“Poemito” (piccolo poema) a Giorgio Antonucci – Eugen Galasso

A Georges:   Stilettate da sempre/Percorsi non rettilinei/Re^ver un autre vrai re^ve/La norma? Quella di Bellini, forse/Coraggio, non quello dei guerrieri.
(Eugen Galasso,   08.08.2013)

Pubblicato il 8 August, 2013
Categoria: Testi

La pecora nera (Ascanio Celestini) – “Recupero” psichiatrico – Eugen Galasso



“Dopo vario tempo (la versione filmica è del 2010, quindi di tre anni fa) riesco a vedere, appunto, il film che Ascanio Celestini ha tratto dalla sua pièce “La pecora nera”, ovviamente precedente.  Da puro “vivisettore del reale” (l’espressione è di Musil, lo ammetto, non mia) e da “puro artista” che però (ma perché l’avversativo “però”? Sarebbe meglio dire “che coglie” tout court) coglie l’essenza del reale,  Celestini ci mostra l’invenzione fantastica e fantasmatica della “follia” che nessuno sa che cosa sia, ma tutti/e abusano del termine, usandolo sempre a sproposito e citandola quando non si sa che cosa dire di ciò che si osserva e non si capisce. Così la creatività del protagonista, Nicola, “sdoppiato” in due figure, diviene “folle”, perché famiglia, scuola, istituzioni varie (non diciamo, poi, del manicomio…), non ci capiscono nulla e allora recludono e ghettizzano. Direi che tutta la teoria foucaultiana è qui racchiusa e condensata in immagini e sequenze efficacissime, dove il bambino e poi l’adulto (ma anche qui si ha una progressione cronologica, logica o di che tipo, intendo, non nella pièce celestiniana, ma nella “realtà”? E’ avvertibile, percepita, imposta, tale “evoluzione”?) è emblematico di una dimensione che vive nel “pensiero divergente”, ossia nella creatività, che la psicologia americana (diremmo meglio statunintese, dato che gli States, nonostante l’infame dottrina Monroe, non sono =l’America, le Americhe!) con Torrance e Guilford ha colto bene già circa sessant’anni fa, ma da cui la psichiatria non è mai partita per cercare di capirla e di coglierla come tale, volendola invece, appunto “sorveglaire e punire”. Ovviamente, quanto detto per gli USA, vale a fortiori per gli altri paesi, europei e non, che della psichiatria hanno fatto un totem (con il corrispettivo del tabù, Freud docet…). Ecco allora che la persona incompresa in famiglia, vilipesa e punita (o “tollerata”) nella società , diventa emblematica di una condizione che non “ci mette nulla” a reprimere, lo fa cioè con totale nonchalance, salvo poi a “recuperare” solo in certi casi e in genere post mortem (se l’artista è riconosciuto universalmente), magari “suicidandolo”prima, come con Van Gogh, “suicidato dalla società”, come Van Gogh, nell’opera geniale di Antonin Artaud, che (come volevasi dimostrare) a sua volta diviene vittima, con l’eletttroshock e tutto il resto, salvo tardivo e comunque parziale ripensamento “dopo”.

Eugen Galasso

Pubblicato il 11 July, 2013
Categoria: Testi

Lucio Battisti “No dottore” – Eugen Galasso

Lucio Battisti, cantautore laziale accusato delle più atroci turpitudini (di essere “fascista”, in particolare) per malintesi continui, ma soprattutto per non essersi occupato troppo di politica, sia nella fase di collaborazione con Mogol (Giulio Rapetti) sia in quella successiva (dal 1980 in poi) con Pasquale Panella, dedicandosi invece a sentimenti, sensazioni, emozioni, ha però, anche nella fase Mogol, in particolare nell’album “La batteria, il contrabbasso etc.”(1976) scritto una  canzone,  “No dottore”, in cui il protagonista, forse (forse, però, il tutto è lasciato in una condizione di indeterminatezza, di “vaghezza”, voluta), in un contesto musicale da “progressive rock” con venature tra il funky e l’avvicinamento alla “disco music” più intelligente, accusato di omicidio della sua “lei” (“Quel che dice non mi piace” (rivolto allo psichiatra, a quanto pare)/l’ho lasciata che dormiva/respirava/era viva come me”), in una situazione kafkiana, che ricorda anche “L’orange” di Vidalin-Bécaud (testo e chanson precedenti di un decennio circa). Il protagonista è solo, con uno psichiatra, cui rivolge il “No Dottore”,  viene evidentemente rinchiuso (“Son rinchiuso/Ma è un abuso”), dove la situazione richiamata, indeterminatezza o meno, è proprio quella del TSO e della reclusione psichiatrica. Tutto è già preparato dalle frasi brevi, paratattiche (del resto è una canzone), “No dottore, per favore/Non è urgente/non è niente/Per un attimo la mente mi si è accesa/e qualcosa si bruciò/Il mio nome?/Il cognome?/L’indirizzo?/Dica il prezzo/Stia tranquillo non son pazzo”.   Non vorrei qui analizzare troppo in dettaglio tutto il testo, che è è facilmente reperibile, ma basterà dire qui che Rapetti-Mogol e Lucio Battisti a 4 anni dall’approvazione di una legge (La”Basaglia”, come viene impropriamente definita) affrontano un tema scottante allora, come lo è comunque ancora oggi, quando “fatta la legge, trovato l’inganno”, come recita un atroce detto italico (italiota, volendo)per cui, in buona sostanza, il potere della repressione psichiatrica, anche per ovvi motivi economici, ha potuto riaffermarsi, anche riproponendo le proprie terribili modalità (contenzione, elettroshock, sulla cui bontà giurava anche il “compianto” Giovanni Jervis, per vario tempo considerato quasi un “antipsichiatra” o comune un “alternativo”, espressione che rischia di non voler dire né designare alcunché. ”

Eugen Galasso (ringraziando Gerardo Musca che della canzone mi ha segnalato l’esistenza).

Pubblicato il 3 July, 2013
Categoria: Testi

Paula Cooper è tornata in libertà. Salvata dalla pena di morte con un appello di Giorgio Antonucci e Piero Colacicchi

Dopo ventisette anni di carcere Paula Cooper  (http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2011/05/25/paola-cooper-16-anni-aspettava-l%E2%80%99esecuzione-della-condanna-a-morte-piero-colacicchi/) ha ottenuto in questi giorni la liberazione anticipata per buona condotta. Paula, che in carcere si è laureata ed ha seguito corsi di specializzazione in vari mestieri, ha oggi 42 anni ed è quindi ancora sufficientemente giovane per potersi ricostruire una vita in libertà.
Questo, però, se la città di Gary nell’Indiana dove vive, glie lo permetterà.
Infatti un articolo con la notizia della sua vicina liberazione, uscito in anticipo su uno dei principali giornali di quella città con la sua storia e il suo reato, è stato subito commentato da 165 persone, due soltanto delle quali hanno approvato la decisione del tribunale. Tutti gli altri hanno affermato con toni estremamente violenti che   Paula “pericolosa assassina”, “mostro di crudeltà e di ipocrisia”, “puttana che ha ottenuto la libertà facendo sesso con tutti”  ecc.,  avrebbe dovuto esser ammazzata  ( il termine più usato è fried, cioè fritta) o che almeno avrebbe dovuto rimanere in carcere  per il resto della vita.

Pubblicato il 22 June, 2013
Categoria: Notizie

ADHD e Merano – Eugen Galasso

La psichiatria, anche quando la cosa non “appare”, sembra essere aggettante, incombente nella vita e sulla vita di tutti/e le persone. Ciò, secondo attendibili informazioni provenienti dalle “fonti educative” che meglio conoscono i bambini e le bambine, sarebbe prassi corrente quanto indiscussa a Merano, “ridente cittadina termale” (già Kafka vi andava per curare i suoi disturbi polmonari, invero con esito non eccelso), cioè dell’Ovest altoatesino,  cioè i genitori, avverrebbe nelle scuole primarie soprattutto di 1°grado del luogo, dove i bambini considerati affetti da ADHD (deficit di attenzione e iperattività, in molti casi definita dalla psichiatria come “sindrome” ossia come “complesso di disturbi”, quale “comorbilità”, nel “migliore dei casi” quale “disturbo semplice”, pur se in genere prevale la diagnosi di “sindrome da ADHD”) fanno una sorta di doposcuola in psichiatria, venendo sottoposti (pare)a test ma anche a somministrazione di Ritalin. Una considerazione, da persona che un tempo, per decenni, ha avuto consuetudine non solo dell’Alto-Adige, essendo bolzanino di nascita, ma di Merano e del Burgraviato (la valle che collega Terlano a Merano), operandovi ma anche trascorrendovi qualche raro soggiorno di “riposo”: la popolazione meranese e circonvicina, di lingua italiana e/o tedesca o anche mistilingue, con le indubbie differenze del caso, è legata a norme non scritte molto rigide: disciplina, obbedienza verso i superiori (insegnanti, medici, preti, dove questi ultimi estendono la loro influenza molto al di là del lecito, con interferenze inaccettabili) sono valori interiorizzati e “assorbiti” in modo incondizionato, per molte persone, per cui i bambini vengono affidati agli psichiatri, quasi fossero dei benefattori e dei filantropi…

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Pubblicato il 6 June, 2013
Categoria: Notizie

Cervello, psiche, anima – Eugen Galasso

Si riapre un discorso sull’ “anima”, termine controverso, anche perché troppo connotata in senso religioso e metafisico. Nella cultura ebraica (Antico Testamento), per es., di “anima”, propriamente detta non si parla (in ebraico è “néphèsh, “soffio vitale”, che non ha la connotazione dell’ “anima” proriamente intesa), mentre è poi un termine greco (psychè, da cui anche, con notevoli slittamenti semantici, deriva “psiche”…) a”fare la differenza”…Ma se per “anima” intendiamo l’Ego, la coscienza (eventualmente supportata quanto fecondamente “minacciata” da quel coacervo di impulsi, istinti, sensazioni ed emozioni che la psicoanalisi chiama “inconscio”, interpretandolo variamente), allora sappiamo che quanto intendiamo per “cervello” non può fare tutto, ossia non può determinare tutta la vita psichica… Nel XVIII° secolo, un chirurgo e pensatore radicalmente materialista e meccanicista, Cabanis, affermava: “L’anima, io non l’ho trovata sotto il mio scalpello”,

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Pubblicato il 6 June, 2013
Categoria: Testi

Residenze Sanitarie psichiatriche: riflessioni. Contenzione e valutazione del distress lavorativo- Vito Totire

 

Il luttuoso episodio verificatosi a Casalecchio il 27 agosto 2012 che ha determinato la morte di un giovane di vent’anni  impone alcune riflessioni.
Da decenni portiamo avanti un approccio “non psichiatrico” a  questioni che le istituzioni ritengono di poter affrontare con metodi violenti e custodialistici.

L’episodio di cui stiamo parlando può diventare un evento-sentinella che contribuisce a trovare la forza per nuotare controcorrente con rinnovato vigore,cercando di evitare errori che sono frequenti e, a volte, automatici, quali la classificazione dell’episodio come “errore umano”, si intende, errore umano degli operatori presenti al momento dell’episodio;
occorre spostare i riflettori dall’ottica della “colpa individuale” alla analisi delle costrittività organizzative e della inadeguatezza del sistema;
occorre cioè evitare la logica del “capro espiatorio” e cercare eventuali incongruenze e costrittività organizzative ; in linea di massima questo significa valutare se un comportamento che può senza dubbio essere considerato sbagliato o inaccettabile non sia causato o concausato da un carico eccessivo di fatica fisica o mentale o comunque essere correlato ad una sinergia negativa tra basso livello di autonomia e gravosità del compito;
si tratta, a mio avviso, di proporre ed adottare una chiave di lettura quale quella proposta da Karasek per la valutazione del distress lavorativo;

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Pubblicato il 1 June, 2013
Categoria: Notizie, Testi

Seminario: Disegno onirico – di e con Eugen Galasso

Il “Centro di Relazioni umane” organizza il seminario di Disegno Onirico
ospitato nel giardino al “07 Bologna”.

Non solo il metodo ma l’impianto teorico che funge da back-ground vuole stimolare la creatività, in molte persone sopita per effetto della razionalizzazione eccessiva e della “vergogna” per i propri segni grafici, al tempo stesso il disegno onirico vuole stimolare, tramite il confronto con gli altri, la conoscenza giocosa e non “intellettualistica” di Sé e delle proprie potenzialità. Si disegna senza “pensarci”, seguendo certe indicazioni. Eugen Galasso

 

Sabato 25 dalle 15h30 alle 19h30.

Domenica 26: dalle ore 9h30; segue pausa pranzo; ore 14 fino alle 17

“07Bologna” via Antonio di Vincenzo 7, Bologna

Pubblicato il 20 May, 2013
Categoria: Eventi

“Sulle relazioni umane” – Incontro con la dott Maria D’Oronzo – Thirta

http://www.tirtha.it/
Serata entusiasmante Sabato 18 maggio con REPARTO 14 e l’antipsichiatria del Dott. Antonucci
a partire dalle ore 18,00 con la proiezione del cortometraggio “Reparto 14” (18 min.) vincitore di numerosi premi e testimonianza del lavoro svolto dallo psichiatra Dottor Giorgio Antonucci considerato tra i  massimi esponenti dell’antipsichiatria mondiale, che sarà presente al TIRTHA con la sua collaboratrice Dott.ssa Maria D’Oronzo coordinatrice del Centro di Relazioni Umane di Bologna.
Eccezionalmente sarà presente il gruppo di teatroT.I.L.T. (Trasgressivo Imola Laboratorio teatro)  di Imola che ha lavorato e continua a farlo negli stessi spazi di quel manicomio dov’era il Reparto 14 e dove ha lavorato lo stesso Antonucci, intervistato dagli stessi come fonte dello spettacolo “Voci – Immagini dal manicomio”  di cui oggi vedremo dei frammenti.
-tutti gli eventi sono ad entrata libera-

Il Dott. Antonucci quando nei primi anni ‘60 entrò nell’Ospedale psichiatrico di Imola, volle seguire i casi più estremi allora in ricovero che si trovavano appunto nel Reparto 14. Deciso di risolvere questi casi attraverso il dialogo e la relazione senza l’uso di farmaci, riuscì a ‘’demolire’’ questo reparto del manicomio che era il più spaventoso e pericoloso, dove i pazienti vivevano disumanizzati e torturati, dando loro la possibilità di un recupero e di tornare a vivere, dimostrando quanto le relazioni umane siano fondamentali anche  nelle patologie psichiche.

Alle ore 20,00 seguirà un Buffet e subito dopo frammenti dello spettacolo sopra menzionato.

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Pubblicato il 14 May, 2013
Categoria: Eventi

Racconto breve di Trattamento Sanitario Obbligatorio – Eugen Galasso



“Ma vedete, anche i concetti di destra e sinistra, beninteso in senso spaziale, non politico, sono relativi: se guardate da un certo angolo visuale, per es., il tavolo sarà dislocato a destra, da un altro, opposto sarà a sinistra”.   “Ma questo è un sofisma. Se una cosa è a destra, è situata a destra; se è a sinistra, idem. Non si discute, su ciò, altrimenti si mette in discussione tutto e finiamo a…” . “Ma il suo p.d.v. è assolutistico; la verità non è mai bianca o nera, è sempre – almeno anche – grigia” . “Questo è disfattismo, nichilismo. Allora Cristo che ha detto “Io sono la via, la verità e la vita…?. Questa affermazione, in Giovanni 14, 6, sarà pure indiscutibile o no?”.  “Ma vede, intanto bisogna esaminare la frase nel suo contesto, valutarla storicamente, come ha fatto la scuola esegetica storico-critica. Poi deve considerare i disastri cui la frase è stata sottoposta. Si è creata l’intolleranza dogmatica, la verità imposta, l’uccisione di eretici e di non-Cristiani,  le Crociate, la “Sancta” (per voi, ovviamente) Inquisitio, etc.” . “Aha, allora si svela, la sua vera natura. Lei è un nichilista, un uccisore di Dio e della tradizione cristiano-occidentale”. “Sì, durante la dittatura di Franco e quella cilena di Pinochet si diceva: “In nome dell’Occidente cristiano, fucilateli!”, dunque…”. “Vede, se fosse per me, la farei giustiziare, appunto in nome di quanto lei ricordava. Ma, faute de mieux, chiamo il mio amico prof.Rossi, primario di psichiatria, il sindaco e la sottopongo a un TSO”. “Ma come osa?”. “Non si discute”. Detto fatto. 
 
Eugen Galasso

Pubblicato il 13 May, 2013
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo