Sono un medico non un informatore della polizia- di GIORGIO ANTONUCCI

Sabato Sara online, 13 febbraio 2009 | 14:07

Medicina Democratica


e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso……


Almeno si è levato il velo di ipocrisia. “Centri di identificazione ed espulsione” è un nome appropriato, meglio di “Centro di permanenza temporanea”, più onesto. In questi centri, infatti, le persone che arrivano in Italia fuggendo da situazioni difficili vengono solamente identificate ed espulse, trattate come nei campi di concentramento, meglio essere chiari da subito. Meglio evitare stupide ipocrisie, trattasi, infatti, di istituzione totalitarie. Luoghi che conosco bene, in cui le persone sono rinchiuse e private dei loro diritti, senza che abbiano commesso un reato. Come i manicomi.
A meno che davvero non si voglia considerare reato l’essere fuggiti dalla propria patria.
Persone che, invece di essere accolte, vengono private dei loro diritti e si ritrovano sottoposte a una violenza giuridica e fisica. Rinchiuse senza diritto di difesa.
Ma questo, evidentemente, non era considerato sufficiente, ora si chiede anche ai medici di denunciare il paziente entrato in Italia illegalmente.
Qualcuno, evidentemente, si è dimenticato del fatto che, in quanto medico, io ho il dovere di curare e non di denunciare. Anche nel caso stessi assistendo un serial killer. La cura, ovviamente, va prestata indipendentemente dal curriculum della persona.
Il pescatore della canzone di De Andrè che trovate a cappello del pezzo, non fa la spia, non è al servizio del potere costituito. Anzi porge pane e vino.
Ed il medico, anche se non libertario come De Andrè o i suoi personaggi, deve curare i pazienti, non interrogarli.
Non solo, ci si rende conto degli effetti nefasti di questa legge? Gli immigrati “illegali” dovranno quindi tenersi le malattie o farsi curare di nascosto? Ci rendiamo realmente conto delle conseguenze di questa possibilità?
Evidentemente abbiamo dimenticato le radici della nostra civiltà. Nell’Odissea si mostra come allo straniero, anche quando arrivava sporco e malridotto, venisse offerto un bagno e da mangiare e solo dopo si chiedeva chi era. Ora, siamo lontani anni luce da tutto questo. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 13 February, 2009
Categoria: Testi

Il film di Giulio Manfredonia “SI PUO’ FARE” e la tematica antipsichiatrica


Recensione di

Patrizia “Pralina” Diamante

A-Rivista Anarchica, dic 2008- gen 2009

Notevole interesse ha suscitato la prossima uscita di “Si può fare“, un film di Giulio Manfredonia interpretato dalla (N.d.C. attrice Natascia) Macchniz. Il film, presentato al Terzo Festival del Cinema di Roma, è nelle sale dall’inizio di novembre; tratta la problematica del recupero di chi ha avuto problemi, spesso detti ingiustamente “psichici” (Giuseppe Bucalo, ma anche, pur con variazioni sul tema e sfaccettature diverse, l’antipsichiatra Giorgio Antonucci, per es., sostiene che la malattia psichica non esiste affatto). In un momento di “restaurazione psichiatrica” (ri/proposizione massiccia di elettroshock e psicofarmaci pesanti anche in misura molto consistente, con i loro fautori, Cassano e in parte anche Jervis massicciamente presenti nei media) un film di questo tipo appare particolarmente importante ed interessante.

Non a caso ne prevediamo la proiezione anche da noi, presso il circolo ( N.d.C. Via De Conciatori 2 rosso, Firenze), presso il CPA e comunque in altre realtà associative libertarie fiorentine.

Pubblicato il 13 February, 2009
Categoria: Notizie

QUANDO L’OSPEDALE E’ A PORTE APERTE- IMOLA

A colloquio con Giorgio Antonucci direttore degli ultimi due reparti psichiatrici rimasti al “Lolli”. Così i pazienti sono diventati “utenti”.


il Resto del Carlino, 26 ottobre 1994

“Il cannibalismo? E’ una variante della specie. Si trova nella storia a livello rituale. Il suicidio? Fa parte della opzione. Per Dante che non mise Catone all’Inferno, bensì alle porte del Purgatorio, era una scelta di dignità. Sarà anche moralmente discutibile, ma non c’entra con la psichiatria”.

Giorgio Antonucci, fiorentino, stretto collaboratore di Franco Basaglia negli ultimi anni della contestazione, sorride soavemente mentre scarica raffiche di affermazioni un attimino sconcertanti. “Non ci sono matti e sani – assicura – sono classificazioni psichiatriche, non scientifiche. Nessuno è più portato all’aggressività di un altro, tutti possiamo uccidere. I miei pazienti, una volta messi fuori, non hanno mai fatto violenze, semmai le hanno subite, come C. O., l’ex-internato che è stato investito da una macchina. Siccome io l’avevo lasciato uscire mi si voleva addossare la responsabilità della sua morte, sostenendo che si trattava di un incapace. Ma C. O. camminava sul ciglio della strada come prescrive il codice, ed io sono stato regolarmente assolto”. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 12 February, 2009
Categoria: Testi

Convegno: Dove sta andando la scuola?

Dove sta andando la scuola?


Disturbi dell’apprendimento e diagnosi sui bambini. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 9 February, 2009
Categoria: Eventi, Notizie

L’esperienza di un medico non comune – intervista a GIORGIO ANTONUCCI

LiberaMente, giornale di critica alla medicina autoritaria, di Giulio Murero

“Giorgio Antonucci ha dedicato e dedica tuttora gran parte della sua vita a sottrarre persone da distruttive “cure” psichiatriche e ad impedire che altre ne siano preda.
La maggior parte del suo lavoro lo ha fatto in qualità di direttore di un consistente reparto dell’ex manicomio di Imola. E’ forse l’unico esempio di primario ospedaliero che si è posto il compito (riuscito) di smantellare il proprio ospedale.”

Seconda parte

Domanda: “Parliamo un pò della tua esperienza, del tuo lavoro “sul campo”.

Giorgio Antonucci: “Ho avuto modo di incontrare persone che, dopo trent’anni di manicomio, avevano -e per fortuna direi- nonostante che fossero rinchiuse, torturate fisicamente, sottoposte a psicofarmaci, sottoposte ad elettroshock, sottoposte ad insulina-coma, sottoposte a lobotomia e così via, nonostante tutto avevano conservato ancora una loro personalità; tant’è vero che questa loro personalità, che avevano anche agli inizi, avrebbe potuto farli ricoverare di nuovo. Per cui non c’è una data malattia e facendo una determinata cura passa la malattia; c’è la ricchezza dell’esperienza di un uomo che non corrisponde ai pregiudizi di uno psichiatra e il tentativo di annientare questa esperienza, il non riuscirci e il continuare a tentarlo. Perchè esistono i manicomi? Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 29 January, 2009
Categoria: Testi

LIBRERIA CALUSCA-ARCHIVIO PRIMO MORONI- C.S. COX18

Contro lo sgombero del C.S. Conchetta – Milano

Mobilitiamoci per difendere Cox 18, la libreria Calusca e l’Archivio Primo Moroni


Firmate la petizione on line

http://www.petitiononline.com/cox18/petition.html

Pubblicato il 29 January, 2009
Categoria: Notizie

Il Vaticano e l’omosessualità- di Giorgio Antonucci


Sabatoseraonline 12 gennaio 2009 | 14:13

La dichiarazione di monsignor Celestino Migliore, che a nome del Vaticano si è opposto al progetto di depenalizzazione universale del reato di omosessualità, ci porta indietro di un secolo e mezzo. A quando Karl-Maria Kertbeny coniò il termine “omosessuale” per polemizzare contro la legge prussiana che introduceva leggi contro le pratiche omosessuali considerate allora “contro natura”. Per il letterato ungherese, lo Stato non aveva alcun diritto di intromettersi negli affari privati degli individui e nel loro comportamento sessuale, fu il primo a scriverlo chiaramente.
In Occidente, negli anni successivi, si passò però dalla criminalizzazione dell’omosessualità alla sua medicalizzazione e psichiatrizzazione.
Richard von Krafft-Ebing, alla fine dell’ottocento, definì l’omosessualità una malattia degenerativa ed i suoi scritti hanno influenzato Freud ed un’intera generazione di psichiatri. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 12 January, 2009
Categoria: Testi

L’INDISCIPLINA DI LEONARDO-Uccelli Senza Gabbia-di Giorgio Antonucci

da Frigidaire n°171-172-173

 

Scriveva Nietzsche di Leonardo: “C’è in lui qualcosa di silenzioso, qualcosa che è proprio di colui che ha contemplato una cerchia troppo vasta di cose buone e cattive”.

E l’aneddoto racconta che un suo giovane allievo (non ricordo chi era) lo aveva sorpreso un giorno in contemplazione del cielo e gli avava chiesto perchè guardasse le stelle e Leonardo gli aveva risposto che guardava gli spazi oscuri, chiedendosi se si trattava di vuoto.

E all’allievo che diceva che questo è un problema di filosofia aveva risposto che lo riteneva un problema di pittura.

In ogni modo ciascuno, in questi secoli, ha cercato di catturare Leonardo per farne un custode del prorio giardino, criticando d’altra parte il suo carattere dispersivo. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 4 January, 2009
Categoria: Testi

PSICOFARMACI-L’esperienza di un medico non qualunque- Intervista a Giorgio Antonucci

LIBERAMENTE, giornale di critica alla medicina autoritaria , di Giulio Murero

– Prima Parte-

dicembre 1997

Domanda: “Mentre fino a trent’anni fa erano pressocchè sconosciuti, oggigiorno gli psicofarmaci sono all’ordine del giorno, vengono prescritti sempre più frequentemente anche da medici generici e risulta quindi estremamente facile procurarseli. Cosa ne pensi?”

Dr. Giorgio Antonucci: “Direi che un primo punto comprensibile a tutti è che gli psicofarmaci sono sostanze chimiche dello stesso tipo delle droghe, anche se in generale si dà il nome di droga alle sostanze proibite e non agli psicofarmaci. Si tratta di sostanze che si dicono “neurotrope”, cioè che agiscono elettivamente sulle cellule nervose e sulle cellule cerebrali; sia gli psicofarmaci che le droghe proibite hanno le stesse caratteristiche di “neurotropismo”.
La chimica cerebrale è così complessa e fine che qualsiasi intervento grossolano, che venga definito droga o psicofarmaco, comporta delle conseguenze negative anche se certi effetti iniziali, sia delle droghe che degli psicofarmaci, possano sembrare favorevoli. A lungo andare si costituisce la tossicodipendenza, Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 26 December, 2008
Categoria: Testi

GIUSEPPE GOZZINI – “Esercizi di memoria – il ’68 visto dal basso- sussidio didattico per chi non c’era”. Ed. Asterios


Più del ’68 e oltre il ’68.



Cronistoria dettagliata dei movimenti sociali, che hanno trasformato modi di pensare e di vivere, idee e comportamenti di una generazione fino al ’75: operai, studenti, giornalisti, magistrati, impiegati, insegnanti, artisti, cattolici, sfrattati, femministe, “matti”, militari, carcerati.

Giuseppe Gozzini, “Esercizi di memoria…”

“1968- 2 settembre:…CIVIDALE DEL FRIULI. Poliziotti e carabinieri con jeeps, furgoni e cellulari circondano l’ospedale civile di Santa Maria dei Battuti per chiudere il reparto neuro-psichiatrico dove un’équipe di medici (Cotti, Antonucci, Tesi) e di infermieri (Campadelli, Bruni, Tusulin) stanno dimostrando che è possibile un’alternativa agli internamenti in manicomio a partire dalla negazione della psichiatria come scienza. Il reparto, aperto da pochi mesi, aveva assunto il nome di “Centro relazioni umane” proprio per sottolineare una concezione innovativa di intervento e di assistenza.” pag. 259 Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 21 December, 2008
Categoria: Libri

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo