Tu non ucciderai – Articolo per “Senza Confine” – Giorgio Antonucci



Firenze 5 gennaio 1993


La torre.
(fantasia).


Come se fosse
un sogno:
quasi
una poesia.




Ma stolto è chi non vede
La giovinezza come ha ratte l’ale.

Giacomo Leopardi.


Era meglio il silenzio delle pietre.
Poi qualcosa si è mosso.
Non si sa come è accaduto, ma s’immagina in molti modi, dall’opera di un apprendista divino, al casuale rimescolio degli elementi.
O un eterno ripetersi dello stesso circolo.
Il cielo che s’allarga e ritorna su un punto e poi di nuovo da capo.
Intanto le stelle scintillano nel vuoto.
La luna guarda dall’alto.
Vennero i batteri, i funghi, i protozoi, le piante, gli animali. I protisti navigavano i mari come vascelli leggeri.
Gli alberi si piantaveno nella terra come colonne.
Fra tutto questo, attraverso vie sconosciute, la nascita dell’IO.
Così ora l’universo è pieno di viventi, feroci gli uni contro gli altri.
Ma perchè i generi diversi devono divorarsi?
Dobbiamo perennemente fuggire come caprioli dei boschi, come i granchi degli scogli, come i lombrichi della sabbia, come i gabbiani delle rocce.
Forse i primi uomini si sono uccisi per divedersi il mangiare, oppure si mangiavano l’un l’altro.
Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 6 June, 2010
Categoria: Testi

Giorgio Antonucci: “Diario dal manicomio. Ricordi e pensieri.”, ed Spirali



pp.64-67

Video

“Un piccolo sogno mi ha riempito di gioia e la luna sembrava una palla di fuoco.


Nella notte di guardia che restò con me, Luca Bramanti seguì con attenzione tutti gli avvenimenti e si interessò ai miei interventi.
Mi seguiva in silenzio nei passaggi veloci da una parte all’altra dell’istituto dopo ogni chiamata, e andavamo in automobile o a piedi secondo le distanze o l’urgenza.
Fui chiamato quasi nello stesso tempo per due uomini in pericolo di vita per crisi acute da infarto, e una terza volta per un uomo in gravi condizioni per emorragia cerebrale.
Dovevo provvedere alle cure immediate e all’eventuale ricovero nel vicino ospedale civile, però i reparti non erano attrezzati per il pronto soccorso e il personale non era preparato e spesso non era nemmeno capace.
Chiedevo le medicine indispensabili per ogni occasione e necessità e gli infermieri e le infermiere trafficavano negli armadietti e nei carrelli senza riuscire a trovarle.
Spesso telefonavano in altre sezioni per trovare altri infermieri più capaci e attrezzati.

Per fortuna avevo con me un pronto soccorso che mi ero procurato apposta per ogni possibile evento.

Solo gli psicofarmaci si trovavano dappertutto in abbondanza.

Durante gli interventi mi venivano annunciati per telefono nuovi internamenti in arrivo.
Dovevo riflettere sul modo di revocarli e intanto dovevo preparare gli argomenti per convincere il giorno dopo il direttore.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 3 June, 2010
Categoria: Libri, Testi

“PSICHIATRIA E PSICHIATRIA COSTRITTIVA” – Intervento – Maria D’Oronzo

Conferenza pubblica Telefono Viola di Roma

Roma, 27-5-2010


Saluto di Giorgio Antonucci e presentazione del Centro di Relazioni Umane di Bologna di Maria D’Oronzo


Vi porto il saluto di Giorgio Antonucci che, come ha già riferito Alessio Coppola, il dottore non può essere presente per motivi di salute. Voglio leggervi  un brano dal libro di Antonucci “Diario dal manicomio. Ricordi e pensieri” ed Spirali.


Leggi :

http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2010/06/03/giorgio-antonucci-diario-dal-manicomio-ricordi-e-pensieri-ed-spirali/


Ascolta: radioradicale.it
http://www.radioradicale.it/scheda/304486/psichiatria-e-psichiatria-costrittiva

Video


Due parole sulla mia attività che svolgo a Bologna nel Centro di Relazioni Umane, di cui sono fondatrice e coordinatrice.
Mi occupo delle vicende, abusi e pratiche della psichiatria, dal 1993. Per un lavoro con l’Università di Padova, dove ho studiato psicologia, ho cercato e trovato, dopo vari tentativi, un reparto-aperto, il reparto Autogestito di Imola all’ospedale psichiatrico Lolli, diretto dal dottor Giorgio Antonucci. Sono rimasta a fianco del dottor Antonucci, nel reparto, fino alla fine del suo lavoro istituzionale. Il dottor Antonucci lascia Imola nel 1996.
La prima cosa che mi è stata chiara, in questa esperienza, era il fatto che dovevo gettare alle ortiche tutto quello che all’università mi avevano insegnato, tutto quello che avevo studiato. Dovevo ricominciare completamente daccàpo.
Iniziando dal linguaggio. Iniziando a parlare di dolore personale, di sofferenza interiore e non più e mai di malattia mentale; di modalità di linguaggi differenti e mai più di terapia; di contrasti e contraddizioni personali e sociali, di conflitti sociali e mai più di deliri. Dovevo abbandonare il linguaggio pseudoscientifico che altro non è che il linguaggio del potere; esso serve ad allontanare i familiari e il contesto umano dall’assistito che diventa “oggetto” dell’istituzione di coercizione e isolamento.


Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 2 June, 2010
Categoria: Audio, Eventi, Notizie, Presentazione

“Va…comme hier” – articolo di Eugen Galasso






Quando rileggo queste righe, scritte più di due anni fa per “Cenerentola“, penso al fatto che oggi come non mai vale il verso di Paul Fort, peraltro riferito a tutt’altro (“La vie c’est toujours amour et misère…La vie c’est toujours la meme chanson”): “Va…comme hier”. Una condizione di immobilismo totale, di stasi anche legislativa. Nessuno ha il coraggio di tornare allo status quo ante (prima della legge 180) chiedendo la rimozione della legge, ma ci si limita a piccole punzecchiature (“Se diventano pericolosi/e, però…”;  “Le famiglie non riescono a contenerli”etc.) che vanno nella direzione chiaramente di un ridimensionamento della “Basaglia”, senza modificarla formalmente. Il camaleontismo politico, insomma, regna sovrano, espressione, com’è, dell’ipocrisia, di quello che qualcuno ha definito “cerchiobottismo”. Mai “sporgersi troppo” (altro che i finestrini dei treni…), mai mettersi in gioco, mai “il corpo nella lotta” (Ginsberg, ma anche Pasolini), anzi, neppure la penna, il computer…   Nada, rien…  Dire e non dire, contraddicendosi (che cosa importa, tanto nessuno capisce…). I politici non sono “del settore”, gli psichiatri sì, ma anche loro vanno coi piedi di piombo…  Se si vuole, sembra un tomasiano (Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”) “Cambiare tutto, perché tutto resti come prima”. In realtà, però, dei “Breaks in the Wall” ci sono, tutti negativi, perché si insinua il “serpe del dubbio”, si tenta di abbattere quella minima garanzia che comunque la “180” dava (sono d’accordo al 100% 100 con Giorgio Antonucci, era ed è frutto di compromessi, legge “ipocrita”, ma meglio qualcosa piuttosto che nulla). Il futuro, in una stagione indeterminata di “Grandi Riforme”,  che quasi sempre si rivelano essere invece provvedimenti reazionari, non sappiamo quale sarà. Qualcuno dice “Meglio non saperlo”, ma, se è veramente così, forse sarebbe meglio ri-aprire gli occhi e sapere che cosa realmente si sta preparando, “che cosa bolle in pentola”, in prospettiva…






Eugen Galasso, 1 giugno 2010.

