, in Shakespeare, Baudelaire, Dostoevskij, per non dire di teorici quali Machiavelli, Hobbes,  De Sade). Non interessa qui, in alcun modo, riflettere su quanto Bradbury pensasse della psichiatria, ma è importante considerare che, invece, vale la considerazione fondamentale espressa da Bradbury stesso sulla duplicità dell’essere umano, “Jekyll e Hyde alla stessa maniera”, anche se con modalità alterne/alternate.  Nulla di che, nessuna “schizofrenia” ma un richiamo dostoevskijano (esemplifico, riduco all’essenziale) fondamentale, appunto: “siamo tutti misteri di luce e di buio”, dove l’intervento di  “truppe addette alla salute psichica” chiaramente non ha senso, come non ha senso, credo, l’istituzione di alcuna truppa, mai, se non di un esercito popolare che nasca dai desideri (non da quelli instillati, però) del popolo in situazioni di reale emergenza.
Eugen Galasso

Pubblicato il: 27 April, 2014
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo