Poesia – “Folie” – Eugen Galasso


La guerra, forse

Die Angst, mag sein (La paura, sarà)

La foi…je ne sais pas (la fede, non so)

El hambre, bien claro (la fame, ma certo)

Insaniam appellant (pazzia la chiamano)

Eugen Galasso, 20.10.2010

Pubblicato il 20 October, 2010
Categoria: Testi

PRESENTAZIONE del libro di Nicola Valentino “Ergastolo. Dall’inizio alla fine” (Sensibili alle foglie, 2009)


disegno: MP5

Ven 22/10/10 – Presentazione di “L’ergastolo.Dall’inizio alla fine”

Un approfondimento sul carcere e sulla detenzione a vita a partire dal libro “L’ergastolo. Dall’inizio alla fine” (edizioni “Sensibili alle foglie”), di Nicola Valentino. Dalla presentazione: “Attraverso l’esperienza personale, vissuta dall’inizio alla fine, le testimonianze e gli scritti di ergastolani d’ogni tempo, l’autore pone una domanda essenziale: può la nostra società, con un guizzo di civiltà, liberarsi di questo residuo della schiavitù?”.  Il Lab 57, inoltre, proporrà un intervento sulla storia di Stefano Cucchi, morto proprio il 22 ottobre di un anno fa dopo aver subito gravi percosse mentre era detenuto. Dalle 21 in via Paolo Fabbri 110.

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Venerdì 22 ottobre a Vag61,  attraverso la presentazione del libro di Nicola Valentino “Ergastolo. Dall’inizio alla fine”, si cercherà di raccontare storie di carcere per far emergere e porre una domanda essenziale:  può la nostra società, con un guizzo di civiltà, liberarsi di questo residuo di schiavitù?
La serata è organizzata dallo spazio autogestito di via Paolo Fabbri 110, insieme al Centro di Relazioni Umane di Bologna che si propone di costruire un “ambulatorio popolare gratuito per le relazioni umane”, per aiutare le persone non abbienti a non aver bisogno degli psichiatri, ispirandosi al lavoro del prof. Cotti che, nei primi anni ‘60 si è battuto per la libertà degli internati del manicomio “Roncati” di Bologna.

La data del 22 ottobre, inoltre, ricorda il primo anniversario della morte di Stefano Cucchi, un giovane romano di 30 anni, arrestato sette giorni prima dai carabinieri con l’accusa di possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente. Dopo una settimana di violenze subite ad opera dei Pubblici Ufficiali che lo ebbero in custodia e di colpevoli negligenze dei medici del reparto protetto dell’Ospedale Pertini, Stefano moriva abbandonato in un letto di ospedale. Su questa vicenda e sul tema dei morti in carcere, ci sarà un intervento del Lab 57/Livello 57.

NICOLA VALENTINO E IL “FINE PENA MAI”

Valentino, condannato nel 1979 per attività legate alla lotta  armata degli anni ‘70, è stato in carcere per più di 26 anni. Ha fondato insieme a Renato Curcio, la cooperativa editoriale “Sensibili alle foglie” impegnata in diverse attività di ricerca sociale sui dispositivi totalizzanti che sono all’opera nelle istituzioni, sull’immaginario, sulle risposte adattative e sulle risorse creative delle persone che le attraversano.
Insieme a Renato Curcio e Stefano Petrelli nel 1990 ha scritto “Nel Bosco di Bistorco”.
Nel 1994 ha pubblicato il libro “Ergastolo dall’inizio alla fine” di cui è uscita di recente una seconda edizione aggiornata, sempre con la casa editrice “Sensibili alle foglie”.
Valentino ha creato anche un “Archivio di scritture, scrizioni e arte irritata” che custodisce oltre 600 opere, tra dipinti e disegni, provenienti da istituzioni manicomiali e carcerarie; conserva manoscritti, diari, quaderni e supporti su cui sono tracciate le parole, i segni e gli scarabocchi delle più estreme solitudini. Un archivio d’arte originale ed eccentrico  tanto quanto il suo fondatore.

Pubblichiamo alcune consideriazioni di Nicola Valentino sul tema dell’Ergastolo:

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Pubblicato il 18 October, 2010
Categoria: Libri, Notizie, Presentazione

“Sorvegliato mentale” di Minelli, D’Oronzo – Recensione – Eugen Galasso



Esistono molti prontuari e/o manuali (tra i due generi letterari la differenza non è nemmeno epistemologicamente rilevante, in genere) di cui viene da dire che, se non ci fossero, perderemmo poco. Ciò vale,  segnatamente per prontuari o manuali di carattere medico e/o farmacologico, dove anche i due piani in questione si confondono, in genere. Ebbene, “Sorvegliato mentale” (Torino, Nautilus, 2009) di Paola  Minelli e Maria Rosaria D’Oronzo, rispettivamente la prima operatrice socio-sanitaria dissidente in ambito psichiatrico, la seconda psicologa coordinatrice del Centro di Relazioni Umane di Bologna ed presidente del Telefono Viola della stessa città delle Torri, è non solo una felice eccezione, ma un vero e proprio trattato teorico di anti-psichiatria che, però, a differenza di testi solo teorici, contiene un importante “Manuale d’uso” (e di autodifesa, aggiungerei io senz’altro) rispetto a psichiatria teorica e applicata… Recentemente, la dott.D’Oronzo, in una conversazione pubblica, a dimostrazione della sua capacità di “stare sui problemi”, citava il ritorno dell’uso dell’LSD in psichiatria, dopo le altre due “ventate” in tale direzione (Tim Leary, anni Sessanta, in un quadro di presunta “liberazione”, poi negli anni Ottanta-Novanta, con la prospettiva transpersonale , ancora negli States – ma i “riflessi europei” sono stati sempre peggiori, decisamente, perché condotte ulteriormente “alla selvaggia” rispetto ai modelli preesistenti). Né manca, in ogni presa di posizione del “Centro di Relazioni Umane”, da lei coordinato, una decisa condanna di lobotomia ed elettroshock, dove gioverà rilevare come tali “tecniche” non siano mai state abolite: la prima è clandestina, il  secondo viene praticato un po’ (neanche troppo, dipende comunque dai luoghi e dalle circostanze) segretamente…  Presentando, in questo agile ma profondissimo volumetto, il vero e propio manuale sugli “effetti collaterali degli psicofarmaci”, M.R.D’Oronzo accentua, sulle orme di Giorgio Antonucci,

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Pubblicato il 17 October, 2010
Categoria: Testi

Cosa pensava Basaglia della nuova legge del maggio 1978

Basaglia sulla “legge Basaglia”


“Non  bisogna lasciarsi andare a facili euforie. È una legge transitoria, fatta per evitare i referendum e perciò non immune da compromessi politici. Non si deve credere di aver trovato la panacea a tutti i problemi della malattia mentale con il suo inserimento negli ospedali tradizionali. La nuova legge cerca di omologare la psichiatria alla medicina, cioé il comportamento umano al corpo. È come se volessimo omologare i cani con le banane.”Franco Basaglia dopo l’approvazione della legge 180/1978

La Stampa, maggio 1978

Pubblicato il 13 October, 2010
Categoria: Notizie

“Armonie delle sfere”. Conversazione con Giorgio Antonucci


Conversazione con Giorgio Antonucci

Reading di poesie ed inediti di Giorgio Antonucci.

Racconti dell’Autogestito


Voce narrante: Laura Mileto

Musica: Cristina Vetrone

Conversazione con l’autore: Eugen Galasso

Cortile cafè e Civico 32


Via Nazario Sauro 24/A, Bologna

12 ottobre ore 21

Pubblicato il 6 October, 2010
Categoria: Eventi, Notizie

Note sul testo unificato del relatore Ciccioli “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica” – “Contratto di Ulisse”- Eugen Galasso



Non voglio essere troppo cattivo: ma chiamarsi Ciccioli è già una condanna: dai “Fratelli Cuccoli” di Palazzeschi, ai cuccioli (bella, tenera cosa, invece) a  “L’onorevole Cicciolin”  di Enzo Jannacci in “Silvano” – era l’epoca, anni Ottanta in cui Pannella e i suoi (PR) avevano fatto eleggere in Parlamento “Cicciolina”, ossia una pornostar – un accostamento che sicuramente Ciccioli, psichiatra e ora parlamentare di provenienza missina (ne era stato dirigente, apprendiamo da vari siti e da fonti di stampa) non sarebbe fiero, le serie di analogie semantiche potrebbero essere ampliate a dismisura… Tra l’altro, sempre dalle suddette fonti, si apprende che nel 1974 il suddetto Ciccioli aveva sparato, in piazza Cavour ad Ancona, cinque colpi di pistola Flobert contro Paolo Tomassoni, extraparlamentare di sinistra, rimasto ferito a una coscia… Ma, vorrei dire, qu’importe? Se oggi il Ciccioli fosse cambiato, se si fosse ricreduto delle sue intemperanze giovanili? Poi, al limite, che cosa vuol dire? Come ci ricorda anche nel suo libro recente “Diario dal manicomio” (Milano, Spirali) Giorgio Antonucci, da antipsichiatra rigoroso, aveva trovato una sponda insospettata in un collega vicino all’allora Movimento sociale italiano, lo psichiatra Vita Finzi, a suo tempo.

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Pubblicato il 5 October, 2010
Categoria: Testi

“Les structures psychologiques du fascisme” – Recensione – Eugen Galasso

Edito da Andrea Chersi negli anni Ottanta (il volumetto non reca alcuna indicazione di data, peraltro), questo “Le  strutture psicologiche del fascismo” (“Les structures psychologiques du fascisme”), pubblicato per la prima volta in “Critique sociale”, rivista di cultura a indirizzo relativamente  “di sinistra”,  tra novembre 1933 e marzo dell’anno successivo (ricordo ai lettori che la Francia ovviamente non era ancora occupata, anzi era ancora in preparazione l’esperimento, per certi versi fecondo, del “Front populaire”, coordinato da Léon Blum e interrotto dalla vittoria della destra nel 1938, con Daladier), non è certamente l’opera più significativa del grande autore, pensatore (“Le lacrime d’eros”) e scrittore (“L’azzurro nei cielo” e “Mia madre”) francese, ma ciò non significa che essa non sia emblematica di un pensiero non isolato e di un’epoca. Bataille cioè, esaminando sia il fascismo sia il nazismo (chiamarlo nazionalsocialismo, come voleva denominarsi, farebbe torto al socialismo, perché di socialista, dopo l’espulsione di Strasser, il nazismo non ha nulla, dove qualche statalizzazione era stata fatta solo a fini bellici, ma anche al socialismo nazionale di Fichte o di Lassalle, per citare solo alcuni nomi, per non dire ovviamente del resto…) coglie quanto solo pochissimi (Wilhelm Reich, tra gli altri, da punti di vista lontanissimi da quelli di Bataille, peraltro, da quelli cioè di un freudiano di sinistra, anche “marxista”, se pure critico e di uno studioso che si muoveva verso lo studio della complessità delle interazioni tra mente e corpo, non certo nell’accezione spesso moralistica della “psicosomatica” attuale) avevano individuato, cioè il fatto che il fascismo, includendo anche il nazismo (idem in Reich, nel suo “Psicologia di massa del fascismo”), esprime reali bisogni della persona, quei bisogni che il “buon senso borghese” rèlega nell’ambito dell’irrazionale, quelli che invece Bataille qui e altrove, da buon nietzschiano definisce “eterogenei” rispetto alla società e alla cultura dominanti.

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Pubblicato il 3 October, 2010
Categoria: Testi

“L’impossibile come progetto”- Eugen Galasso



Lo scorso 23.09.2010, in via Serra 2/h, sede di varie associazioni, H.U.B. ospita il Centro di Relazioni Umane, in un incontro “L’ impossibile come progetto” con Giuseppe Bucalo, uno degli esponenti di punta dell’antipsichiatria in Sicilia, Italia e, vista anche la complessa situazione antipsichiatrica a livello europeo, in Europa. La dottoressa Maria Rosaria D’Oronzo, psicologa,  coordinatrice, appunto, del Centro di Relazioni Umane e già presidente del Telefono Viola di Bologna, ha spiegato come si svolgano le modalità di azione del Centro stesso, a partire da esigenze concrete, ossia da segnalazioni e dati concreti, come la diffusione del Ritalin (chimicamente=Metilfenidato), per cui questo “farmaco” psicotropo, prescritto e  somministrato a ragazzi/e affetti dalla sindrome ADHD ( sindrome da deficit d’attenzione, impulsività  e iperattività), o meglio diagnosticati/e per tali, crea sostanzialmente una condizione definibile di “para-catatonia”, di passività, per cui ora il dott.D’Oronzo sarà presente in tribunale per una denuncia di alcuni solerti medici che battevano sulla necessità di prescrivere e sostanzialmente “imporre” la sostanza ai bambini, senza preoccuparsi che divengano quasi “zombies”;  idem per la più recente denuncia, essendo il Centro di Relazioni Umane insorte per difendere un uomo inglese visibilmente ubriaco, coattivamente sottoposto a un TSO. Una modalità d’azione, che però si serve del dialogo e della comprensione dei problemi dell’altro, come  d’altronde, con modalità diverse (qualche differenza metodologica significativa è emersa durante la discussione, senza che ciò equivalga a divergenze sostanziali, anzi) rispetto a quelle usate da Bucalo, che in alcune realtà siciliane ha costituito un’enclave autogestita, né “psichiatrica né antipsichiatrica” in cui operano persone della formazioni più diverse, in genere non psichiatriche, venendo “pagate pochissimo”. Per Bucalo, che valuta molto criticamente l’evoluzione dei percorsi compiuti, in ormai più di 30 anni dalla legge che avrebbe dovuto “chiudere i manicomi”, l'”antipsichiatria” o quella che si spaccia per tale, che ritiene spesso che la “presunta” evoluzione dalla lobotomia (che effettivamente è in disuso, non è mai stata abolita e/proibita) e leucotomia  all’elettroshock (purtroppo ancora in uso in varie realtà, anche pubbliche, della sanità italiana) agli psicofarmaci, possa essere comunque “castrante” rispetto a un percorso di vita della persona, che vuole e intravvede altro, rispetto alla  medicalizzazione e all’essere comunque guidati verso una “normalizzazione” totalmente asservita a un modello socio-culturale imposto e storicamente in continua evoluzione (un esempio semplice per il lettore, per nulla citato dal relatore ma, probabilmente emblematico: il rutto post-prandiale era considerato segno di buona salute presso gli antichi Romani, segnatamente presso gli imperatori e lo rimase per molto tempo, divenne poi elemento di profonda maleducazione, dal Rinascimento in poi, finché nell’Ottocento venne  duramente sanzionato – tuttora, pur in un climea di maggiore “tolleranza” può essere un sintomo capace di confermare, certo non da solo, una diagnosi che conduca eventualmente anche a un TSO).
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Pubblicato il 26 September, 2010
Categoria: Notizie

In ricordo di Sandra Mondaini in televisione – Eugen Galasso

Lo scorso 21 settembre è morta Sandra Mondaini, attrice e persona che ha dato molto al mondo dello spettacolo e non solo. Era nota positivamente anche presso italofoni “non italiani” (un amico albanese, per es., l’apprezzava moltissimo).  Una rete Mediaset (ma poteva essere RAI, la 7 o chissà quale altro canale) la commemora dedicando gran parte della trasmissione (che non ho potuto seguire integralmente) all’intervento di Giovan Battista Cassano, primario di psichiatria alla Clinica Universitaria di Pisa e notoriamente “mago della depressione”. Sarebbe forse stato più opportuno ricondurre il tutto alla questione esistenziale (la Mondaini sola senza Vianello, dove un mediatore familiare o relazionale, per non dire della presenza di un Giorgio Antonucci, che invece la televisione ignora, colpevolmente, anche in occasione della – quasi- recente biografia dell’esperienza basagliana avrebbero detto molto meglio del “ras dell’elettroshock”). Cassano, per carità, esperto comunque di comunicazione, ha assunto toni adeguati alla circostanza: mesto, impeccabile anche nel vestito e nella mimica-gestualità, cosa che non gli riesce difficile, ovviamente, per nulla polemico (con chi, poi, non essendoci contraddittorio?) ha parlato della depressione della Mondaini ma anche della comorbilità, ossia della compresenza di fattori organici (il tumore), dove la sua visione meccanicistica e riduttivistica della psiche umana trapela chiaramente.

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Pubblicato il 25 September, 2010
Categoria: Testi

Intervento del dott. Giorgio Antonucci – “Psichiatria, un viaggio senza ritorno”- VIDEO


Inaugurazione mostra multimediale “Psichiatria un viaggio senza ritorno”, 13 settembre 2010. Patrocinio della Regione Toscana e visita del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi.
Il Dott. Giorgio Antonucci è il fondatore dell’approccio non-psichiatrico alla sofferenza psichica

VIDEO


Pubblicato il 19 September, 2010
Categoria: Video

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo