“Se mi ascolti e mi credi” la vita di Giorgio Antonucci. Il dottore senza camice
“Chiunque può andare a vedere: quei posti non sono cambiati.”
Video : https://www.youtube.com/watch?v=bzFjERwhGOs&feature=youtu.be
Il film sarà in programmazione su Rai Storia, lunedì 26 giugno alle 23, nella Giornata Mondiale Contro le Torture.
Progetto: Laura Mileto
Regia: Alberto Cavallini
Attori: Francesco Borchi, Francesco Ciampi, Giusy Merli, Sergio Forconi e tanti altri.
Pubblicato il 21 June, 2017
Categoria: Notizie
Se mi ascolti e mi credi. – Docu-film sul lavoro di Giorgio Antonucci
Lunedì 26 giugno 2017 dalle ore 23:00 Rai Storia
Trama
Un docu-film su Giorgio Antonucci. La sua vita, le sue battaglie contro il disumano trattamento dei ricoverati nelle istituzioni psichiatriche, ospedaliere e territoriali, contro lo status quo, contro il lassismo e l’oblio dei pazienti “scomodi”.
Una parte di questo documento fatto di interviste a Giorgio che sono più che altro delle chiacchierate con l’uomo straordinario e umanitario che egli è.
E un’altra parte fatta di stralci di vita sceneggiata e messe in scena, dove lo troviamo negli anni settanta a tu per tu con il lavoro e le crudeltà perpetrate da suoi colleghi cinici e per niente memori di quel giuramento di Ippocrate dove in un passaggio dice: “Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati e mi asterrò dal recar danno e offesa….” Vedremo le offese e il danno recato, vedremo un giovane Antonucci battagliero, determinato a guarire le offese che uomini come tutti noi hanno perennemente subito.
Regia di
Alberto Cavallini
Sceneggiatura di
Alberto Cavallini e Laura Mileto
Pubblicato il 3 June, 2017
Categoria: Notizie
“Thank you for being a champion of human rights.” Dottor Giorgio Antonucci – Riconoscimento dell’Assemblea legislativa della California
Il dottor Giorgio Antonucci il 26 febbraio 2005 ha ricevuto a Los Angeles un riconoscimento Certificate of Recognition, dell’assemblea legislativa della California consegnato ad Antonucci dal membro del parlamento Paul Koretz, per la difesa dei diritti umani attraverso il lavoro a favore dei pazienti psichiatrici. Nell’attestato di riconoscimento c’è scritto: “Thank you for being a champion of human rights.”
Pubblicato il 27 May, 2017
Categoria: Notizie
Conversazione su Basaglia – Giorgio Antonucci e Maria Rosaria D’Oronzo
Audio : https://youtu.be/OrpnoR-YBGw
Pubblicato il 23 May, 2017
Categoria: Notizie
La chiave comune – di Giovanni Angioli – Presentazione
Giovedì 18 maggio
alle ore 20.30
presso la Libreria “Il Secondo Rinascimento”
via Porta Nova 1/A, Bologna
LA CHIAVE COMUNE
Editrice La Mandragora
Interverranno:
Giovanni Angioli, autore del libro, già coordinatore del Reparto Autogestito, Istituto “Lolli”, Imola
Sergio Dalla Val, psicanalista, presidente Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna
Maria Rosaria D’Oronzo, psicologa, presidente Centro Relazioni Umane, Bologna
Massimo Golfieri, fotografo, documentarista dei luoghi del disagio
Carlo Marchetti, ricercatore, direttivo Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna
Anna Ortolani, sociologa, ASP Imola
Pubblicato il 7 May, 2017
Categoria: Notizie
Intervento del dottor Giorgio Antonucci al dibattito dei Radicali Italiani sulla riforma restrittiva del Trattamento Sanitario Obbligatorio
“Continuare a mantenere il TSO significa continuare i manicomi.”
http://www.radioradicale.it/scheda/505107?i=3694053
Pubblicato il 7 April, 2017
Categoria: Notizie
Elettroshock: trauma o terapia? – Eugen Galasso
A proposito dell’ “amnesia post-traumatica” vari manuali di psicologia (non di psichiatria, attenzione!) rubricano ancora tranquillamente quale trauma l’elettroshock, senza prendere posizione su questa “modalità terapeutica”, quasi fosse “data da Dio” o comunque da accettare o almeno da non mettere in discussione, quale datità terapeutica necessaria/inevitabile. Una cosa è, evidentemente, prendere atto di un fatto (l’elettroshock alias “terapia elettroconvulsiva” viene purtroppo ancora praticato in varie strutture pubbliche e private, soprattutto private), altro è non voler prendere atto della questione, non volerla mettere in discussione, non volerla criticare (classica viltà di ambiti scientifici e ordini professionali concorrenti, simili ma evidentemente non sovrapponibili, non uguali). Le evidenze terapeutiche, in questo caso, vengono bypassate/eluse, a favore di una normatività sociale che passa ancora per la condanna/punizione del “diverso”, ossia di chi pensa e agisce in modo non conforme a modelli accettati quanto subdolamente imposti. Sembra che la lezione di Giorgio Antonucci non sia stata accolta o meglio sia stata espunta-forclusa per “quieto vivere” ossia, in buona sostanza, per viltà. Eugen Galasso
Pubblicato il 4 April, 2017
Categoria: Notizie
sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( VI parte)
Gli occhi
gli occhi
gli occhi
non li vedono
Gli occhi
gli occhi
gli occhi
non li vedono
non li hanno mai visti
altrimenti non ucciderebbero
La mia disperazione
è cominciata
allora
quando per la prima volta
ho guardato negli occhi
Impossibile
vivere
senza urlare
finchè la gola resiste
Impossibile
vivere
senza
urlare.
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Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho sfegiato il sergente
ma dico sul serio
avrei voluto ucciderlo
avrei voluto ucciderlo
e l’ucciderei ancora
se potessi
se potessi
Quando mi hanno portato
qui dentro
piangevo di rabbia
Quando mi hanno portato
qui dentro è
piangevo di rabbia
E ancora la rabbia da anni
mi brucia le viscere
e mi consuma il cervello
e ancora
la rabbia
la rabbia
da anni
da anni
mi brucia
le viscere
e mi consuma il cervello
Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho sfregiato il sergente
E ancora la rabbia da anni
mi brucia le viscere
e mi consuma il cervello.
Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho tirato un coltello
in direzione del sergente
in direzione del sergente
in direzione del sergente
ma purtroppo
ma purtroppo
ma purtroppo
non l’ho preso
ma purtroppo
non l’ho ammazzato
Dovevo ucciderlo
Dovevo ucciderlo
Dopo tre giorni di consegna
perchè non avevo la divisa a posto
ho tirato il coltello
in direzione del sergente.
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La testa fra i ceppi
Li hanno modellati
per i pazzi
a forma
concava
sul modello del cranio
Certamente non possono
essere precisi
Ce ne vorrebbero
troppi
Ce ne vorrebbero
a molte dimensioni
Bisognerebbe tagliarli
con curvature
diverse
Non so se m’intendi
il nostro
lavoro
è un pò complicato
Però io non c’entro
sono
un semplice
sorvegliante
io faccio il mio mestiere
faccio il mio mestiere
e basta!
Ma anch’io ho una testa
per riflettere!
Anch’io
ho un’esperienza
Sono qui da vent’anni
e so
molte cose
Bisognerebbe tagliarli
con curvature
diverse
Non so se m’intendi
il nostro
lavoro
è un pò complicato
Si tratta
di matti!
La testa
capisci?
La povera
testa
malata!
Mi parlava
con aria competente
con atteggiamento da lunga esperienza
con qualche
sguardo
malizioso
con occhiate
d’intesa
La testa
capisci?
La povera
testa
malata!
Se vieni
ti porto
a vedere
ti porto
a vedere
Vincenza
“la nostra
bimbetta”
La chiamiamo così
in modo affettuoso
perchè ci fa pena
perchè l’abbiamo
accolta
qui
da bambina
aveva
quattro anni
Ebbene è malata
è molto malata
ti porto a vedere
vedrai la sua cella
vedrai che è legata
La testa fra i ceppi
a capo del letto
E poi se la sleghi
(ci abbiamo provato!
ci abbiamo provato!)
ti guarda impaurita
(lo sai non capisce)
e cade per terra
e batte la fronte
e grida
e non parla
Mi ha detto il dottore
(un grande scienziato
un grande scienziato
che sa quasi tutto)
tenetela ferma!
perchè la slegate?
Ha male qui dentro
Ha male alla mente
Ha male al cervello
tenetela ferma
tenetela fissa!
Guardate il suo sguardo
Lo sguardo è smarrito
Ha male qui dentro
Ha male alla mente
Ha male al cervello
tenetela ferma
tenetela fissa!
La testa fra i ceppi.
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A Primo Levi
Come fai a dire – proprio tu che ne sei stato vittima –
Come fai a dire
che sono parole
che sono opere
non più comprensibili?
Tu dici: Auschwitz non è in noi
Io dico: Noi siamo Auschwitz
Anche noi
Anche noi
Siamo diligenti
Siamo tranquilli
Siamo volgari
Siamo piatti
Siamo indifferenti
E non è l’ira
non è la collera
che ha capovolto
il comandamento
– Tu non ucciderai!
E non è l’ira
non è la collera
che ha capovolto
il comandamento
– Tu non ucciderai!
Continuiamo a vivere
Continuiamo a vivere
sugli esclusi
proprio come Stark
proprio come Heidegger
proprio come Faulhaber
proprio come Eichmann
Continuiamo a vivere
continuiamo a vivere
sugli esclusi
E per me
E per te
E per tutti
risuona
ancora
risuona ancora
La tragica denuncia dell’Apocalisse
– Poichè tu non sei
nè caldo
nè freddo
io ti vomiterò –
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Eppure noi qui dentro
non possiamo far altro che rantolare
mentre voi ci strozzate.
Pubblicato il 15 March, 2017
Categoria: Notizie
sono nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie ( V parte)
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La vita per cui sei nato
Ti spiegherò io
come funziona
la fabbrica
e sicuramente capirai
e capirai senz’altro
che la tua vita è quella
che quella è
la tua vita
la vita per cui sei nato
D’altra parte
non hai altra scelta
d’altra parte
non hai altra scelta
a meno che tu
non voglia
ribellarti
ma non te lo consiglio
a meno che tu
non voglia
ribellarti
ma non te lo consiglio
Potresti essere solo
Poresti essere ridicolo
tutti ci stanno e tu no:
pensa
che vergogna
che disagio
ti porterebbero
via
al manicomio
Ti spiegherò io
come funziona
la fabbrica
e sicuramente capirai
e capirai senz’altro
che la tua vita è quella
che quella è
la tua vita
La vita per cui sei nato
D’altra parte
non hai altra scelta
d’altra parte
non hai altra scelta
a meno che tu
non voglia
ribellarti
ma non te lo consiglio
a meno che tu
non voglia
ribellarti
ma non te lo consiglio
perchè sono ancora
continuare
a esserlo
nei limiti del possibile.
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Tensione interna nella testa e nelle membra
Ansia
Capogiro
La morte intravista con paura
e vagheggiata con gioia
Violento desiderio di vivere
e profondissimo desiderio di riposo.
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Se esco da questo squallore
da questo squallore senza nome
da questo squallore
da questo squallore
siamo giovani vecchi bambini
tutti senza futuro
tutti ammassati
tutti isolati
tutti senza futuro
tutti senza tempo
tutti senza futuro
tutti vuoti
Li hai visti i manichini?
Li hai visti come sono?
Li hai visti come sono?
Specialmente la sera
Specialmente la sera
quando sembrano ancora
più vuoti
quando sembrano ancora
più vuoti
nella luce finta
nei bagliori delle insegne
che s’accendono
che si spengono
che s’accendono
che si spengono
come i ritocchi
di una campana
che t’impedisce
di dormire
Se esco da questo squallore
da questo squallore
Se esco fuori
finalmente
finalmente
nel nulla
Voi direte: gesto insano
di un pazzo
fuggito
dal manicomio
Io non so perchè il sole
non scappa
Come fa a sopportarvi?
Come fa a sopportarvi?
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I miei occhi non vedono
Le mie labbra
Le mie labbra
Le mie labbra tremano
e loro colpiscono ferocemente
Se la testa mi duole
Se la testa mi duole
Se la testa mi duole
le mie labbra tremano
e loro colpiscono ferocemente
Se non grido mi picchiano
e se grido
e se grido
Se la gola si stringe
Se la gola si stringe
Se la gola si stringe
Se la gola
Se la gola
Se la gola si stringe
non solo loro che strozzano
Mi strozzava l’angoscia
capisco
capisco
capisco
Ma non posso parlare
Io non so che succede
Non ricordo che cosa
Se potessi
Se potessi
Se potessi spaccare
la mia fronte
correrei contro il muro
e sarebbe un sol colpo
nella cella di pietra
dove vivo da anni.
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Non dobbiamo
leggere
la storia
con animo
con la disperazione
col furore
con la rivolta
Dobbiamo leggerla
con le passioni
che ci consumano.
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L’ordine è uccidere
uccidere sempre
uccidere in qualunque condizione
uccidere tutti
uccidere gli ebrei
uccidere gli slavi
(ci vorrà molto tempo per sterminarli tutti!)
uccidere i comunisti
uccidere i disertori
uccidere gli incerti
(il dubbio è delitto contro il partito!
il dubbio è una debolezza imperdonabile!)
L’ordine è uccidere
uccidere sempre
uccidere in qualunque condizione
uccidere tutti
E noi uccidiamo
E noi uccidiamo
E noi uccidiamo tutti
E noi uccidiamo in qualunque condizione
ho sparato
ho sparato
ho sparato e continuo a sparare
anche se la testa mi duole
anche se la testa
anche se la testa
anche se la testa mi duole
Se la testa mi duole
22 Ottobre 1941
Dopo la ricognizione delle strade
effettuata personalmente dal comandante
della prima brigata
fanteria SS.
le unità proseguono
la marcia
in direzione Konotop.
Le condizioni delle strade
continuano
continuano
continuano a mantenersi
eccezionalmente cattive
Anche se la testa mi duole.
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Pubblicato il 11 March, 2017
Categoria: Notizie
nata sotto un sole nero (Giulia) – Giorgio Antonucci – Poesie (IV parte)
Se tu batti un colpo fuori tempo
(come il timpanista bizzarro) tutti
gli altri ti saltano addosso come
tigri, e tu devi sperare che ti
sbranino nel minor tempo possibile.
Non importa se quel colpo fuori tempo
era proprio quello che ci voleva.
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La prima volta ho fatto il saluto
e mi sono messo a ridere
e mi hanno sbattuto in carcere
La seconda volta ho fatto il saluto
e mi sono messo a ridere
e mi hanno sbattuto in manicomio
Ora dopo tre anni di manicomio
continuo
a fare il saluto
e a ridere
Dicono che sono pazzo
Invece i sani di mente
continuano
a fare il saluto
senza ridere.
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Attimo per attimo dubitavo di me stesso
fino a ridurmi al silenzio.
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Ero troppo malinconico
Indifferente a tutto
Ma cinque giorni
di cura
mi sono bastati
Ero troppo malinconico
Indifferente a tutto
Ma cinque giorni
di cura
mi sono bastati
Una cella di cemento
un letto puzzolente
una ciotola di legno
un pigiama giallo
un cortile per la passeggiata
Ero troppo malinconico
Indifferente a tutto
Ma cinque giorni
di cura
mi sono bastati
Ero troppo malinconico
Indifferente a tutto
Ma cinque giorni
di cura
mi sono bastati
Ho strozzato il guardiano
Gli ho stretto la gola
Erano anni che non provavo
una gioia così grande
Erano anni che non provavo
una gioia così grande
Ero troppo malinconico
Indifferente a tutto
Ma cinque giorni
di cura
mi sono bastati
Ero troppo malinconico
Indifferente a tutto
Ma cinque giorni
di cura
mi sono bastati.
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Le mie passioni mi hanno fatto vivere e le mie passioni mi hanno ammazzato. J.J. Rousseau
Le continue pericolose incertezze della coscienza tra l’incontro sempre rinnovato coi più difficili problemi della vita pratica e le tentazioni della fuga nell’immaginario fino all’inattività più completa, o le tentazioni della rivolta furibonda fino alla violenza più feroce e incontrollata. Da una parte la soffocazione e l’oppressione sociale sempre più intollerabili dall’altra le grandi complicazioni della vita interiore.
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Un cavallo nel cielo
l’ho veduto sul serio
Ma non c’erano allora
in quel grande momento
e non mi hanno creduto
Ma non c’erano alora
in quel grande momento.
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Incontro al manicomio di Volterra
Avevo otto anni
otto anni
otto anni
quando mi hanno sbattuto
qui dentro
quando mi hanno sbattuto
qui dentro
con la violenza
E ora quanti anni hai?
E ora quanti anni hai?
Minuto per minuto
Ora per ora
Giorno per giorno
Le notti a occhi spalancati
I giorni senza fine
Le notti a occhi spalancati
i giorni senza fine
E’ passato troppo tempo
E ora quanti anni hai?
E ora quanti anni hai?
Le notti a occhi spalancati
I giorni senza fine
Le notti a occhi spalancati
I giorni senza fini
E’ passato troppo tempo
Ma non li hai contati
i tuoi anni?
E perchè avrei dovuti contarli?
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Diverse volte ho sognato una parete
tutta bianca – ma era una vera parete
impenetrabile o era un fascio di luce? –
e davanti ad essa mi trovavo completamente
disorientata e cadevo in una paura tremenda,
che mi abbandonava solo al risveglio.
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Tra la panca
inchiodata
e le mure
umide
mi portano
la ciotola
di legno
Non corro
con la testa
contro il muro
perchè la cella
è troppo corta
per fracassarmi
perchè sono in due
perchè sono più forti
Non corro
con la testa
contro il muro
Troppe volte
la testa mi doleva
le forze non mi bastavano
la voce
che non c’era
la voce
che non usciva
dalla stretta della gola!
la voce
che non usciva
dalla stretta della gola!
tolto mia sorella
che viene durante la notte
tolto mia sorella
che viene durante la notte
e nessuno lo sa.
Nessuno
può togliermi
mia sorella!
mi portano
la ciotola
di legno.
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Forse avevo paura
già da prima
Forse avevo nemici
già da prima
Forse ero distrutto
già da prima.
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Pubblicato il 9 March, 2017
Categoria: Notizie