Pubblicato il 2 June, 2010
Categoria: Testi

Psichiatria e psichiatria costrittiva -Conferenza pubblica Telefono Viola di Roma


SEZIONE AUDIO

Psichiatria e psichiatria costrittiva


Telefono Viola -Roma


Roma, 27 maggio 2010 – 15:14

conferenza pubblica promossa in collaborazione con la Libera Università LUVIS (Libera Università del Volontariato e dell’Impresa Sociale) e con il Consorzio il Sol,Co (Solidarietà e Cooperazione).


http://www.radioradicale.it/scheda/304486?format=32

licenza Creative Commons attribuzione 2.5.

RadioRadicale.it

Pubblicato il 28 May, 2010
Categoria: Audio, Notizie

Articolo di Eugen Galasso di chiarimento sul problema di antipsichiatria



Pervengono informazioni relative a divisioni nel piccolo movimento antipsichiatrico, nel quale peraltro mi riconosco. A qualcuno si rimproverano liaisons e connections con il CCDU e con “Scientology”, da cui il CCDU sarebbe dipendente. Ora: A)Scientology non è il CCDU né il CCDU si identifica con Scientology; B)Scientology, a suo tempo contattata da Thomas Szasz, notoriamente non credente, lontanissimo da Scientology, è movimento religioso discutibile, nel senso letterale del termine, cioè “da discutere” (ma ricordo, una quindicina d’anni fa, una violenta campagna anti-sette, in realtà anti-Scientology, promossa dalla chiesa cattolica gerarchica che, credo, non abbia proprio nulla da insegnare a nessuno). Quanto al CCDU e alle iniziative anti-psichiatriche, ha semplicemente collaborato a un’iniziativa importante, senza chiedere adesioni né aderenze; C)Chi, a Bologna e altrove, porta avanti iniziative importanti in direzione antipsichiatrica, non ha mai percepito nulla (in denaro né altrimenti) da CCDU, Scientology o altro;

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 25 May, 2010
Categoria: Testi

Ricordo di Malaguti – Giorgio Antonucci

Articolo per “Senza Confine”, Imola 3 marzo 1993.


Chi poria mai pur con parole sciolte

Dicer del sangue e delle piaghe appieno

Ch’i’ ora vidi per narrar più volte?

Dante. Inferno. XXVIII – 1,3


Ora è nel piccolo cimitero del suo paese. La settimana scorsa pranzavamo insieme come avveniva di frequente da anni.

Si discuteva di tutto, ma in particolare di politica.

Adesso il non senso, la separazione che non si spiega.

Le carte vengono rimescolate ogni volta.

Le vicende della vita quotidiana sono vuote e di forma buffa, come un fiasco senza vino.

Igino Malaguti (1920-1993) aveva combattuto in Grecia con l’esercito italiano nella seconda guerra mondiale. Sul fronte aveva avuto occasione di parlare con Mussolini in visita ai soldati.

Ricordava questo fatto come il più importante della sua vita giovanile. Così diceva di non essere fascista, ma di avere ammirazione per la figura di Mussolini.

Aveva vissuto il suo momento di storia.

Diceva che aveva avuto la fortuna di non uccidere nessuno, non avendo avuto occasione di scontri a fuoco.

Io criticavo Mussolini e lui lo difendeva.

Nel dopo guerra, in cerca di lavoro, era passato dall’hinterland di Bologna alla periferia di Milano, e aveva iniziato la sua carriera psichiatrica e manicomiale in seguito a un litigio di osteria per colpa di alcuni che lo avevano insultato, picchiato e definito terrone.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 22 May, 2010
Categoria: Testi

Libertà vo’ cercando. Quando si dice no – Giuseppe Gozzini


(01 aprile 2007)



Non me ne vorrà Gherardo Colombo se, per riflettere sul suo articolo, comincio dalla parabola evangelica del giovane ricco. Un tale si avvicina a Gesù, gli si inginocchia davanti e gli chiede: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna”. Gli risponde Gesù: “Osserva i comandamenti”. “Ma questo lo faccio fin dalla giovinezza!”. Allora Gesù gli dice: “Ti manca una cosa sola: vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri e vieni e seguimi”. Ma il giovane se ne andò contristato perché aveva molti beni.
Siamo di fronte a un bravo giovane, contento di fare il proprio dovere, a posto con la sua coscienza. Si aspettava una benedizione di incoraggiamento – “continua così che vai bene” – e invece quello che gli propone Gesù è un capovolgimento di vita, a cominciare delle ricchezze da dare ai poveri. In sostanza gli dice: “Sei cresciuto nell’osservanza dei comandamenti, ma sei prigioniero delle tue sicurezze, non ti manca nulla salvo una cosa: la libertà. E allora pianta lì tutto e vieni e seguimi”.
Non ho trovato niente che meglio esprima il confine fra le antinomie volere e dovere, libertà e obbligo, scelta e obbedienza. Ciò che più interessa a Colombo è riflettere sulla percezione soggettiva di tale confine. In altre parole: due persone hanno lo stesso comportamento, ma l’una per dovere, l’ altra perché lo ha scelto; l’una per obbedire, l’altra perché ne è profondamente convinta. Il confine fra i due modi di dire “sì” è sottile ma tutt’altro che irrilevante.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 17 May, 2010
Categoria: Presentazione, Testi

L’ALBA- Articolo su “Senza confine” di Giorgio Antonucci

 

 

L’aurora una volta mi pareva trasparente, al contrario di ora che mi sembra sanguigna; e le stelle erano puntine di diamante, ma ora le notti sono opache, e versano incubi.
Forse sono cambiati gli occhi.
Pochi giorni orsono alcuni amici, a pranzo da me a Firenze, erano arrivati a discutere, sulla guerra o sulla pace, su Ernesto Balducci e Norberto Bobbio, e si leticava sul giusto o non giusto della “Guerra del golfo”.
Ma è stata una guerra o un genocidio?
Ricordo da adolescente quando in pubblico per la prima volta mi ero alzato con grande paura e avevo contraddetto un domenicano vecchia maniera che diceva che i bombardamenti erano moralmente ammissibili se ristretti entro un certo numero di vittime, e io gli avevo chiesto ironicamente di informarmi con precisione sul numero.
Quel domenicano era sostenitore avanti lettera della guerra chirurgica.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 17 May, 2010
Categoria: Testi

Alcune considerazioni “storiche” sulla “follia” – Eugen Galasso

Credo che sulla “follia” e sulla sua “storia”, sulla sua “gestione” e la  reclusione “dei folli” abbia detto cose determinanti e “vincolanti” Michel Foucault, ma mi aggiungo di apporre qualche determinazione. A parte una considerazione sui presocratrici e il filosofo-poeta Empedocle, ritenuto “folle” dagli sciocchi, perché era democratico e si credeva messaggero dell’Assoluto incarnato dalle 4 realtà “elementali” (acqua, aria, terra, fuoco), dove non a caso Empedocle diviene eroe eponimo della tragedia “romantico-classica” di Friedrich Hoelderlin “La morte di Empedocle”, dove il poeta in questione visse molti anni in una torre da recluso perché “folle” e inviso ai poteri- con un certo sgomento leggiamo che i suoi, di Hegel-esegeti, lo definiscono “folle quieto” o parlano di “quieta schizofrenia” (Pierre Bertaux), come “folli” furono altri romantici (Schumann, Nerval il suicida, Nodier, in parte Hoffmann, ma perché non anche Mozart e Beethoven, Baudelaire, Verlaine e Rimbaud?), ma anche dopo il “dèmone” attecchì, nella visione della “plebe” bigotta e conformista al peggio…

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 16 May, 2010
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo