Il caso Sabattini: dissenso radicale – Giorgio Antonucci: perito della difesa
Ricorre l’anniversario della scomparsa di Carlo Sabattini (Il Nuovo giornale di Modena: lettera firmata da Giuliana Galli).
Dal libro di Giorgio Antonucci, “Il pregiudizio psichiatrico”, Eleuthera,1989
Il caso Sabattini
A proposito del problema del dissenso politico sottoposto attualmente in Italia a persecuzione riferirò del caso, già accennato, di Carlo Sabattini, di cui mi sono occupato come perito di difesa. ( La storia dell’internamento di Carlo Sabattini cominciò con una denuncia del sindaco di Modena per presunto danneggiamento di edifici pubblici in seguito ad affissione di manifestini che sarebbe stato difficile staccare.)
Nell’estate del 1985, quando Carlo Sabattini era internato nel manicomio giudiziario di Castiglione delle Stiviere, in seguito a denuncia pretestuosa del sindaco di Modena e per ordine del pretore Persico, appoggiato dalla perizia di tre psichiatri, che avevano dichiarato Sabattini malato di mente pericoloso, in qualità di perito della difesa andai più volte a trovarlo, con lo scopo di conoscerlo e preparare con lui gli strumenti della difesa.
In quel periodo la stampa nazionale italiana parlava molto del caso Sacharov e poco o nulla di Sabattini, capolista dei Verdi nel Comune di Modena, una persona che godeva la fiducia dei cittadini, oltre che degli amici e collaboratori, tanto che era stato eletto con il maggior numero di preferenze. Le sue iniziative per denunciare le condizioni ecologiche e altri aspetti della vita modenese, erano molto ponderate e precise, frutto di convinzioni profonde. Sabattini era diventato un punto di riferimento non solo per i Verdi ma per chi voleva cambiare le cose. Così l’hanno fatto passare per matto, sono andati a prenderlo a casa e l’hanno internato in un manicomio.
Sono andato a trovarlo, ho parlato con lui e l’ho trovato persona estremamente consapevole e cosciente di quello che era accaduto. Con serenità mi ha detto: “Non guardate chi è Sabattini. Stando qui dentro al manicomio giudiziario potrebbe anche innervosirsi. Guardate piuttosto i documenti delle vertenze giuridiche di cui mi sono occupato”. Così mi ha fatto vedere i documenti con i quali ha formato un “libro bianco”, mandato alla Federazione provinciale del Partito Socialista di Modena, che a sua volta lo ha trasmesso al presidente Pertini perchè lo sottoponesse all’esame del Consiglio Superiore della Magistratura.
Sabattini ha infine ribadito: “Guardate i documenti e decidete, invece di mettere da parte me con dei pretesti.”
Pubblicato il 24 September, 2009
Categoria: Testi
Giorgio Antonucci: contro l’esclusione psichiatrica, per il diritto di libertà alla persona
Da “31 anni di 180 a Imola”, tesi di laurea di Elena Gentileschi, 2008/2009
3.2 LA MALATTIA MENTALE E IL GIUDIZIO PSICHIATRICO
“Dal punto di vista etimologico, la parola “deviante” deriva dal greco e significa allontanarsi dalla vita o allontanarsi dalla norma…” così scrive il Dr.Antonucci mentre esprime riflessioni sul giudizio psichiatrico da lui inteso come la prima e più diffusa segregazione e continua “…il termine deriva dal latino tardo. Da questo è stato tratto il termine politico deviazionista ma più tradizionalmente per identificare il dissenso dalle norme di pensiero o di costume si usano anche nel linguaggio popolare le parole matto, pazzo, e folle”1.
Secondo la sua esperienza vissuta a contatto con il disagio psichico delle persone all’interno delle strutture manicomiali italiane del Novecento per più di vent’anni, il Dr. Antonucci definisce l’origine delle parole matto e pazzo come incerta “ma questo la rende utile ancora di più nella sua indeterminazione perché così la si può usare liberamente ogni volta che fa comodo. La parola folle la si usa per indicare pensieri e comportamenti e azioni che si allontanano apparentemente o realmente dalle nostre abitudini e dai modi di pensare più usuali”2. Secondo il Dr. Antonucci la tradizione psichiatrica si fonda sul fatto che i termini di giudizio negativo siano legati all’ipotesi che i pensieri e i comportamenti che non ci piacciono siano dipendenti da un difetto della mente3.
“Se provassimo al contrario a considerare opinioni e comportamenti dei singoli individui senza prendere per punto di riferimento quello che pensa o che fa la maggioranza in un determinato momento storico, cominceremmo ad avere uno scambio libero di punti di vista personali e di modi di fare individuali. I problemi dell’intolleranza nascono dal fatto che alla generalità delle opinioni si attribuisce un carattere di norma obbligante per tutti”4.
Per questo motivo il Dr. Antonucci preferisce parlare di generalità degli atteggiamenti e non di normalità degli stessi: se si toglie alla generalità dei comportamenti, non moralmente comprensibili, il carattere di normalità e di verità, il significato si ribalta considerando deviante ciò che prima è stato considerato normale e viceversa.
“Il determinismo classico, sia quello positivista che hegeliano, hanno allontanato il pensiero della conoscenza del reale e della complessità dell’individuo riducendo le società come caserme e stimolando la cultura dell’imperialismo”5 .
Con queste parole il Dr. Antonucci si riferisce al rischio di una semplificazione della storia sia degli uomini che dei popoli che va in senso contrario alla produzione della creatività riducendo a schemi tipici della psichiatria, della psicologia e della psicanalisi, la ricchezza degli uomini e delle donne.
Secondo il Dr. Antonucci, il potere degli psichiatri negli ultimi anni è aumentato molto in Italia e anche nel resto dei paesi dove esiste la psichiatria.
“Questo delinea uno scenario nuovo che indica come la psichiatria contemporanea sia diversa da quella classica. La seconda ha elaborato alcuni concetti che si riferiscono a situazioni estreme intendendo con questo le antiche categorie che formano la struttura della psichiatria (schizofrenia, isterismo o paranoia). Queste categorie riguardavano situazioni nelle quali il rapporto tra individuo e società era particolarmente difficile. Attualmente invece la psichiatria estende le sue categorie a situazioni di vita molto diverse tra loro e questo è sottolineato dall’aumento delle malattie psichiatriche inserite nel D.S.M. IV”6.
Il Dr. Antonucci definisce la malattia come un fatto biologico oggettivo che mette a rischio il benessere e la vita della persona, c’è e si può constatare ma il fatto di dire per esempio che l’omosessualità, inserita fino a pochi anni fa nei disturbi del comportamento, è una malattia è un’affermazione moralistica che non ha nessun significato.
“Comunque il problema più grande non è capire se la malattia mentale è di origine organica o se è di origine psicologica, ma è il fatto che non sono ritenuti fisiologici soltanto quei pensieri e quei comportamenti che sono approvati e ritenuti ragionevoli o razionali dal moralismo di moda. Il problema non è il manicomio in sé perché è solo la conseguenza di una cultura del pregiudizio ovvero il pregiudizio psichiatrico.
Una studiosa al manicomio di Roma scrisse un libro dicendo che la maggior parte degli uomini venivano internati per problemi di lavoro e la maggior parte delle donne per problemi sessuali. E’ vero perché l’uomo viene attaccato quando non rende più sul lavoro in generale, naturalmente l’uomo che non ha potere e la donna viene attaccata per motivi di moralismo sessuali”7.
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Pubblicato il 18 September, 2009
Categoria: Testi
PREFAZIONE di Thomas Szasz a “Il pregiudizio psichiatrico” di Giorgio Antonucci
Il pregiudizio psichiatrico, Giorgio Antonucci, ed Elèuthera, 1989.
PREFAZIONE
Giorgio Antonucci non parla inglese e io non parlo italiano. Nonostante ciò, quando ci siamo incontrati, era come se parlassimo la stessa lingua. E infatti parlavamo in un linguaggio più profondo, diverso in ogni caso da quello che comunemente si intende con la parola “linguaggio”. Il nostro non era puramente il linguaggio della reciproca comprensione. Era il linguaggio del rispetto per un gruppo di persone che oggi, in tutto il mondo, vengono trattate in tutti i modi fuorchè con rispetto. Mi riferisco naturalmente alle persone chiamate o classificate come pazienti psichiatrici, che possono essere brutalmente torturate o assurdamente coccolate, private dei più elementari bisogni e diritti umani o fornite gratuitamente di più beni, servizi e scuse di quanti non ne vengono concessi alle persone ordinarie. Ma qualsiasi cosa i pazienti psichiatrici possono ottenere, c’è qualcosa che non avranno mai: il rispetto d’essere considerati semplicemente come esseri umani. Niente di meno e niente di più.
L’Analista Analizzato: La patologia del “dissenso”.
(Pillolette della felicità!!! E vai sicuro…)
di Lucia Maria Catena Amato
A distanza di anni, non so ancora chi forse in Cielo mi ha aiutata, ma se non avessi avuto quel barlume di lucidità, che all’epoca, contro tutti e contro tutto, mi fece scegliere liberamente e consapevolmente di risolvere i miei gravissimi problemi personali, senza alcun aiuto farmacologico e nessun supporto psicoterapico, non sarei ancora in vita.
Sono venuta a contatto con gli psicofarmaci e con il mondo della psichiatria, per caso, quando ignara di tutto, stavo preparando l’esame di diritto amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo. Mio padre, violento in famiglia da sempre, alcolista da qualche tempo, finì in ospedale in gravissime condizioni per morirvi dopo pochi mesi. Io, per molti anni, fin da bambina, avevo abusato del cibo, all’interno della mia famiglia violenta e distruttiva, ingozzandomi ripetutamente.
Mi indirizzarono da coloro che, secondo molti, mi avrebbero aiutata in ogni caso. Primo dono: un pacchetto di ansiolitici, da prendere al bisogno, mentre, tentavano, in tutti i modi, di sottopormi ad una psicoterapia, non richiesta e non gradita, mentre la mia disperazione e la mia sofferenza crescevano ogni giorno di più. Mi rivolsi allo stesso operatore per più di un anno, senza alcun risultato, mentre le mie condizioni fisiche peggioravano ed il mio peso aumentava. Le cose non cambiarono quando andai altrove. Mi prescrissero psicofarmaci: dal Prozac, ad altri. Poi arrivarono i neurolettici, mentre cercavo di spiegare disperatamente, non ascoltata, a queste persone che con le chiacchiere non si esce dalla disperazione, specialmente quando in casa hai una madre totalmente invalida, senza risorse economiche, senza lavoro e senza futuro, anche con una laurea in Giurisprudenza, in terra di mafia! Mentre il contrasto fra le loro eccellenti teorizzazioni ed i miei principi e valori di vita, diveniva incolmabile. Ad un certo punto, finii in ospedale per “Impregnazione neurolettica.”
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Pubblicato il 25 July, 2009
Categoria: Testi
Presentazione “ANNETTA”- Rocco Lombardi e Maria D’Oronzo
Annetta– Due parole per Antipsichiatria.net
di Rocco Lombardi
Dal riformatorio al manicomio alla strada,
Annetta sfugge alle gabbie mentre ne apre altrettante.
La sua tensione per la libertà cresce con l’ostilità che incontra, si esaspera nell’affetto per i
viventi, non trova un luogo unico dove riposare ed è costretta all’errare.
Annetta raccoglie la vita nel calore affievolito dei corpi morenti: lo nutre,
lo protegge, lo porta con sé.
Nei silenzi forzati e in quelli voluti, Annetta è
una storia di immagini in cui provare ad ascoltare i suoni e a costruire i
dialoghi, quelle parole che spesso mancano e con cui abbiamo perso la
dimistichezza.
Annetta forse non può più parlare o forse non vuole più, aguzza
i sensi e ascolta le urla soffocate e
selvagge dell’umanità scomparsa che
cerca nella sua natura animale il suo doppio represso.
ANNETTA
di Maria D’Oronzo
Annetta non è solo un libro, né un fumetto-muto. E’ la biografia di una donna che fin da bambina ha conosciuto la ferocia degli uomini e delle loro leggi.
Dopo la morte dei genitori, Annetta e sua sorella, sono state affidate alla nonna. Annetta ama gli animali fino al punto di aprire le gabbie in una fiera di bestiame. I commercianti sono inferociti, chiedono giustizia.
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Pubblicato il 22 July, 2009
Categoria: Testi
Ministro Calderoli, a quando il taglio della mano per i ladri? – Giorgio Antonucci
Ora, per cercare consensi elettorali si è tornati a proporre anche la castrazione chimica. Non solo, pare sia partita anche una raccolta di firme a sostegno di questa barbara iniziativa. I provvedimenti da regimi autoritari ormai si moltiplicano quotidianamente. Si dimentica che castrare i violentatori o i pedofili, come proposto dal ministro Calderoli significa un passo indietro rispetto alla civiltà. Significa prendere la strada che porta al taglio della mano per un ladro o della lingua per i delatori. Ovviamente lo stupro va considerato un reato grave e i responsabili vanno individuati e puniti come meritano, ma con certe proposte si ritorna alla legge del taglione. Si preannunciano provvedimenti che risalgono a prima dell’abolizione della tortura e della condanna a morte.
Pubblicato il 16 July, 2009
Categoria: Testi
Diritti, Rom e psichiatria. – Piero Colacicchi – “Sorvegliato mentale”
Diritti, Rom e psichiatria.
osservAzione – centro di ricerca azione contro la discriminazione di Rom e Sinti
10-7-09
di Piero Colacicchi
Quando negli anni novanta si aprì la discussione sui campi per Rom fui fortemente impressionato da alcuni paralleli con quanto avevo visto negli anni precedenti seguendo il lavoro di Giorgio Antonucci negli ospedali psichiatrici. Qui mi trovavo di fronte a persone che insistevano perché venissero approvate leggi regionali che istituzionalizzassero l’esistenza di campi per nomadi, sostenendo che i Rom erano incapaci di vivere tra la gente (tra ‘noi’), che erano nomadi e che promuoverne l’integrazione sarebbe stato un atto di violenza, mentre i Rom stessi dichiaravano di non essere affatto nomadi, di non aver mai vissuto in campi e di non volerne sapere: chiedevano case, lavoro, scuole per i figli. Là, negli ospedali psichiatrici, avevo visto la pretesa da parte degli psichiatri di curare persone giudicate, anche in questo caso da loro, incapaci di vivere tra la gente, internandole magari per anni; e mi era stato mostrato come questo non avesse niente a che fare con la realtà in cui erano vissuti e che volevano vivere i ricoverati. Nell’uno e nell’altro caso alcune autorità pretendevano di fare gli interessi di altri e di curarne i diritti, mentre i diretti interessati chiedevano, in un modo o in un altro, cose del tutto diverse: e per prima cosa la libertà di scelta.
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Il brutto “Enigma” di Corrado Augias – di Giorgio Antonucci
Sabatoseraonline
07 luglio 2009 | 14:35
Corrado Augias in una puntata di Enigma
di Giorgio Antonucci
Quanti pregiudizi nella puntata dello scorso tre luglio di Enigma. La trasmissione di Corrado Augias andata in onda sui Rai tre e dedicata a Ida Dalser, la moglie segreta di Mussolini, ha esemplificato al meglio i pregiudizi che colpiscono le donne ricoverate in manicomio o in clinica psichiatrica.
Quasi tutti gli ospiti in studio, esclusa la storica Anna Bravo, hanno riproposto il solito schema per cui si considera la persona ricoverata in clinica psichiatrica incapace di comprendere e quindi incapace di stabilire una comunicazione con le persone cosiddette normali. Questo nonostante fosse evidente e dichiarato da tutti che il ricovero di Ida Dalser fosse dovuto a motivi politici, ossia a tenere lontana chi poteva nuocere pesantemente alla vita politica di Benito Mussolini in quanto madre di un figlio di quello che sarebbe divenuto il Duce.
Mi limito ad alcuni esempi,
Pubblicato il 8 July, 2009
Categoria: Testi
-CARDIOLOGO PRESCRIVE PSICOFARMACI- Lucia Maria Catena Amato
Lucia Maria Catena Amato
Ho avvertito come dei tonfi al cuore, il ritmo si è accelerato notevolmente, per dei lunghissimi minuti, ripetendosi più volte nel corso della mattinata, e poi per l’intera giornata successiva. Preoccupate (vivo con mia madre anziana non autosufficiente) abbiamo immediatamente telefonato al cardiologo di fiducia, il quale si è premurato di venire a casa a visitarmi. L’elettrocardiogramma risultò tutto a posto, nessuna patologia cardiaca. Sollevate, abbiamo chiesto al dottore cosa fossero allora quei sintomi avverti ripetutamente. “Nulla di fisico” rispose lo specialista: “Stia tranquilla” ed estrasse il ricettario bianco. “Lei, dottoressa ha bisogno di un antidepressivo, gliene prescrivo subito uno di ultima generazione, efficacissimo!” “Sono schierata pubblicamente contro l’assunzione di droghe legalizzate!” lo informai. “Allora consulti uno psicologo” il quale mi avrebbe ovviamente fatto passare i tonfi al cuore. Risposi che non credevo nella pseudoscienza e che per mesi avevo assistito mia madre a letto notte e giorno da sola. Il dottore non sapendo più come aiutarmi mi propose la valeriana a compresse, almeno si trattava di un erba innoqua.
A quel punto ricordammo che non era la prima volta che succedeva che un medico, non psichiatra, in diverse situazioni, ci prescrivesse psicofarmaci.
Pubblicato il 17 June, 2009
Categoria: Testi
Berlusconi, la moglie, Noemi e gli psichiatri – GIORGIO ANTONUCCI
“In queste settimane ho assistito in silenzio, senza reagire mediaticamente, al brutale infangamento della mia persona, della mia dignità e della mia storia coniugale”.Così inizia la lettera di Veronica Lario pubblicata dal Corriere della Sera di ieri. Difficile darle torto, ma nella lunga telenovela che riguarda il presidente del Consiglio, sua moglie e una giovane napoletana, trovo francamente sbagliato che medici e psicologi intervengano sulla questione senza conoscere i fatti e le persone implicate. Ho trovato sbagliate anche le parole del governatore della Sicilia, lo psichiatra Raffaele Lombardo, che in una trasmissione televisiva ha sostenuto che le persone anziane che desiderano persone giovani hanno problemi psicologici. Molti uomini e donne hanno sposato persone più giovani e non vedo dove sia il problema. Purtroppo viviamo in una società ipocrita e gli psichiatri favoriscono questa situazione. Senza informazioni certe, senza conoscere direttamente la persona non ci si può lasciare andare a giudizi come quelli espressi in questi ultimi giorni. Leggi l’articolo completo »
Pubblicato il 12 June, 2009
Categoria: Testi