“Les structures psychologiques du fascisme” – Recensione – Eugen Galasso
Edito da Andrea Chersi negli anni Ottanta (il volumetto non reca alcuna indicazione di data, peraltro), questo “Le strutture psicologiche del fascismo” (“Les structures psychologiques du fascisme”), pubblicato per la prima volta in “Critique sociale”, rivista di cultura a indirizzo relativamente “di sinistra”, tra novembre 1933 e marzo dell’anno successivo (ricordo ai lettori che la Francia ovviamente non era ancora occupata, anzi era ancora in preparazione l’esperimento, per certi versi fecondo, del “Front populaire”, coordinato da Léon Blum e interrotto dalla vittoria della destra nel 1938, con Daladier), non è certamente l’opera più significativa del grande autore, pensatore (“Le lacrime d’eros”) e scrittore (“L’azzurro nei cielo” e “Mia madre”) francese, ma ciò non significa che essa non sia emblematica di un pensiero non isolato e di un’epoca. Bataille cioè, esaminando sia il fascismo sia il nazismo (chiamarlo nazionalsocialismo, come voleva denominarsi, farebbe torto al socialismo, perché di socialista, dopo l’espulsione di Strasser, il nazismo non ha nulla, dove qualche statalizzazione era stata fatta solo a fini bellici, ma anche al socialismo nazionale di Fichte o di Lassalle, per citare solo alcuni nomi, per non dire ovviamente del resto…) coglie quanto solo pochissimi (Wilhelm Reich, tra gli altri, da punti di vista lontanissimi da quelli di Bataille, peraltro, da quelli cioè di un freudiano di sinistra, anche “marxista”, se pure critico e di uno studioso che si muoveva verso lo studio della complessità delle interazioni tra mente e corpo, non certo nell’accezione spesso moralistica della “psicosomatica” attuale) avevano individuato, cioè il fatto che il fascismo, includendo anche il nazismo (idem in Reich, nel suo “Psicologia di massa del fascismo”), esprime reali bisogni della persona, quei bisogni che il “buon senso borghese” rèlega nell’ambito dell’irrazionale, quelli che invece Bataille qui e altrove, da buon nietzschiano definisce “eterogenei” rispetto alla società e alla cultura dominanti.
Pubblicato il 3 October, 2010
Categoria: Testi
In ricordo di Sandra Mondaini in televisione – Eugen Galasso
Lo scorso 21 settembre è morta Sandra Mondaini, attrice e persona che ha dato molto al mondo dello spettacolo e non solo. Era nota positivamente anche presso italofoni “non italiani” (un amico albanese, per es., l’apprezzava moltissimo). Una rete Mediaset (ma poteva essere RAI, la 7 o chissà quale altro canale) la commemora dedicando gran parte della trasmissione (che non ho potuto seguire integralmente) all’intervento di Giovan Battista Cassano, primario di psichiatria alla Clinica Universitaria di Pisa e notoriamente “mago della depressione”. Sarebbe forse stato più opportuno ricondurre il tutto alla questione esistenziale (la Mondaini sola senza Vianello, dove un mediatore familiare o relazionale, per non dire della presenza di un Giorgio Antonucci, che invece la televisione ignora, colpevolmente, anche in occasione della – quasi- recente biografia dell’esperienza basagliana avrebbero detto molto meglio del “ras dell’elettroshock”). Cassano, per carità, esperto comunque di comunicazione, ha assunto toni adeguati alla circostanza: mesto, impeccabile anche nel vestito e nella mimica-gestualità, cosa che non gli riesce difficile, ovviamente, per nulla polemico (con chi, poi, non essendoci contraddittorio?) ha parlato della depressione della Mondaini ma anche della comorbilità, ossia della compresenza di fattori organici (il tumore), dove la sua visione meccanicistica e riduttivistica della psiche umana trapela chiaramente.
Pubblicato il 25 September, 2010
Categoria: Testi
Pat Frank ” Addio Babilonia” – Recensione – Eugen Galasso
Pat Frank, Addio Babilonia, Milano, Mondadori, Urania Collezione, N.091, 2010.
Il libro è un romanzo, per nulla di “fantascienza” di 51 anni fa, titolo inglese originale: “Alas, Babylon”, ispirato dai versetti biblici, sia veterotestamentari sia dell'”Apocalisse” attribuita all’apostolo Giovanni, sulle rampogne contro la “meretrix Babylonia”, appunto. La storia è quella di una cittadina della media Florida, sottoposta al disastro nucleare. Rifugi, sopravvivenza, storia controfattuale, cioè di come sarebbe andata se il “Day” (semplicemente day, giorno, nel testo). Il tutto raccontato senza punte di anticomunismo fanatico, à la Mc Carthy e à la Goldwater (il primo leader dell’anticomunismo fanatico del dopoguerra, il secondo candidato repubblicano dell’ala destra alle elezioni presidenziali USA del 1964 contro Johnson) perché Frank era un liberal, ossia un democratico di sinistra, consulente di Kennedy, autore, anche, nel 1962 di un saggio su “Come e perché sopravvivere alla bomba”; ma il libro ci può servire ad altro, cioè a identificare la “follia” (quella sì, anche senza virgolette, direi) dei poteri e delle superpotenze, quando, dal Secondo Dopoguerra agli anni Ottanta, almeno fino al’86 del Novecento, tutto si reggeva sul’ “equilibrio” del terrore , con il pericolo che qualunque cosa, magari un errore umano o anche tecnico, provocasse la catastrofe.
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Pubblicato il 19 September, 2010
Categoria: Testi
Stampa e regime – Eugen Galasso
So che esiste, ma non so come sia fatta, da non-aderente al Partito radicale, ma il nome è sicuramente azzeccato: “Stampa e regime” è una rubrica di “Radio Radicale”, che propone una rassegna stampa commentata, di più non so. Ma il concetto è quanto conta: sia di carta (per chi, pasolinianamente, ama il frusciare della carta, la sua “sensualità”) sia on line, la stampa, a differenza della TV, dovrebbe servire a riflettere insieme con i lettori, invece di dare risposte precostituite. Ma la funzione della stampa sembra invece essere quella di servire al potere/ai poteri (regime-regimi). Una dimostrazione lampante di ciò viene dal commento su “Repubblica”, edizione fiorentina, di martedì scorso, 14 settembre, alla mostra-convegno sull’antipsichiatria. A parte la solita demonizzazione di “Scientology”, presentata come lucratrice, interessata al solo accaparramento di denaro (la Chiesa cattolica anche per”Repubblica”, emanazione laicista-massonica, azionista etc., sembra essere l’unica istituzione “santa”, mentre ogni altra religione e/o chiesa – notoriamente trattasi di cose diverse…- sarebbe corrotta), il giornale di De Benedetti sceglie di omettere i crimini della psichiatria, dando voce a presunti psichiatri “buoni” e “moderni”, contro chi invece, come un protagonista assoluto dell’antipsichiatria, Giorgio Antonucci, sostiene invece, a ragione, la funzione di controllo repressivo che la psichiatria, “vecchia” o “moderna”, svolge a favore dei poteri, appunto.
Pubblicato il 16 September, 2010
Categoria: Testi
Un fatto accaduto a Bologna, grave. – Eugen Galasso
Solidarietà e Apello contro il T.S.O.
Ieri è stato effettuato, presso San Vitale, un TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) di un cittadino inglese, senza alcuna condizione “opportuna” (chi scrive, sarebbe comunque contrario al TSO, tout court), essendosi rifiutato lo psichiatra consultato di firmare per il TSO (non ne ravvisava le condizioni necessarie). La psicologa dott.Maria D’Oronzo, tra l’altro coordinatrice del “Centro di relazioni umane” e del relativo sito (il nostro, quello per cui scrivo anche questo piccolo contributo), avendo cercato di distogliere le troppo solerti forze dell’Ordine (PS), con argomentazioni solide quali quelle esposte sopra, facendo inoltre presente che il cittadino inglese, palesemente in condizione “alterata” per alcolismo, voleva parlare con sua moglie e non richiedeva alcun TSO, è persino stata denunciata dagli agenti di PS. Chi scrive ritiene (non è piaggeria) che le forze dell’ordine svolgano e possano-debbano svolgere una funzione importante nella società, per prevenire reati. Non sembra, però, che la condanna senza appello che è il TSO sia una condizione ideale, non sembra che la condizione opportuna e necessaria per realizzare la “salute pubblica” (o almeno la relativa quiete) passi per un internamento.
Pubblicato il 10 September, 2010
Categoria: Testi
“Antipsychiatrieverlag” Casa editrice antipsichiatrica tedesca – Eugen Galasso
Che in Germania esista un movimento e una casa editrice dichiaratamente antipsichiatrica (Antipsychiatrieverlag, Berlin, by Peter Lehmann) è già oltremodo sintomatico. Letteratura specialistica, qualificata, di settore e di movimento. Ormai l’antipsichiatria , anzi il movimento antipsichiatrico è diffuso ovunque, ma dovremmo dire che non dappertutto ha un seguito costante: in Italia – è più che una supposizione – a “giocare contro” è anche l’atavico autoritarismo, di origine militar-burocratica (una volta era la Prussia “l’universal caserma”, come diceva Vittorio Alfieri, ma con la tradizione fascista-savoiarda- borbonica il “cadeau” è ormai italiano…) e clericale (una sola religione veramente riconosciuta, nonostante il Nuovo Concordato del 1984 ne ammetta “munificamente” anche altri…- che tratta i propri preti in crisi in modi quantomeno spicci…).
Pubblicato il 9 September, 2010
Categoria: Testi
Antipsychiatrie-Lehmann- Recensione- Eugen Galasso
Che problema recensire un libro! Chi scrive lo sa per esperienza. In particolare, se si tratta di libri collettivi (collettanei), c’è sempre qualche autore (autrice) che si sente escluso(a), magari perché gli si è dedicata una riga in meno. Nel caso in questione, invece, grazie al cielo, essendo il libro assolutamente “mirato” a un fine, cioè dimostrare che si può, anzi si deve, “Psychopharmaka absetzen” (lasciar da parte gli psicofarmaci, è il titolo del libro, Berlin, Lehmann Verlag, 2009-dove Lehmann è il curatore del volume stesso nonché autore di un contributo), magari non rinunciandovi ex abrupto, cioè a dire di punto in bianco, ma – molto meglio, in realtà – gradualmente. Se l’appendice del volume ci dà una descrizione-classificazione degli psicofarmaci, con inclusi i nomi commerciali dei “medicinali”: neurolettici (quasi tutti sono in questa categoria), ” profilattico-riabiltativi”, antidepressivi, tranquilizer, stimolatori psichici, antiparkinson, dove complessivamente potremmo dire: “se li conosci, li eviti”. Ma sono le testimonianze personali, cioè a dire di persone passate per il dramma della “malattia psichica” (meglio diremmo: di quelle condizioni “critiche” che vengono diagnosticate come tali), corredate da peraltro da saggi di studiosi (segnalo quelli più teorici di Klaus John e di Bob Johnson, ma anche il saggio-testimonianza di Pino Pini, antipsichiatra toscano, che segnala come un comune toscano abbia obbligato una persona con “lieve handicap intellettivo” ad assumere psicofarmaci “per curarsi” onde poter essere reintegrato in un posto di lavoro cui comunque aveva diritto. Una testimonianza, quindi, che si unisce alle altre, dove pazienti (la donna, come ci ripete più volte Giorgio Antonucci, viene sempre più penalizzata rispetto all’uomo, mentre non penalizzata risulta la psichiatria). Dalle testimonianze, come anche dalla citate riflessioni teoriche, possiamo ricavare lo schema seguente di una storia della psichiatria:
Pubblicato il 7 September, 2010
Categoria: Testi
“L’Arne du Droit” – Liora Israel. Recensione di Eugen Galasso
“Liora Israel”, “L’Arne du Droit”, les Presses de Sciences Po(litiques), Coll. “Contester”, Paris, 2009.
L’autrice, che appunto è giovane ricercatrice, specialista di sociologia del diritto a “Sciences po”(litiques, notoriamente), si chiede se il diritto, generalmente ritenuto strumento-principe del potere costituito, possa invece servire anche a contestarlo, quindi ad essere -come da titolo- un’arma a doppio taglio. La Israel risponde di sì.
Pubblicato il 31 August, 2010
Categoria: Testi
“La Nave del Paradiso” di Giorgio Antonucci, Milano, Spirali/Vel, 1990 – Recensione – Eugen Galasso
Giorgio Antonucci, medico, psicoanalista, antipsichiatria, poeta, Fiorentino, dove la sottolineatura è necessaria, anche perché è Fiorentino mite ma combattivo (nessuna contradictio in adjecto, nessun ossimoro, in realtà, anzi, far valere i diritti è ben altro rispetto a quieta acquiescenza al mondo, che non è, per fortuna mai stata nelle corde del Nostro), last but no least, dove almeno una volta tanto un dicho, un’espressione popolare ha un significato importante, non solo rapsodicamente accessorio… Poesie di rabbia, poesia d’amore (per Noris, sua compagna e moglie da tanti anni), poesie sul “sense of life” (indipendentemente dal fatto che esso ci sia o meno…, ovviamente….). Poesie, più semplicemente, dove il poeta (ché è poeta vero) che nascono da una necessità e per necessità, come del resto rileva l’autore(1)(1) cfr.l’affermazione relativa dell’autore, in “Riflessioni sulle poesie”, in op.cit., p.15.
Pubblicato il 10 August, 2010
Categoria: Testi
Uguaglianza e libertà – Giorgio Antonucci
Per la rivista “Senza Confine” – Firenze 14 ottobre 1992
Senza uscire dalla porta
si può sapere il mondo
Lao Tsù
Vasari racconta che Donatello nella bottega dei suoi artigiani lasciava i soldi in una cesta al centro della stanza perchè ognuno dei lavoranti prendesse a suo giudizio secondo i bisogni.
Nella ricchezza di idee del Rinascimento era o poteva essere l’alba di un mondo differente, più consono all’intelligenza della specie. Ecco cosa voleva dire in concreto “umanesimo” per il prodigioso autore del “San Giorgio” e della “Maddalena”, pari in arte ai più abili artefici di ogni tempo, prima, e dopo di lui.
Significava guardare con rispetto reale all’uomo come natura creativa nella piena consapevolezza del vero rapporto del singolo con la società civile e con il possibile sviluppo.
Anche Bach considerava il lavoro paziente come la base solida e quieta delle opere ben costruite.
Pubblicato il 26 July, 2010
Categoria: Testi